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Originariamente inviata da Marco Vaccari
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...allora.... prima di affrontare questo discorso, che è un discorso davvero interessante e molto corposo.. mi sono chiesto, come qualcun altro qui nel Forum, dove si vuole andare a parare... Non c'è ombra di dubbio che nell'hobby bisogna incentivare le riproduzioni in cattività dei pesci tropicali (dolci e marini) infatti ... noi hobbisti, già cerchiamo di affrontare un discorso di un'acquariofilia consapevole ( e chi mi conosce sa che sto dedicando gran parte delle mie vasche a specie a rischio)...
Totalmente da ammirare.   
..ma, sfogliando il tuo profilo viene fuori l'indirizzo del tuo blog:
http://ecosistemainvitro.blogspot.co...k-e-black.html
dove tu indichi di aver studiato Acquacultura progetti impianti per un'acquariologia ecosostenibile... inoltre dal blog è scritto che il vostro intento è riprodurre pesci tropicali per la vendita (in questo caso nel Mercatino di AP).... qui il discorso, mi sembra vada un po' più in là di un discorso hobbystico...
..come la mettiamo?.....
..se il tuo interesse è puramente acquariofilo allora ti faccio il mio più caloroso benvenuto nel Forum... se invece ci sono interessi commerciali nascosti, allora ti pregherei, contemporaneamente a quello che scrivi, di regolarizzare la tua posizione...
in ogni caso spero che, una volta chiarita la situazione, tu possa essere dei nostri e contribuire COME HOBBISTA O COME OPERATORE DEL SETTORE alla nostra comunità di appassionati...
un saluto!
Marco
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Ciao Marco!
No,non preoccuparti da qui a diventare operatore del settore ne passeranno di anni..!
Il mio interesse è puramente ambientalistico.
Mi presento allora,per togliere dubbi e capirci meglio.
Mi chiamo Nicola lo Duca,23 anni,sono uno studente di acquacoltura (non ancora laureato),appassionato da sempre,oltre che di acquariofilia\acquacoltura e tutto quello che può girarci intorno,di eco compatibilità(una parola che racchiude un mondo intero.)
Un giorno vorrei aprire un avannotteria per ripopolameno qui nel mediterraneo e affiancarla alla riproduzione di specie ornamentali tropicali di acqua salata.
Ma tutti questi sono sogni e "castelli in aria",non si può mai sapere cosa ci aspetta nella vita.
Non c'è una finalità prettamente commerciale nelle domande che vi pongo,tant'è vero che non mi sarebbe mai passato per la testa di venirvi a fare pubblicità su quello che stò provando a fare io con gli Amphiprion.
Non è l'acquacoltura ecosostenibile che dà soldi,anzi.
I soldi si fanno con "il sistema",con l'acquacoltura "tradizionale".
Se pubblico questo post è perche:
Sto scrivendo un articolo per aq.portal sull'argomento(dagli stati degli oceani,sovrasfruttamento delle risorse considerando l'ambito acquariofilo,metodi di cattura,etc) e voglio sapere da voi appassionati quanto l'argomento vi tocca in modo da potere anche delineare delle "linee guida" per l'acquariofilo interessato all'impatto ambientale(dalla riduzione dei consumi a tecniche personali,che spero qualcuno di voi metta sul piatto,per un approccio piu "ambientalista".)
Secondariamente,ma non di minore importanza,voglio cercare nuove idee di sviluppo sostenibile,cosa in cui credo fermamente che gli appassionati possano avere un importante ruolo.
Studio acquacoltura,ma credo che ciò che studio,vada di pari passo con la nostra passione,e non c'è migliore scienziato dell'appassionato che passa le sue ore a osservare e cercare di capire i meccanismi che reggono un'acquario.
prima ancora di essere un (futuro) acquacoltore sono un acquariofilo appassionato ,e molte delle cose che mi hanno insegnato nel mio corso di laurea,le avevo già sperimentate da solo con anni di osservazioni e esperimenti empirici.
Le linee guida di sviluppo ecosostenibile esistono già,sono cose già scritte e già studiate,anche se in continua evoluzione.
Il problema e che moltissimi lavori scientifici si approcciano all'argomento con una mentalità da "acquacultori",
cosa che non apprezzo, dato che comunque vada, gli interessi mirano quasi sempre al guadagno e difficilmente esclusivamente al benessere dei pesci( è ancora il solito "sistema":con la minima spesa il massimo guadagno).
Ben diversa è la cosa vista dagli occhi di un acquariofilo:lui ama i suoi pesci.
Il loro benessere e la loro salute,sono le cose più importanti che ci siano.
Non bada alle spese e sono questi i valori che mette in primo piano.
Una delle più grandi soddisfazioni,la riproduzione,lo testimonia.
Ma basti anche pensare all'impegno nell'impiego di farmacopea naturale.Un acquacoltore nella stragrande maggioranza dei casi,non stà a utilizzare aglio o Azadirachta per curare i propri pesci.
Ci và di formalina.di praziquantel. e pazienza per i danni epatici.
Per questo stò cercando proprio qui nuove idee,per me ogni acquariofilo nel suo piccolo è un ricercatore,da ogni esperienza personale si possono ricavare spunti e idee per nuovi sviluppi del nostro hobby.
nessun interesse commerciale nascosto quindi,tutto chiaramente detto:
un giorno vorrei provare a proporre,agli altri appassionati come me,qualcosa che ho sempre cercato e non ho quasi mai trovato:materiali prodotti con
grande rispetto per l'ambiente.
E non solo a parole.
Se vorrete aiutarmi, non potrò che esservene grato.
Saluti a tutti
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Originariamente inviata da mario86
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Originariamente inviata da Ale87tv
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Originariamente inviata da mario86
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e se poi pensassimo a quanti animali muoiono nei nostri acquari per assecondare il nostro scopo primario (tenere pesci perchè ci piacciono) forse saremmo meno drastici anche nel giudicare le scelte altrui.
del resto ciò che conta, secondo me, è cercare di fare il possibile per mantenere in condizione di benessere i nostri pesci
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se correttamente allevati, normalmente abbiamo tassi di sopravvivenza e durata della vita molto maggiori che in natura... non dimentichiamocelo..
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purtroppo è solo l'ambiente naturale perfetto.
penso ad esempio ai poecilidi (sia forme selvatiche che di selezione perchè ho allevato entrambe e ho avuto con essi esperienza diretta)
in natura l'esemplare che si ammala lascia il gruppo per evitare che un parassita possa colpire un'intera popolazione, in acquario questo non avviene (le sezioni del nostro forum sono ricche di topic che parlano di stragi e nei quali penso di aver dato anche il mio contributo dal 2007 per cercare di aiutare)
allo stesso modo lo "scalare and co" selvatico, penso ad esempio al caso degli Altum.
Detenere questi pesci allo scopo di diffondere esemplari riprodotti in cattività è sicuramente lodevole, ma pensare che negli acquari questi pesci schiattano prima di riprodursi mentre invece in natura riescono a tenere sotto controllo i parassiti (vermi intestinali principalmente) dovrebbe forse farci scartare a priori la possibilità di scegliere di mantenerli? qual'è il numero di morti che riteniamo accettabili per perseguire questo lodevole scopo? non me la sento di rispondere a questa domanda.
D'altro canto sono le forme di selezione che evitano di intaccare l'ambiente naturale, ma anche qui si cade nella generalizzazione perchè non è tutto così.
Ma è anche così
è importante farsi queste domande, azzardato o presuntuoso invece rispondere perchè non esiste una risposta univoca, ma solo un opinione personale che troppo spesso cerca di imporsi prevalendo sulle altre.
il motivo principale per cui, nel circuito amatoriale, vengono selezionati i guppy non è per studi genetici scientifici, il motivo principale per cui si reperiscono specie rare di poecilidi selvatici non è perchè in natura si stanno estinguendo.
il motivo principale è che a noi piace mantenere in 5 (o 6 ) vetri dei pesci, perchè se, egoisticamente, non ci piacessero non saremmo nemmeno interessati allo studio della genetica o alla location che sta scomparendo.
altro caso è quello del pesce rosso, l'unico che vive bene in casa è la forma di selezione (da qualcuno definita obrobrio). se ci autoimponessimo di cercare di divulgare la sola forma selvatica ci troveremmo con acquari pieni di pesci sofferenti. questo è un esempio in cui la detenzione di una forma selvatica non intacca un habitat.
è poco etico voler detenere un pesce wild con la cui cattura si minaccia un habitat?
è anche poco etico detenere la forma di selezione?
è etico aprire un negozio di animali che direttamente o indirettamente provoca la morte di animali (dalle fasi di cattura all'acquario finale)?
come ho già scritto la mia opinione è quella di farsi queste domande perchè il farsele, a prescindere dall'opinione personale, dovrebbe portarci a considerare quello che abbiamo in vasca un animale e non un oggetto d'arredamento.
per quel che mi riguarda, dopo 10 anni di acquariofilia e 4 anni di allevamento e studio di forme selvatiche e di selezione sono in pausa, mantenendo quindi 4 acquari, uno con pesci di seelzione e 3 con killifish e poecilidi selvatici.
forse troverò il tempo per cercare di rispondere a queste domande, ma, essendo sempre stato aperto al mondo del mantenimento delle forme selvatiche ma anche a quello dei pesci di selezione, sarà difficile arrivare ad una presa di posizione al di la della ferma convinzione che tutti gli acquariofili, con sano egoismo (che non significa non curanza per l'animale), mantengono gli animali perchè hanno un personale piacere nel farlo.
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Mi piace moltissimo quello che hai scritto...