Il discorso di "vincente" non è un seplicistico concetto darwiniano che oggi pur fondante rivela alcuni limiti se preso in senso stretto, si tratta delle vincenti mutazioni legate a casualità e non solo legate ad esigenze di sopravvivenza, elementi riproponibili perché evolutivamente positivi, utili. In questo caso anche noi siamo mutati e siamo il risultato di selezioni e questo è modesta ovvietà. Tuttavia il ragionamento intelligente è ancora lontano dall'aquila, si tratta di un processo cognitivo, è un'altra cosa. Se poi vogliamo dire che il comportamento suddetto è la cosa più vicina al ragionamento che un'aquila può produrre, allora diciamolo pure, entro i suoi limiti ha avuto un comportamento interessante ma magari non unico come ci pare

, gli animali fanno continuamente atti fuori dal "seminato" da noi previsto, bisogna poi vedere quanto questo diventi in qualche modo cultura rielaborabile e la risposta è poco, nella maggiorparte delle specie, a seconda delle capacità cerebrali certe informazioni vengono riproposte. Konrad insegna molto e molto semplicemente per esempio, uno dei maestri di tutti e con un grande rispetto per gli esseri viventi. Se dici "....un'azione da casuale divenga istintiva e poi venga trasmessa ai posteri" pensa anche che questo è un evento molto limitato. E' più facile che un'azione casuale diventi culturale, per apprendimento e venga trasmessa tramite una sorta d'insegnamento sociale più che istintivo. Basta pensare che la capacità di volare è appresa e non istintiva, l'uccello non sa volare per istinto, sa che l'adulto vola e forse istintivamente sa di poterlo fare ma non lo sa fare per istinto. Certe cose anche così basilari non vengono veicolate dall'istinto ma per necessario apprendimento. E così, il leoncino ha l'istinto della caccia ma non sa cacciare, ci vuole l'esempio della madre; più il comportamento è complesso meno l'istinto concorre in percentuale alla sua completezza. Ciao
