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Vecchio 04-11-2008, 09:01   #51
Paolo Piccinelli
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Entropy,
purtroppo del tuo link leggo solo che non mi fa fasre il login... poi ti mando la mia mail...

FalKo, a ph 6 ho buttato (vedi mio topic Rio Negro) un vassoio di salvinia dopo 2 settimane (da una manciata è diventata un secchio)... in rpatica era talmente invasiva che l'ho eliminata del tutto... non passava più la luce verso il fondo.
Un pò l'ho spedita a miccoli, che credo confermerà il suo svilouppo anche in condizioni otrac.

islasoilime, per quanto riguarda la filtrazione lenta, io ho ottenuto denitrazione affiancando una colonna piena di siporax al filtro esterno... basandomi sui cannolicchi porosi per sviluppare le colonie anaerobiche; credo che perchè il fondo inizi a denitrificare servano ben più dei due msei che indichi... probabilmente non rilevavi nitrati in vasca perchè sei "troppo bravo" ed hai allestito molto bene con rapporto piante/pesci favorevole alle prime
(hai foto della vaschetta?)
Quote:
La sfida è trovare le piante giuste che reggano bene quell'acidità
Per conto mio posso dire che echino bleheri, pistia e soprattutto salvinia stanno da re a ph 6
Quote:
sono molto curioso degli sviluppi di questa discussione
Io pure, anche perchè abbiamo un "parterre de roi"!!!
__________________
Cerco talea di Acropora palmata a scopo scientifico - pago a peso d'oro
Paolo Piccinelli non è in linea   Rispondi quotando


Vecchio 04-11-2008, 09:01   #52
Paolo Piccinelli
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purtroppo del tuo link leggo solo che non mi fa fasre il login... poi ti mando la mia mail...

FalKo, a ph 6 ho buttato (vedi mio topic Rio Negro) un vassoio di salvinia dopo 2 settimane (da una manciata è diventata un secchio)... in rpatica era talmente invasiva che l'ho eliminata del tutto... non passava più la luce verso il fondo.
Un pò l'ho spedita a miccoli, che credo confermerà il suo svilouppo anche in condizioni otrac.

islasoilime, per quanto riguarda la filtrazione lenta, io ho ottenuto denitrazione affiancando una colonna piena di siporax al filtro esterno... basandomi sui cannolicchi porosi per sviluppare le colonie anaerobiche; credo che perchè il fondo inizi a denitrificare servano ben più dei due msei che indichi... probabilmente non rilevavi nitrati in vasca perchè sei "troppo bravo" ed hai allestito molto bene con rapporto piante/pesci favorevole alle prime
(hai foto della vaschetta?)
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La sfida è trovare le piante giuste che reggano bene quell'acidità
Per conto mio posso dire che echino bleheri, pistia e soprattutto salvinia stanno da re a ph 6
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sono molto curioso degli sviluppi di questa discussione
Io pure, anche perchè abbiamo un "parterre de roi"!!!
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Vecchio 04-11-2008, 12:20   #53
Entropy
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credo che perchè il fondo inizi a denitrificare servano ben più dei due msei che indichi...probabilmente non rilevavi nitrati in vasca perchè sei "troppo bravo" ed hai allestito molto bene con rapporto piante/pesci favorevole alle prime
Concordo con quanto detto da Paolo.
Non solo. In realtà per un fondo denitrificante (la reazione è la seguente: 5 C6H12O6 + 24 NO3- --> 30 CO2 + 24 OH- + 18 H2O + 12 N2) occorrono, oltre a carbonio organico disponibile, condizioni anaerobiche, con spessori consistenti del substrato e granulometria fine, condizione a cui un fondo con akadama, pozzolana e torba (in uno spessore di una vasca da 35 litri) arriverà difficilmente.
Io ho raggiunto questo stato di cose in una mia vasca da 120 litri con fondo di ghiaia fine alto circa 10 cm e filtro interno che non ho mai toccato, dopo circa 6 anni dall’allestimento (ora ne ha circa 9).
In un’acquario l’uovo di colombo per la denitrificazione (soprattutto i un OTRAC) sarebbe il processo ANAMMOX (ANaerobic AMMonium OXidation), un processo scoperto (per caso)una quindicina d’anni fa, che permette la trasformazione anaerobica di ammonio e nitriti in azoto gassoso senza il supporto del carbonio organico, secondo la reazione: NH4+ + NO2- --> N2 + 2H2O. Con una sola reazione si tolgono di mezzo ammonio, nitrito (e nitrati che non si formano) e non si spende neanche carbonio…..( se volete, ho articoli anche di questi argomenti).
Tale processo esiste da sempre nel fondo di tutti gli oceani, dove è responsabile del 50% di azoto gassoso immesso nell’atmosfera. I Fautori di questa reazione sono batteri appartenenti al Phylum dei Planctomycetes e ai generi Brocodia, Kuenenia e Anammoxglobulus. Il problema pratico però, sta nel far crescere in un ambiente controllato SOLO tali ceppi batterici, inibendo gli altri (cosa molto complessa a livello industriale, e ancor di più in un acquario….). Ma ci si sta lavorando……
Comunque, poichè secondo me per un processo denitrificante nel fondo di un'acquario occorrono anni, sul breve termine, per un OTRAC, sarebbe meglio ragionare sul contributo e la funzione delle piante negli equilibri del sistema, soprattutto il rapporto corretto che si dovrebbe instaurare tra i composti azotati prodotti e quelli consumati e la concentrazione dei macro e microelementi in ambiente acido (sul cui valore esatto dovremmo decidere: io sarei per un pH tra 5.5 e 6.0).
Entropy non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 04-11-2008, 12:20   #54
Entropy
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credo che perchè il fondo inizi a denitrificare servano ben più dei due msei che indichi...probabilmente non rilevavi nitrati in vasca perchè sei "troppo bravo" ed hai allestito molto bene con rapporto piante/pesci favorevole alle prime
Concordo con quanto detto da Paolo.
Non solo. In realtà per un fondo denitrificante (la reazione è la seguente: 5 C6H12O6 + 24 NO3- --> 30 CO2 + 24 OH- + 18 H2O + 12 N2) occorrono, oltre a carbonio organico disponibile, condizioni anaerobiche, con spessori consistenti del substrato e granulometria fine, condizione a cui un fondo con akadama, pozzolana e torba (in uno spessore di una vasca da 35 litri) arriverà difficilmente.
Io ho raggiunto questo stato di cose in una mia vasca da 120 litri con fondo di ghiaia fine alto circa 10 cm e filtro interno che non ho mai toccato, dopo circa 6 anni dall’allestimento (ora ne ha circa 9).
In un’acquario l’uovo di colombo per la denitrificazione (soprattutto i un OTRAC) sarebbe il processo ANAMMOX (ANaerobic AMMonium OXidation), un processo scoperto (per caso)una quindicina d’anni fa, che permette la trasformazione anaerobica di ammonio e nitriti in azoto gassoso senza il supporto del carbonio organico, secondo la reazione: NH4+ + NO2- --> N2 + 2H2O. Con una sola reazione si tolgono di mezzo ammonio, nitrito (e nitrati che non si formano) e non si spende neanche carbonio…..( se volete, ho articoli anche di questi argomenti).
Tale processo esiste da sempre nel fondo di tutti gli oceani, dove è responsabile del 50% di azoto gassoso immesso nell’atmosfera. I Fautori di questa reazione sono batteri appartenenti al Phylum dei Planctomycetes e ai generi Brocodia, Kuenenia e Anammoxglobulus. Il problema pratico però, sta nel far crescere in un ambiente controllato SOLO tali ceppi batterici, inibendo gli altri (cosa molto complessa a livello industriale, e ancor di più in un acquario….). Ma ci si sta lavorando……
Comunque, poichè secondo me per un processo denitrificante nel fondo di un'acquario occorrono anni, sul breve termine, per un OTRAC, sarebbe meglio ragionare sul contributo e la funzione delle piante negli equilibri del sistema, soprattutto il rapporto corretto che si dovrebbe instaurare tra i composti azotati prodotti e quelli consumati e la concentrazione dei macro e microelementi in ambiente acido (sul cui valore esatto dovremmo decidere: io sarei per un pH tra 5.5 e 6.0).
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Vecchio 04-11-2008, 13:10   #55
islasoilime
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Con la colonna di spiorax per il filtraggio sei a posto

Per quanto riguarda il mio acquario, mi rimetto ai più esperti, sicuramente il fondo denitrificante ha una tempistica di formazione piuttosto lunga, comunque per un 35 litri il fondo è molto alto(7-10cm) e mi ero scordato di dire che aggiunsi anche un bello strato di ghiaia molto fine(più per i pangio che per altro) che poi si mischiò con il tutto.
Effettivamente la vasca ha subito un cambiamento in quanto i primi 8-9 mesi era diventata letteralmente una foresta di limnofila, che poi per questioni di manutenzione è stata completamente rimossa, e sostituita da anubias(a lentissimo sviluppo e assorbimento); parallelamente alla rimozione di molte piante ad assorbimento rapido ho introdotto anche 5 rasbore(in aggiunta a 6 boraras e 3 pangio) aumentando il carico organico (sperando che aumentassero pure i nitrati) ma nulla.. da questo ho pensato al fondo denitrificante

A breve vi posterò le foto!
__________________
Cerco Red cherry a bologna (solo consegna a mano)

Lo scettico non è mai tanto sicuro di esserlo
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Vecchio 04-11-2008, 13:10   #56
islasoilime
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Con la colonna di spiorax per il filtraggio sei a posto

Per quanto riguarda il mio acquario, mi rimetto ai più esperti, sicuramente il fondo denitrificante ha una tempistica di formazione piuttosto lunga, comunque per un 35 litri il fondo è molto alto(7-10cm) e mi ero scordato di dire che aggiunsi anche un bello strato di ghiaia molto fine(più per i pangio che per altro) che poi si mischiò con il tutto.
Effettivamente la vasca ha subito un cambiamento in quanto i primi 8-9 mesi era diventata letteralmente una foresta di limnofila, che poi per questioni di manutenzione è stata completamente rimossa, e sostituita da anubias(a lentissimo sviluppo e assorbimento); parallelamente alla rimozione di molte piante ad assorbimento rapido ho introdotto anche 5 rasbore(in aggiunta a 6 boraras e 3 pangio) aumentando il carico organico (sperando che aumentassero pure i nitrati) ma nulla.. da questo ho pensato al fondo denitrificante

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Vecchio 04-11-2008, 13:29   #57
miccoli
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Paolo il link conteneva questo
copio e incollo
La Torba

La torba è un materiale organico compatto che ha subito un parziale processo di carbonificazione in condizioni di anaerobiosi è di colore bruno con un alto contenuto di carbonio formatosi dalla parziale decomposizione e carbonizzazione di vegetali in ambienti di palude freddi ed in condizioni di sommersione permanente, le cosiddette torbiere. In natura la torba presenta una struttura fibrosa.
In base alle caratteristiche delle acque dove si è formata si possono avere due tipi di torba una con pH 7-7,5, cosiddetta torba 'salata' in quanto formatasi nelle paludi salmastre, dove crescono le piante del genere Spartina, e la torba acida, con pH tra il 3 ed il 5-5.5, che si forma nelle torbiere dell’emisfero settentrionale dove le specie vegetali che concorrono alla sua formazione sono essenzialmente i muschi e le acque sono dolci.
La torba è usata principalmente in agricoltura in quanto essendo un materiale con elevato contenuto organico, dall’elevata capacità di ritenzione idrica, con contenuto di potassio e fosforo estremamente ridotto viene usata come ammendante, altro uso della torba è nella coltivazione di piante ornamentali solitamente miscelata ad altri prodotti. In alcuni paesi la torba, viene utilizzata come combustibile, nonostante non sia efficace quanto il carbone a causa dell'alto contenuto di acqua e cenere è quindi dal potere calorifero estremamente ridotto. La torba viene anche usata in altri e molteplici campi come l’edilizia, la cosmetica ecc… e naturalmente per quel che ci riguarda in acquariofilia.
In commercio troviamo vari tipi di Torba che viene denominata in base al colore ed alla sua struttura (grado di macinatura), vi sono, infatti, la Torba Bionda ovvero Torba di sfagno dal colore leggermente più chiaro e dal minore contenuto organico rispetto alla torba scura o nera, inoltre i due tipi si differenziano anche per il ph che per la prima è intorno al 4.5-5.5 mentre la seconda con un ph intorno al 3-3.5, per uso acquariofilo dalle aziende viene solitamente usata la torba scura o nera che viene venduta in granuli o in mattoncini fibrosi o anche in forma liquida sotto forma di estratti di torba.
Prima di passare all’utilizzo acquariofilo, esaminiamo meglio la Torba anche al fine di meglio comprendere le sue funzioni in acquario.
Innanzitutto c’è da dire che è una sostanza poco attiva in quanto dallo scarso contenuto di minerali, e con una attività biologica estremamente bassa poiché basta su batteri anaerobi.
La torba chimicamente viene definita come un eteropolimero, ovvero un composto dalla composizione non precisata.
Infatti, le conoscenze della composizione chimica sono incerte e tutt’oggi in continua evoluzione grazie a nuovi studi con tecnologie sempre più avanzate
Ciò nonostante possiamo affermare che le conoscenze sulle sue proprietà chimiche e chimico-fisiche sono alquanto definite poiché si basano su esperimenti e studi di laboratorio che analizzano i risultati ottenuti addivenendo sempre per ipotesi alla presenza nella torba di particolari gruppi funzionali; in particolare e per quel che ci riguarda, il carattere acido è attribuito alla presenza di gruppi funzionali acidi come il carbossile associato a catene alifatiche o ad anelli aromatici e il gruppo fenolico dei nuclei aromatici.
Tra le proprietà che più interessano l’acquariofilia possiamo elencare l’acidità, la chelazione, lo scambio ionico, la proprietà adsorbente.
Come anzidetto l’acidità della Torba è dovuta ai gruppi carbossilici e ai gruppi fenolici e la si definisce un’acidità debole per cui essendo appunto acidi deboli, la dissociazione aumenta con l’aumentare del pH per cui a valori intorno alla neutralità sono i gruppi carbossilici ad essere dissociati, mentre a valori di pH più elevati si dissociano anche i gruppi ossidrile dei fenoli.
A seguito della dissociazione dei gruppi funzionali anzidetti la torba acquisisce la proprietà di scambio ionico o meglio cationico, infatti, per equilibrare le cariche negative formatesi a seguito della dissociazione la torba adsorbe cationi come l’H+, il Ca2+, Mg2+ ecc..
Questa capacità di scambio, essendo direttamente collegata alla dissociazione acida aumenta con l’aumentare del pH.
La torba grazie a questo potere è in grado di adsorbire diverse molecole organiche, immobilizzandole e inattivandole in modo similare al carbone attivo anche se in maniera ridotta.
Da tutto cio ne consegue anche il potere tampone della torba che grazie ai suoi acidi deboli nonché alle basi adsorbite sulla sua superficie (queste solo se in presenza di ph inizialmente alti) riesce a evitare oscillazioni del pH, infatti in presenza di acidi, rilascia le basi precedentemente adsorbite e di contro adsorbe gli ioni idrogeno; in presenza di basi adsorbe cationi e rilascia ioni idrogeno i quali neutralizzano gli ioni idrossido.
Nel caso in cui la torba non abbia adsorbito basi poiché il pH era già acido o comunque ne abbia adsorbito modiche quantità non utili all’effetto tampone che ne scaturisce dallo scambio ionico, subentra il potere tampone che ne deriva dalla sua debole acidità e che si può riassumere cosi: “gli acidi umici sono acidi deboli che in presenza di acidi forti si comportano da base stabilizzando il pH ed evitando che lo stesso scenda oltre un dato limite e tantomeno risalga”.
Veniamo alla proprietà di Chelazione, la torba ha la proprietà di chelare i microelementi come il ferro ad esempio in quanto grazie alla presenza dei gruppi funzionali carbossile e ossidrile forma con i predetti, legami organometallici, ne scaturisce che la torba chela i metalli rendendoli non nocivi o addirittura assimilabili dalle piante.

Ora dopo aver detto cosa è la torba ed illustrato alcune delle sue proprietà, vediamone l’uso dal punto di vista strettamente acquariofilo.
Innanzitutto va detto che la torba piu indicata per il nostro uso è la torba scura o nera, in quanto ha una più alta decomposizione della sostanza organica contenuta, è sconsigliato in linea di massima l’uso della torba bionda o di sfagno in quanto contrariamente alla scura, presenta una decomposizione della materia organica più bassa e pertanto più soggetta a marcire in acqua oltre al fatto che ha un ph leggermente piu alto che si aggira sul 4.5-5.5 confronto al 3.5.4.5 della torba nera o scura, infine c’è la torba da giardinaggio il cui uso direi non è sconsigliato ma vietato in quanto arricchita con fertilizzanti e di conseguenza altamente inquinante.
Tra le torbe ad uso acquariofilo troviamo quelle in granuli, quelle fibrose, e quelle liquide che altro non sono che estratti della stessa.
Le prime due solitamente sono usate per pretrattare l’acqua a mezzo filtrazione, usate direttamente nei filtri o come substrato fertile, mentre la torba liquida la si puo usare per acidificare l’acqua per i cambi o direttamente in acquario.
La torba in granuli o fibrosa usata nei filtri o per pretrattare l’acqua, ha una peculiarità che la torba liquida non ha, infatti per la succitata proprietà di scambio ionico, quella solida ha una discreta azione adsorbente non certo pari a quella del carbone attivo ma sempre meglio di nulla come nel caso della torba liquida.
Questo materiale, viene usato in acquariologia per regolare o meglio si direbbe per abbassare il ph rendendolo acido, per rendere l’acqua piu tenera, ma anche per rendere piu scura l’acqua al fine di filtrare la luce o solo per questioni di estetica e gusto, oppure per tentare di rendere l’acqua piu simile possibile al biotopo naturale dei pesci ospitati come nel caso dei discus Wild.
Ovviamente la scelta puo ricadere su una delle finalità indicate ma ciò non esclude che la torba produca comunque tutti gli effetti elencati.
Per abbassare il ph in una vasca usando la torba in granuli o fibrosa vi sono due metodi, il primo è l’inserimento della torba in apposito sacchetto da inserire nel filtro, ed il secondo è il cosidetto “bomba di torba” che consiste nel filtrare con torba l’acqua prefiltrata da usare per i cambi, una volta ottenuto il pH ed il kh voluti, dico il kh, in quanto la torba ha anche questo potere ovvero di ridurre quest’ultimo valore mediante sottrazione di ioni calcio e magnesio, e di carbonati.
Al riguardo, è sconsigliabile l’uso di torba per acquari piantumati con piante esigenti in luce, in quanto la colorazione dell’acqua derivante dal suo uso filtra in particolar modo la radiazione blu prodotta dalle lampade per cui le piante ne risentirebbero.
Ultima particolarità dell’uso della torba in acquario è il fatto che gli acidi umici rilasciati, ad un dato momento, anche con kh 0, stabilizzano il ph evitando sbalzi dello stesso per il motivo succitato e che riporto “gli acidi umici sono acidi deboli che in presenza di acidi forti si comportano da base stabilizzando il pH ed evitando che lo stesso scenda oltre un dato limite e tantomeno risalga”, sempre con riguardo al ph si può dire ancora che usando abitualmente la torba questo difficilmente scenderà sotto il valore di 4,5-5.
__________________
Paolo Piccinelli...il mio spirito guida
http://www.acquariofilia.biz/album.php?albumid=122
miccoli non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 04-11-2008, 13:29   #58
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La Torba

La torba è un materiale organico compatto che ha subito un parziale processo di carbonificazione in condizioni di anaerobiosi è di colore bruno con un alto contenuto di carbonio formatosi dalla parziale decomposizione e carbonizzazione di vegetali in ambienti di palude freddi ed in condizioni di sommersione permanente, le cosiddette torbiere. In natura la torba presenta una struttura fibrosa.
In base alle caratteristiche delle acque dove si è formata si possono avere due tipi di torba una con pH 7-7,5, cosiddetta torba 'salata' in quanto formatasi nelle paludi salmastre, dove crescono le piante del genere Spartina, e la torba acida, con pH tra il 3 ed il 5-5.5, che si forma nelle torbiere dell’emisfero settentrionale dove le specie vegetali che concorrono alla sua formazione sono essenzialmente i muschi e le acque sono dolci.
La torba è usata principalmente in agricoltura in quanto essendo un materiale con elevato contenuto organico, dall’elevata capacità di ritenzione idrica, con contenuto di potassio e fosforo estremamente ridotto viene usata come ammendante, altro uso della torba è nella coltivazione di piante ornamentali solitamente miscelata ad altri prodotti. In alcuni paesi la torba, viene utilizzata come combustibile, nonostante non sia efficace quanto il carbone a causa dell'alto contenuto di acqua e cenere è quindi dal potere calorifero estremamente ridotto. La torba viene anche usata in altri e molteplici campi come l’edilizia, la cosmetica ecc… e naturalmente per quel che ci riguarda in acquariofilia.
In commercio troviamo vari tipi di Torba che viene denominata in base al colore ed alla sua struttura (grado di macinatura), vi sono, infatti, la Torba Bionda ovvero Torba di sfagno dal colore leggermente più chiaro e dal minore contenuto organico rispetto alla torba scura o nera, inoltre i due tipi si differenziano anche per il ph che per la prima è intorno al 4.5-5.5 mentre la seconda con un ph intorno al 3-3.5, per uso acquariofilo dalle aziende viene solitamente usata la torba scura o nera che viene venduta in granuli o in mattoncini fibrosi o anche in forma liquida sotto forma di estratti di torba.
Prima di passare all’utilizzo acquariofilo, esaminiamo meglio la Torba anche al fine di meglio comprendere le sue funzioni in acquario.
Innanzitutto c’è da dire che è una sostanza poco attiva in quanto dallo scarso contenuto di minerali, e con una attività biologica estremamente bassa poiché basta su batteri anaerobi.
La torba chimicamente viene definita come un eteropolimero, ovvero un composto dalla composizione non precisata.
Infatti, le conoscenze della composizione chimica sono incerte e tutt’oggi in continua evoluzione grazie a nuovi studi con tecnologie sempre più avanzate
Ciò nonostante possiamo affermare che le conoscenze sulle sue proprietà chimiche e chimico-fisiche sono alquanto definite poiché si basano su esperimenti e studi di laboratorio che analizzano i risultati ottenuti addivenendo sempre per ipotesi alla presenza nella torba di particolari gruppi funzionali; in particolare e per quel che ci riguarda, il carattere acido è attribuito alla presenza di gruppi funzionali acidi come il carbossile associato a catene alifatiche o ad anelli aromatici e il gruppo fenolico dei nuclei aromatici.
Tra le proprietà che più interessano l’acquariofilia possiamo elencare l’acidità, la chelazione, lo scambio ionico, la proprietà adsorbente.
Come anzidetto l’acidità della Torba è dovuta ai gruppi carbossilici e ai gruppi fenolici e la si definisce un’acidità debole per cui essendo appunto acidi deboli, la dissociazione aumenta con l’aumentare del pH per cui a valori intorno alla neutralità sono i gruppi carbossilici ad essere dissociati, mentre a valori di pH più elevati si dissociano anche i gruppi ossidrile dei fenoli.
A seguito della dissociazione dei gruppi funzionali anzidetti la torba acquisisce la proprietà di scambio ionico o meglio cationico, infatti, per equilibrare le cariche negative formatesi a seguito della dissociazione la torba adsorbe cationi come l’H+, il Ca2+, Mg2+ ecc..
Questa capacità di scambio, essendo direttamente collegata alla dissociazione acida aumenta con l’aumentare del pH.
La torba grazie a questo potere è in grado di adsorbire diverse molecole organiche, immobilizzandole e inattivandole in modo similare al carbone attivo anche se in maniera ridotta.
Da tutto cio ne consegue anche il potere tampone della torba che grazie ai suoi acidi deboli nonché alle basi adsorbite sulla sua superficie (queste solo se in presenza di ph inizialmente alti) riesce a evitare oscillazioni del pH, infatti in presenza di acidi, rilascia le basi precedentemente adsorbite e di contro adsorbe gli ioni idrogeno; in presenza di basi adsorbe cationi e rilascia ioni idrogeno i quali neutralizzano gli ioni idrossido.
Nel caso in cui la torba non abbia adsorbito basi poiché il pH era già acido o comunque ne abbia adsorbito modiche quantità non utili all’effetto tampone che ne scaturisce dallo scambio ionico, subentra il potere tampone che ne deriva dalla sua debole acidità e che si può riassumere cosi: “gli acidi umici sono acidi deboli che in presenza di acidi forti si comportano da base stabilizzando il pH ed evitando che lo stesso scenda oltre un dato limite e tantomeno risalga”.
Veniamo alla proprietà di Chelazione, la torba ha la proprietà di chelare i microelementi come il ferro ad esempio in quanto grazie alla presenza dei gruppi funzionali carbossile e ossidrile forma con i predetti, legami organometallici, ne scaturisce che la torba chela i metalli rendendoli non nocivi o addirittura assimilabili dalle piante.

Ora dopo aver detto cosa è la torba ed illustrato alcune delle sue proprietà, vediamone l’uso dal punto di vista strettamente acquariofilo.
Innanzitutto va detto che la torba piu indicata per il nostro uso è la torba scura o nera, in quanto ha una più alta decomposizione della sostanza organica contenuta, è sconsigliato in linea di massima l’uso della torba bionda o di sfagno in quanto contrariamente alla scura, presenta una decomposizione della materia organica più bassa e pertanto più soggetta a marcire in acqua oltre al fatto che ha un ph leggermente piu alto che si aggira sul 4.5-5.5 confronto al 3.5.4.5 della torba nera o scura, infine c’è la torba da giardinaggio il cui uso direi non è sconsigliato ma vietato in quanto arricchita con fertilizzanti e di conseguenza altamente inquinante.
Tra le torbe ad uso acquariofilo troviamo quelle in granuli, quelle fibrose, e quelle liquide che altro non sono che estratti della stessa.
Le prime due solitamente sono usate per pretrattare l’acqua a mezzo filtrazione, usate direttamente nei filtri o come substrato fertile, mentre la torba liquida la si puo usare per acidificare l’acqua per i cambi o direttamente in acquario.
La torba in granuli o fibrosa usata nei filtri o per pretrattare l’acqua, ha una peculiarità che la torba liquida non ha, infatti per la succitata proprietà di scambio ionico, quella solida ha una discreta azione adsorbente non certo pari a quella del carbone attivo ma sempre meglio di nulla come nel caso della torba liquida.
Questo materiale, viene usato in acquariologia per regolare o meglio si direbbe per abbassare il ph rendendolo acido, per rendere l’acqua piu tenera, ma anche per rendere piu scura l’acqua al fine di filtrare la luce o solo per questioni di estetica e gusto, oppure per tentare di rendere l’acqua piu simile possibile al biotopo naturale dei pesci ospitati come nel caso dei discus Wild.
Ovviamente la scelta puo ricadere su una delle finalità indicate ma ciò non esclude che la torba produca comunque tutti gli effetti elencati.
Per abbassare il ph in una vasca usando la torba in granuli o fibrosa vi sono due metodi, il primo è l’inserimento della torba in apposito sacchetto da inserire nel filtro, ed il secondo è il cosidetto “bomba di torba” che consiste nel filtrare con torba l’acqua prefiltrata da usare per i cambi, una volta ottenuto il pH ed il kh voluti, dico il kh, in quanto la torba ha anche questo potere ovvero di ridurre quest’ultimo valore mediante sottrazione di ioni calcio e magnesio, e di carbonati.
Al riguardo, è sconsigliabile l’uso di torba per acquari piantumati con piante esigenti in luce, in quanto la colorazione dell’acqua derivante dal suo uso filtra in particolar modo la radiazione blu prodotta dalle lampade per cui le piante ne risentirebbero.
Ultima particolarità dell’uso della torba in acquario è il fatto che gli acidi umici rilasciati, ad un dato momento, anche con kh 0, stabilizzano il ph evitando sbalzi dello stesso per il motivo succitato e che riporto “gli acidi umici sono acidi deboli che in presenza di acidi forti si comportano da base stabilizzando il pH ed evitando che lo stesso scenda oltre un dato limite e tantomeno risalga”, sempre con riguardo al ph si può dire ancora che usando abitualmente la torba questo difficilmente scenderà sotto il valore di 4,5-5.
__________________
Paolo Piccinelli...il mio spirito guida
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Vecchio 04-11-2008, 21:22   #59
FalKo
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credo che perchè il fondo inizi a denitrificare servano ben più dei due msei che indichi...probabilmente non rilevavi nitrati in vasca perchè sei "troppo bravo" ed hai allestito molto bene con rapporto piante/pesci favorevole alle prime
Concordo con quanto detto da Paolo.
Non solo. In realtà per un fondo denitrificante (la reazione è la seguente: 5 C6H12O6 + 24 NO3- --> 30 CO2 + 24 OH- + 18 H2O + 12 N2) occorrono, oltre a carbonio organico disponibile, condizioni anaerobiche, con spessori consistenti del substrato e granulometria fine, condizione a cui un fondo con akadama, pozzolana e torba (in uno spessore di una vasca da 35 litri) arriverà difficilmente.
Io ho raggiunto questo stato di cose in una mia vasca da 120 litri con fondo di ghiaia fine alto circa 10 cm e filtro interno che non ho mai toccato, dopo circa 6 anni dall’allestimento (ora ne ha circa 9).
In un’acquario l’uovo di colombo per la denitrificazione (soprattutto i un OTRAC) sarebbe il processo ANAMMOX (ANaerobic AMMonium OXidation), un processo scoperto (per caso)una quindicina d’anni fa, che permette la trasformazione anaerobica di ammonio e nitriti in azoto gassoso senza il supporto del carbonio organico, secondo la reazione: NH4+ + NO2- --> N2 + 2H2O. Con una sola reazione si tolgono di mezzo ammonio, nitrito (e nitrati che non si formano) e non si spende neanche carbonio…..( se volete, ho articoli anche di questi argomenti).
Tale processo esiste da sempre nel fondo di tutti gli oceani, dove è responsabile del 50% di azoto gassoso immesso nell’atmosfera. I Fautori di questa reazione sono batteri appartenenti al Phylum dei Planctomycetes e ai generi Brocodia, Kuenenia e Anammoxglobulus. Il problema pratico però, sta nel far crescere in un ambiente controllato SOLO tali ceppi batterici, inibendo gli altri (cosa molto complessa a livello industriale, e ancor di più in un acquario….). Ma ci si sta lavorando……
Comunque, poichè secondo me per un processo denitrificante nel fondo di un'acquario occorrono anni, sul breve termine, per un OTRAC, sarebbe meglio ragionare sul contributo e la funzione delle piante negli equilibri del sistema, soprattutto il rapporto corretto che si dovrebbe instaurare tra i composti azotati prodotti e quelli consumati e la concentrazione dei macro e microelementi in ambiente acido (sul cui valore esatto dovremmo decidere: io sarei per un pH tra 5.5 e 6.0).
scusate l'OT ma potresti mandarmi gli articoli sul processo ANNAMOX ???
ale.falchetti@tiscali.it

P.S. un certo Massimo Andreazzoli alias Poldo11 gia' parecchio tempo fa ha progettato un filtro che si basava sul processo annamox xo' nn centra niente con l' otrac
__________________
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Vecchio 04-11-2008, 21:22   #60
FalKo
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Concordo con quanto detto da Paolo.
Non solo. In realtà per un fondo denitrificante (la reazione è la seguente: 5 C6H12O6 + 24 NO3- --> 30 CO2 + 24 OH- + 18 H2O + 12 N2) occorrono, oltre a carbonio organico disponibile, condizioni anaerobiche, con spessori consistenti del substrato e granulometria fine, condizione a cui un fondo con akadama, pozzolana e torba (in uno spessore di una vasca da 35 litri) arriverà difficilmente.
Io ho raggiunto questo stato di cose in una mia vasca da 120 litri con fondo di ghiaia fine alto circa 10 cm e filtro interno che non ho mai toccato, dopo circa 6 anni dall’allestimento (ora ne ha circa 9).
In un’acquario l’uovo di colombo per la denitrificazione (soprattutto i un OTRAC) sarebbe il processo ANAMMOX (ANaerobic AMMonium OXidation), un processo scoperto (per caso)una quindicina d’anni fa, che permette la trasformazione anaerobica di ammonio e nitriti in azoto gassoso senza il supporto del carbonio organico, secondo la reazione: NH4+ + NO2- --> N2 + 2H2O. Con una sola reazione si tolgono di mezzo ammonio, nitrito (e nitrati che non si formano) e non si spende neanche carbonio…..( se volete, ho articoli anche di questi argomenti).
Tale processo esiste da sempre nel fondo di tutti gli oceani, dove è responsabile del 50% di azoto gassoso immesso nell’atmosfera. I Fautori di questa reazione sono batteri appartenenti al Phylum dei Planctomycetes e ai generi Brocodia, Kuenenia e Anammoxglobulus. Il problema pratico però, sta nel far crescere in un ambiente controllato SOLO tali ceppi batterici, inibendo gli altri (cosa molto complessa a livello industriale, e ancor di più in un acquario….). Ma ci si sta lavorando……
Comunque, poichè secondo me per un processo denitrificante nel fondo di un'acquario occorrono anni, sul breve termine, per un OTRAC, sarebbe meglio ragionare sul contributo e la funzione delle piante negli equilibri del sistema, soprattutto il rapporto corretto che si dovrebbe instaurare tra i composti azotati prodotti e quelli consumati e la concentrazione dei macro e microelementi in ambiente acido (sul cui valore esatto dovremmo decidere: io sarei per un pH tra 5.5 e 6.0).
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