Quando si tratta della propria vita, la gente tende a vederci giusto.
Caso più unico che raro, non si era mai visto un gruppo di dipendenti così compatto nell'opporsi a quella che ancora adesso il Governo continua a definire l'unica possibilità di salvezza.
Come mai? Come mai festeggiano? Dovrebbe essere il contrario. Da una parte la salvezza, con la prospettiva di stringere la cinghia oggi per allargarla domani.
Dall'altra il fallimento, la cassa integrazione, la perdita del posto di lavoro, la fine di un modo di vivere.
Eppure, guarda caso, sembra quasi stiano festeggiando il fallimento e la loro rovina.
La verità è che hanno capito benissimo quello che molti italiani non hanno capito affatto.
L'Alitalia era già salva mesi fa, quando l'Air France era pronta a sborsare una cifra incredibile (1 miliardo e settecento milioni di euro cash, praticamente un pezzo di finanziaria), a fare investimenti, a vincolarsi, a tagliare "solo" 2150 dipendenti.
Però eravamo sotto elezioni. Occorreva speculare anche su questo. L'italianità. La cordata. Il Silvio nazionale che dice che ci pensa lui, con gli amici suoi.
Per tirare avanti, è stato necessario il prestito ponte di 300 milioni.
Finalmente vince Berlusconi che, come con la spazzatura di Napoli, sulla quale ci sarebbe da discutere a lungo, si lancia sul fronte Alitalia.
Il problema è che non lo può fare. Ci prova, ma è un grosso rischio. Tenta di convincere, e convince, un gruppo di suoi debitori e pregiudicati vari a rilevare, con soldi non loro, ma delle banche (cioè nostri), le attività di Alitalia, caricando, in perfetto stile sovietico, i debiti sulle casse dello Stato.
L'Europa lo avrebbe stroncato, per palese violazione di una decina di norme comunitarie, nonostante ci sia Tajani, pensa un po', proprio nel posto di Commissario dei Trasporti.
I malavitosi suoi sodali però accettano. Alcuni perchè suoi debitori, altri perchè la speculazione appare ghiotta. Qualche anno, ed i molti palazzinari si potranno defilare con le tasche belle piene.
Una volta spolpata, negli anni verranno mollati lungo la via molti lavoratori, nel frattempo spremuti per bene a stipendi da fame.
Malpensa, cioè l'invenzione della Lega, è salva (uno dei principali motivi di affossamento dell'Alitalia, di cui Air France aveva promesso la tutela, ma che forse in seguito avrebbe giustamente messo da parte).
Siccome non sempre le ciambelle riescono con il buco, ci si è messo di mezzo non tanto la CGIL, che conta fra il personale di volo poche decine di iscritti, quanto i sindacati autonomi (che rappresentano di fatto la quasi totalità dei dipendenti).
Questi hanno capito che i lavoratori non ci stanno a prenderlo nel sedere, con oltre 5000 licenziamenti adesso (e molti a venire), per far fare bella figura al Premier, arrichire i suoi amici e qualche amministratore messo in posizione strategica a stipendi faraonici e, certo non per generosità, ma per soldi, si sono messi di traverso.
O ci date di più, cioè ci fate campare decentemente, oppure il giochino del ricatto non funziona.
E così sta andando.
Probabilmente il Governo cederà, oppure farà quello che già sta facendo da tempo: attribuirà la colpa ai sindacati e ai lavoratori, convincendo agevolmente gli italiani, che non vedono l'ora di sentirsi dire che è tutta colpa dei sindacati.
Secondo me molti dei pregiudicati e dei palazzinari che facevano parte della cordata (i nomi sono da film horror e non li riporto per pudore), stanno tirando un sospiro di sollievo: alcuni infatti hanno accettato solo perchè non potevano dire di no.
Vediamo un po' come va a finire
