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Originariamente inviata da R@sco
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ragazzi, oggi mi è arrivata una multa....
incazzatissimo vado a leggerla........ricollego il giorno e la situazione e mi incazzo ancora di più perchè me l'hanno fatta il gg dell'unica partita del Frosinone che sono andato a vedere!!...quel giorno la città paralizzata (lo stadio sta al centro della città), macchine ovunque, non si trovava parcheggio per un raggio di 1km... prcheggio la macchina in una stradina desolata, nella parte dove il amrciapiedi scende sulla strada assieme ad altre 1000 macchine...manco i posti blu erano vuoti.....per di più son entrato a partita iniziata per cercare il parcheggio!!!!.....
poi mi fermo a leggere questo....
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Quote:
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Decrizione dell'infrazione: il conducente del mezzo indicato lo lasciava in sosta sul pubblico marciapiede dico pubblico marciapiede. Conducente o proprietario assente non potuto contestare vedi art 384 regolamento di esecuzione. Non potuto rimuovere forzatamente con carro attrezzi per motivi di servizio.
Il trasgressore dichiara: incontro di calcio Forsinone / Chievo Verona
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e dico....cazz...ma se dice che ero assente nel momento dell'infrazione....come faccio ad aver dichiarato quella cosa???e poi...che minchia c'entra??...potevo essere lì anche a trovare un amico, mio nonno, mio zio, ......
ch ne dite??...posso contestarla????
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Caro Rosco,
dalla lettura del tuo resoconto e dall'analisi del verbale, ritengo plausibile l'impugnazione del verbale.
Il punto debole della tua posizione, se male non ho capito, è che hai effettivamente commesso la violazione.
Invocare la particolarità della giornata, la diffusa pratica di parcheggiare ove si vuole interpretando l'evento calcistico come una sorta di sospensione dei codici, e di quello stradale in particolare, può trovare (e trova) la nostra comprensione, ma non sono argomenti efficacemente spendibili in un ricorso.
Dovresti quindi procedere ad una impugnazione volta ad evidenziare alcuni vizi del verbale.
Il primo che risalta è quello della contraddittorietà fra il sostenere l'impossibilità dell'immediata contestazione, citando addirittura l'articolo del Regolamento di esecusione del Codice, ed il riportare le dichiarazioni giustificatorie del sanzionato. Non è argomento tranciante o decisivo, ma ci potresti lavorare sopra.
Il secondo è la formula piuttosto goffa ed inusuale del "dico pubblico marciapiede". Questa frase sembra tradire un'indignazione civica che non dovrebbe trovare cittadinanza negli atteggiamenti ed in particolare nel verbale di un pubblico ufficiale. Anche se questa frase certamente non rende illegittimo l'atto, potrebbe essere prudentemente considerata dal Giudice al fine di valutare la (in)fondatezza di quanto globalmente asserito nel verbale.
Al di là dei motivi di doglianza che potrebbero essere inseriti in un ricorso, che sarebbe comunque pretestuoso, mi sembra primario il decidere se ricorrere al Prefetto oppure al Giudice di Pace.
La prima via viene normalmente utilizzata per i ricorsi che puntano su vizi formali. Si cerca, confidando nella prassi del Prefetto (o meglio dei Vigili che operano di fatto in sua vece) di rispondere in modo approssimativo o incompleto al ricorso, di ottenere un provvedimento carente in motivazione, per poi impugnarlo davanti al Giudice di Pace lamentando non di avere ragione, ma di non avere avuto risposta secondo i dettami della legge (se io ti dico che il verbale è illegittimo perchè cicci cocco e cuccu, il prefetto deve rispondere su cicci cocco e cuccu - se non lo fa viola l'art.3 della L.241/90).
Capita anche piuttosto spesso che il Prefetto non risponda nei termini di legge (210 giorni), il che rende il verbale "inefficace". Soprattutto se chiedi l'audizione personale. Va tuttavia ricordato che questo capita soprattutto nella grandi città. In provincia temo che i tempi vengano rispettati più agevolmente (dovresti informarti in loco).
La seconda via, quella del ricorso diretto al Giudice di Pace (la cui decisione non può essere impugnata, se non per motivi di legge in Cassazione - cosa che, salvo casi eclatanti, mi guarderei bene dal fare), viene di solito scelta quando si ha ragione, oppure quando si ritiene di poter far leva sulla conversazione diretta con il giudice per convincerlo della bontà delle proprie rimostranze.
Vedi tu. Ti dico francamente che un verbale del genere a Roma lo impugnerei senza particolari indugi, con buone possibilità di accoglimento del ricorso. Dalle tue parti forse sarei più cauto.
A presto