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Ritengo poco sostenibile nutrire animali (con cibo lontanamente decente) in modo che producano azoto per le piante, invece che concimare (magari con scarti o con del letame a costo 0).
Spesso sono sistemi in vendita per sfruttare la moda del "bio" fatto in casa e l'"ecologia ammericana de noantri".
Sicuramente è meno pratico, se però per te è un hobby...
Ti faccio notare però (a scanso di equivoci) che questo è un forum di acquariofilia consapevole, e si danno consigli per tenere bene i pesci.
Già in vasche di piante spinte si sconsigliano spesso i pesci, se tu vuoi tenere animali in:
- poco spazio,
- favorendo anche le piante emerse (ossia non solo azoto ma fertilizzazione, ecc. ecc.)
potrebbe diventare un compromesso sconsigliato.
Fai un discorso un po' semplicistico, come altri in questa discussione. La natura è costituita da ecosistemi. La terra serve solo di sostegno e come serbatoio per i micro e macro nutrienti necessari. Nutrienti che vengono dalla decomposizione degli scarti di qualunque tipo. Io non ho parlato di idroponica spinta, ho parlato di acquacoltura con piante, è la traduzione raccontata di aquaponics. è un discorso diverso. Se avessi usato il termine acquaponica il 90% di chi leggeva avrebbe erroneamente dedotto idroponica o acquacoltura, o idrocoltura.
Sì, avevo letto qualcosa, si tratta di sistemi poco efficienti per lo sviluppo commerciale, e anche quando sono "piccoli" occupano una serra.
Io sarò semplicistico, ma quello che vuole farlo in un vaso sei tu.
Se è una prova per hobby, non ho nulla da dire (ma ti sconsiglio pesci o invertebrati se non minuscoli e una fertilizzazione che non li danneggi), altrimenti mi concentrerei su soluzioni diverse se sei interessato a sistemi (quasi) chiusi.
Per esempio puoi cercare "autovasca" sul forum.
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Uova disponibili di Melanotaenia boesemani. MP se interessati (cedo e valuto anche scambi con piante varie, ampullarie, caridine anche non selezionate, uova di altri rainbowfish o cibo per pesci) Spedizione rapida o ritiro a mano a FI e prov.
Morali a parte e tralasciando le esigenze dell'animaletto/i (non ci credo che ho effettivamente scritto questo bisogna anche considerare le esigenze della pianta/e in questione. Io come esperimento ho provato delle piante tenute in vasi apposta per l'idroponico con granuli di argilla espansa per le radici ed usando esclusivamente acqua presa dagli acquari. Ho provato con delle piantine di fragola (con l'acqua dagli mbuna) ed è stato un fallimento totale mentre con le orchidee (comuni Phalenopsys) con l'acqua dal sudamericano è andata meglio (vedi fioritura in corso ripetuta dopo 12 mesi), ma si tratta di piante evolutesi in ambiente estremamente oligotrofico. Non credo che le piantine di erbette per la cucina possano ricavare da un sistema così elementare sufficenti nitrati, fosfati, potassio ed oligoelementi per crescere rigogliose. Che i vegetali possano costituire una componente importante dei nostri "ecosistemi-acquario" è indubbio, alcuni acquariofili (me incluso) li vedono come un ausilio per migliorare le condizioni di vita degli animali (vedi il mio esperimento algae scrubber), per altri le piante (sommerse) sono l'obbiettivo principale (vasche olandesi o comunque hi-tech) ma in questo caso diviene necessaria una "attrezzatura" notevole (fondi fertili, co2, fertilizzanti, luce) che in parte probabilmente con le piante emerse non è necessaria. Autovasca a parte magari qualche suggerimento può giungere da chi si intende di paludari. Ciao
Grazie per l'ottima risposta. La prima che vede qualche sfaccettatura. Stamattina sono anche riuscito a capire perché il forum non mi faceva le ricerche, e ho già visto le discussioni sulle autovasche. Ripeto che non si tratta di idroponica, per cui non siamo verso l'Olanda, ma più verso il Bangladesh. Comunque mi sono spostato su altri forum meno settari. Grazie.
Ho preso le orchidee un anno orsono, subito attentamente rimosso il "substrato" (frammenti di corteccia) dalle radici e messe nei vasetti appositi (vaso esterno stagno e vaso interno con i fori sul fondo). Metto acqua dall'acquario per una altezza di 3-4 cm e non la cambio ma reintegro quando quasi esaurita. L'acqua nella mia vasca sudamericana ha kh quasi nullo. Le orchidee si sono adattate bene ma è importante non lasciare la totalità delle radici "in ammollo". Alcune altre famiglie di orchidee poi richiedono un periodo di "siccità"
Non ho il pollice verde quindi se crescono a me... Il problema principale delle comuni orchidee è che la corteccia con cui vengono vendute pri.a o poi marcisce ed il comune terreno/terriccio è troppo ricco. L'argilla espansa e l'acqua dall'acquario con le piche sostanze nutritizie sembra funzionare. Ciao
Il problema principale delle comuni orchidee è che la corteccia con cui vengono vendute prima o poi marcisce ed il comune terreno/terriccio è troppo ricco. L'argilla espansa e l'acqua dall'acquario con le poche sostanze nutritizie sembra funzionare. Ciao
da appassionato di orchidee, io sapevo che quel tipo di corteccia (che tecnicamente si chiama bark) non è problematica, anzi necessaria. perchè le orchidee temono molto i ristagni di acqua, quindi la corteccia serve proprio per fare in modo che l'acqua percoli velocemente, senza rimanere a contatto con le radici, serve per mantenere l'umidità, ma senza l'acqua. le radici delle Phalaenopsis sono fatte per assorbire l'umidità dall'aria, non dalla terra. quindi mi hanno sempre detto di non lasciare assolutamente l'acqua.
la corteccia marcisce dopo 2 o 3 anni, è normale, allora bisogna fare il rinvaso. ma se non è marcia, non c'è motivo di fare un rinvaso.
secondo me per le orchidee la terra da giardino non va bene, ma non perchè sia troppo ricca, ma solo perchè al suo interno le radici soffocherebbero e marcirebbero. invece per evitare marciumi radicali , va usato un composto leggero e arieggiato come il bark.
in natura solo pochissime orchidee crescono a terra, gran parte delle specie cresce sugli alberi, sono epifite.
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"E casomai non vi rivedessi: buon pomeriggio, buonasera e buonanotte! "
Il problema principale delle comuni orchidee è che la corteccia con cui vengono vendute prima o poi marcisce ed il comune terreno/terriccio è troppo ricco. L'argilla espansa e l'acqua dall'acquario con le poche sostanze nutritizie sembra funzionare. Ciao
da appassionato di orchidee, io sapevo che quel tipo di corteccia (che tecnicamente si chiama bark) non è problematica, anzi necessaria. perchè le orchidee temono molto i ristagni di acqua, quindi la corteccia serve proprio per fare in modo che l'acqua percoli velocemente, senza rimanere a contatto con le radici, serve per mantenere l'umidità, ma senza l'acqua. le radici delle Phalaenopsis sono fatte per assorbire l'umidità dall'aria, non dalla terra. quindi mi hanno sempre detto di non lasciare assolutamente l'acqua.
la corteccia marcisce dopo 2 o 3 anni, è normale, allora bisogna fare il rinvaso. ma se non è marcia, non c'è motivo di fare un rinvaso.
secondo me per le orchidee la terra da giardino non va bene, ma non perchè sia troppo ricca, ma solo perchè al suo interno le radici soffocherebbero e marcirebbero. invece per evitare marciumi radicali , va usato un composto leggero e arieggiato come il bark.
in natura solo pochissime orchidee crescono a terra, gran parte delle specie cresce sugli alberi, sono epifite.
Perfettamente d'accordo, oppure la torba ben "arieggiata". Ripeto non sono assolutamente esperto di botanica. La coltura semidroponica (perché come diciamo entrambe la idroponica vera con le radici perennemente sommerse non è idonea a queste piante) è ben sperimentata per molte varietà di orchidee (c'è una pletora di istruzioni su forum e youtube) e visto che la corteccia prima o poi va cambiata e pensando che più passa il tempo e più diviene traumatico districarla dalle radici sempre più aggrovigliate (mentre con l'argilla espansa quando necessario basta rinvasare), ho pensato di farlo subito. Date le mie scarse attitudini passate con le orchidee direi che dopo 12 mesi possi ritenermi incoraggiato di aver trovato un modo "idiot proof " di godermi questi splendidi fiori. Ciao