Si dice che le cose più belle ed emozionanti siano quelle che accadono all’improvviso, quelle che ti prendono alla sprovvista e ti fanno sobbalzare interiormente, magari esteriorizzandosi in un “oooohhhh!!!”.
Bene, è esattamente quello che mi è capitato qualche settimana fa.
Quest’estate, dopo aver spostato una coppia di Paro nella piccola e più “gestibile” vasca da 20 litri, rimase nel 126 litri una seconda coppia. Con l’arrivo, a fine gennaio, dei Carinotetraodon travancoricus, spostai anche la seconda coppia nell’altro 20 litri. E fine della storia. Così almeno credevo…..
Successe invece che, una decina di giorni dopo, mentre osservavo la vasca ed i suoi abitanti, notai una virgola muoversi tra la parte bassa del filtro interno e gli steli del Ceratophyllum. Non capivo. Forse una piccola Red Cherry. Presi la torcia ufficiale da “ispezione” e la puntai dritta sul punto dell’avvistamento. La virgola fece uno scatto e si posizionò perfettamente aderente lungo il silicone nero che fissava il vetro posteriore e quello di destra, sotto al filtro e vicino al fondo. Continuavo a non capire cosa fosse. Mi rimaneva solo un’alternativa. Dovevo togliere tra me e quella virgola i 126 litri (lordi) che ci separavano. Afferrai allora il secchio ed il tubo dei cambi, presi “la mira” e…… aspirai velocemente quell’esserino, mettendolo poi in un bicchiere di vetro per osservarlo meglio. Era decisamente un avannotto. Ma di cosa?!? In vasca c’erano solo i Carinotetraodon e le Boraras. I primi erano da troppo poco tempo in vasca e a meno che non fossero stati poecilidi o altri ovovivipari, non era possibile. Le Boraras nemmeno, visto che conoscevo i loro piccoli. Feci allora mente locale. E mi ricordai di aver spostato la coppia di Paro intorno a metà Gennaio. Possibile?!? Possibile che quel pesciolino minuscolo era di Parosphromenus bintan cf. “Setang”? Ed era sopravvissuto fino ad ora senza alcun supporto alimentare da parte mia? C’erano così tanti infusori nella mia vasca? E da quanto tempo era lì a scorazzare per la vasca? Facendo velocemente dei calcoli, come minimo 3 o 4 settimane. Ma, a tutt’ora, era lungo poco più di 3 mm! Cercai conferma sul web, ma non trovai una sola immagine di un avannotto di Parosphromenus. Eppure, più lo osservavo più assomigliava sempre più ad un Parosphromenus. La silhouette, la pinna dorsale, le pinne ventrali e quel profilo inconfondibile della bocca.
Incredibile. Io mi stavo facendo in quattro per riuscire a far schiudere le uova e accrescere i piccoli nelle 2 vasche da 20 litri e loro, nel 126 litri, fanno tutto da soli e sopravvivono con quel che trovano nell’acquario. Per di più con dei valori dell’acqua tutt’altro che “ottimali” per la riproduzione dei Paro, visto che il pH (all’epoca della deposizione) si attestava intorno a 6.5, con una conducibilità di circa 150 µs. Mentre nel 20 litri mi deponevano (pure ad intermittenza) con un pH di 5.7 ed una conducibilità di 60

µs.
Questo però mi confermò anche le mie perplessità iniziali, ossia di non poter seguire adeguatamente la riproduzione di un pesciolino di 3 cm in 126 litri di vasca densamente piantumata. Cosa che infatti mi spinse a spostarli nelle vasche più piccole.
Ma le sorprese non erano ancora finite. Perché poco dopo, quando il mio sguardo si posò di nuovo negli anfratti più nascosti della vasca, cos’è che vidi? Altri due avannotti che cercavano riparo tra il muschio! Prontamente (e molto delicatamente) riuscii ad aspirare anche loro e sistemai tutti e tre i fratellini nell’acquario stesso (troppo rischioso fargli ormai cambiare le condizioni ambientali) ma all’interno di una nursery in rete e con un bel cespuglio di muschio per farli sentire più al sicuro.
Ovviamente passai i successivi due giorni a scrutare continuamente l’acquario, alla ricerca di altri “sopravvissuti”. Ma niente.
Mi potevo comunque ritenere soddisfatto per essere stato testimone di un evento così raro e straordinario, come la nascita e la crescita (indipendente) anche solo di 3 piccoli di Paroshromenus bintan.
E tutto questo, ovviamente, mi ha dato nuovi stimoli per cercare di allevare e, soprattutto, di riprodurre al meglio questi splendidi pesci.
P.S.: Attualmente gli avannotti non arrivano ancora al cm di lunghezza (le foto si riferiscono a qualche giorno fa), ma fortunatamente mangiano naupli di artemia a volontà (nelle foto, la pancia color arancio è dovuta proprio alla scorpacciata di naupli….).