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Vecchio 04-06-2006, 11:40   #1
fqlnws
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ECOLOGIA DELL'ACQUARIO DI PIANTE

Ciao a tutti,

mi hanno regalato questo libro di Diana L. Walstad che tratta di piante acquatiche ed alghe, e a detta di molti è uno dei migliori libri a riguardo. Il libro è focalizzato molto su vasche definite "low tech" dalla stessa autrice che non prevedono CO2 aggiunta o fertilizzanti, ne tanti altri accorgimenti che noi europei adottiamo. Dopo una trattazione di 6 capitoli su chimica, allelopatia delle piante e assimilazione nutrienti, il libro tratta di luce alghe e fertilizzanti. Secondo l'autrice ad esempio, per combattere le alghe non bisogna assolutamente ridurre il fotoperiodo in quanto questo svantaggerebbe solo le piante che si troverebbero private di luce, mentre le alghe che crescono anche con pochissima luce non rallenterebbero la crescita. Altro fattore preso in considerazione è quello del cambio d'acqua che secondo lei non deve essere fatto perchè immetterebbe nuove sostanze nutritive che avvantaggiano le alghe in quanto le piante possono benissimo prenderli dal fondo. A tal proposito suggerisce di inserire il carbone attivo per eliminare le sostanze nutritive e quelle allelopatiche prodotte dalle alghe, che svantaggierebbero le piante nella crescita, ed eliminare con il carbone anche il DOP. Riguardo a fertilizzanti e co. lei asserisce di non usarne mai, in quanto i resti del mangiare e le feci dei pesci contengono i nutrimenti necessari in quantità sufficiente. Lei parla di cambi d'acqua ogni 3 mesi nelle sue vasche.... E di vasche esposte a luce solare diretta...
Parla inoltre di esperimenti atti a misurare la produzione di ossigeno delle piante a seconda dello spettro di luce, lei dice che la maggior produzione si ha con lunghezze d'onda nel verde-giallo e non nel blu poichè normalmente sembra che in natura nell'acqua sia prevalente proprio questa luce, contrariamente a quello che succede fuori dall'acqua.
Che ne pensate voi di tutto questo???

Punti in comune con ciò che ho letto sul forum sono:

Inserire piante galleggianti, che avendo il "vantaggio aereo" assorbono molti nitrati e nutrienti dall' H2O sfavorendo le alghe.

Usare un fondo fertile, anche se lei usa il comune terriccio da giardino...

Scusate la lunghezza, ma racchiudere un libro di 200 pagine in un post....

fqlnws non è in linea   Rispondi quotando


Vecchio 04-06-2006, 14:03   #2
mmicciox
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ti dirò che un punto che concorda con la mia esperienza diretta riguarda l'esposizione delle vasche alla luce solare per alcune ore. Le mia vasche nn ne risentono, ho letto da qualche parte che forse dipende dal fatto che uso lampade a spettro completo pentafosforo
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Ciao, Marco

IL MIO ACQUARIO http://acquariofilia.biz/album_pic.php?pic_id=2525
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Vecchio 04-06-2006, 19:12   #3
GFONDA
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La perplessità più grossa è la mancata aggiunta di CO2, i cui benefici saltano all'occhio immediatamente, e non solo per le piante: se tolgo la CO2 il pH mi sale fino a quasi 8, e questo non è certo buono per la maggior parte dei pesci.
E' abbastanza condivisibile per la maggior parte delle situazioni anche la non aggiunta di fertilizzante: nitrati e CO2 sono i due "alimenti" principali delle piante, ma senza ferro molte piante (alla lunga forse tutte) stentano. Forse nel libro è anche spiegato da dove arriva il ferro: probabilmente dal fondo, ma allora bisogna prevedere un fondo capace di fornire ferro a lungo.
Siccome non ho letto il libro, ma mi hai incuriosito e mi sa che lo leggerò, non mi pronuncio sul sistema intero. Osservo solo che ogni sistema ha una sua logica e un suo campo di validità, cioè non vale in tutte le sue situazioni e vale solo se seguito in tutti gli aspetti (illuminazione, filtraggio, fondo, fertilizzazione, ecc.). I singoli lementi a se stanti significano poco.
Quello probabilmente non funziona è la "macedonia", ovvero prendere pezzetti di vari sistemi diversi e metterli insieme.
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Giorgio Fonda
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Vecchio 04-06-2006, 19:47   #4
fqlnws
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ciao,

beh lei parla di fondo aeobico ed anaerobico che sono in grado di limitare al Fe di legarsi con le altre sostanze presenti in acqua e per la CO2 sfrutta molto la decomposizione del mangime e delle feci abbinata ad un flusso d'acqua molto moderato per non disperderla. Suggerisce infatti di non pulire mai il fondo... Il peggior fondo anaerobico, secondo lei, è rappresentato dalla sabbia...

cmq il libro costa 30Euro.
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Vecchio 05-06-2006, 20:14   #5
fqlnws
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tutti in ferie gli espertoni????
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Vecchio 05-06-2006, 23:30   #6
GFONDA
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Beh, su questi particolari sono abbastanza d'accordo: anch'io uso un flusso moderato, inferiore alla capacità della vasca e non pulisco mai il fondo, anche perché è quasi tutto ricoperto di piante e in realtà non c'è neanche molto da pulire perché non c'è sporco.
Però se sospendo la fertilizzazione con CO2 il ph sale e soprattutto la CO2 scende. Questo in vasche piccole e con piante a crescita non rapida può non rappresentare un problema. Ma in vasche grandi e profonde le piante a crescita media e rapida, dopo aver iniziato a crescere, deperiscono.
Mi sfugge la produzione di anidride carbonica dalla decomposizione del mangime (ma quanto gliene da' di mangime, perciò che ne resti da decomporsi?) e delle feci. Mi immagino più una botta di nitrjti e di ammoniaca che di CO2. Ecco perché mette il carbone attivo! E con il carbone attivo può anche ridurre i cambi d'acqua.
Il ferro poi tende a diventare trivalente e inutilizzabile dalle piante, e a depositarsi nel fondo e nel filtro. Basta utilizzare un test per assistere alla sua dimibuzione nel giro di alcuni giorni.
Per non parlare di altri elementi minori, che tendono a sparire dall'acquario e che pertanto vanno reintegrati...
Complessivamente non sono convinto.
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Vecchio 15-06-2006, 19:36   #7
Pupa
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A me questo metodo mi incuriosisce molto, lo voglio leggere!
Comunque ho letto altre esperienze di acquari low tech, che ,senza arrivare ad avere un olandese, prosperano bene, e senza carbone che pulisca l'acqua.
Il metodo in realtà è vecchio, e non innovativo.
Prima gli acquari si allestivano con quello che si trovava in natura, anche le piante potevano essere prese dagli stagni o rive dei laghi, e non c'erano lampade alogene e bombole di CO2, ma luce solare, posizionandoli vicino alle finestre.
Le alghe non erano considerate un problema estetico, ma funzionali all'equilibrio.
Come dicevo anche a Balabam in un suo topic, mi sono ricordata che anche Lorenz Konrad, nel libro nel suo L'Anello di re Salomone, ha fatto vari esperimenti sulla realizzazione di acquari "naturalistici" senza tecnologia o filtri, ed è stato tra i primi(credo) a studiare anche l'aggressività del Betta.
Lo vorrei rileggere ma nn riesco a trovarlo in mezzo ai centinaia che ho in giro per casa... -04

Pupa
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Vecchio 16-06-2006, 13:21   #8
Entropy
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La gestione di un'acquario può essere fatta in mille modi diversi e ognuno di questi può essere quello giusto se sono state studiate ed analizzate le molteplici variabili in gioco. Fondo, luce, acqua, nutrienti, Flora, Fauna, ogni fattore va visto in funzione di tutti gli altri.
Che ogni acquario faccia storia a sè, lo ripeto e si ripete in continuazione.......
Sarei curioso di sapere quali e quante piante e quali e quanti pesci mette in vasca Walstad......
La riduzione del fotoperiodo per contrastare le alghe non è mai stata una soluzione (a meno che uno abbia, fin dall'inizio, 14 ore di luce).
Riguardo i cambi d'acqua, non è affatto utopistico cambiare l'acqua ogni 3 mesi. In un mio esperimento su una vasca da 110lt, non ho cambiato l'acqua per oltre 6 di mesi, ma vanno rispettati criteri di gestione particolari. E poi, in che senso con i cambi si aggiungono sostanze nutritive superflue? Questo dipenderà dalle caratteristiche dell'acqua che tolgo (magari ricca in sostanze azotate) e da quelle dell'acqua nuova che introduco (fosse anche solo acqua d'osmosi arricchita da sali....).
E le scorie/feci/foglie morte che si decompongono, non arrichiscono solo il fondo, ma anche l'acqua, e se il rapporto Flora/Fauna non è corretto, l'accumulo di sostanze in eccesso è esponenziale.
Sulla questione CO2, indubbiamente il carbonio serve alle piante quanto ai pesci (nelle feci non ce n'è un granchè e semmai sarà il prodotto dei batteri che si nutrono di feci e scorie a dare CO2, ma ci sono altri prodotti e variabili da considerare) e non tutte le piante sono capaci di prenderlo dai carbonati dell'acqua. Che possa esistere un'acquario senza l'uso di CO2 è indubbio, ma stiamo sempre lì: dipende da come è strutturato l'acquario.
Come ha detto Pupa, anche K. Lorenz si dilettava (e studiava) nella realizzaione di acquari low-tech (ma all'epoca di "tech" c'era veramente poco....), come ecosistemi "quasi" chiusi in cui si instaurava un equilibrio "quasi" stabile. Ma c'è da sottolineare che l'allestimento di tali vasche prevedeva piante acquatiche nel vero senso della parola (Elodea, Myriophyllum, Ceratophyllum) e non piante tropicali adattate alla vita sommersa (più esigenti e "capricciose"); nelle sue vasche c'erano, con suo giusto orgoglio, anche alghe (che noi tanto schifiamo) come Nitella, Chara ed altre. E che la popolazione faunistica era per lo più formata da una miriade di piccoli abitanti, come copepodi, cladoceri, ostracodi, larve di Dytiscus e Aeschna e (se capitava) pochissimi pesci.
Riguardo alla lunghezze d'onda utilizzata dalle piante acquatiche, è vero che queste si sono adattate a lunghezze più vicine al verde-giallo, ma :
- questo riguarda le piante acquatiche VERE e non quelle adattate alla vita sommersa (la maggior parte di quelle in vendita)
- Si sono adattate a lunghezze sul verde-giallo perchè le onde luminose, attraversando la colonna d'acqua, cambiano la loro lunghezza d'onda (allungandola), quindi un blu potrà virare al verde (ed è per questo che il rosso, che è già su lunghezze d'onda notevoli, è il primo colore a scomparire scendendo di profondità), MA in colonne d'acqua di 30cm è tutto molto relativo (cambia poco.....).
Anche riguardo alle vasche esposte alla luce solare diretta, si deve considerare la gestione totale della vasca (ed infatti lei non fertilizza ed usa carbone attivo....), ma vorrei sapere la grandezza di tali vasche, le ore di sole che prendono e in che momento della giornata e la loro temperatura raggiunta in estate.....

Scusandomi della lunghezza del post, forse è meglio che per ora la finisca qua......
Entropy non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 16-06-2006, 23:20   #9
GFONDA
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Questo topic sta diventando interessante.
Sono d'accordo con Pupa e Andrea. Ogni vasca raggiunge un equilibrio proprio e può funzionare anche senza troppi marchingegni tecnici, ma non c'è una regola semplice per farlo: le variabili che interagiscono sono tante e l'equilibrio è sempre precario.
Il mio primo acquario risale a più di 35 anni fa, e con un areatore si mandava avanti tutto: filtro sottosabbia, pietra porosa, ecc. Non c'erano tanti test per i valori dell'acqua, e si faceva tesoro di ogni esperienza. Qualche volta le vasche funzionavano a meraviglia, poi senza apparente motivo morivano o le piante o i pesci. La riproduzione di un guppy era un avvenimento. Fare una bella vasca allora era difficile, ma non è banale neanche oggi, con tutte le diavolerie tecnologiche delle nostre vasche.
Questo per dire che allora come oggi si possono fare delle vasche funzionanti senza CO2, senza filtro esterno, con una illuminazione approssimativa, senza fertilizzanti costosi.
Nessun rimpianto comunque. Della CO2 si può fare a meno, stando attenti a non sovraccaricare di piante la vasca, soprattutto se la vasca non è troppo profonda e non si muove troppo l'acqua.
In una vasca con soli due oranda, senza CO2 né fertilizzante, gli anubias mi crescevano tanto che ogni tanto ne buttavo via un secchio pieno. Ed anche ora in una vaschetta di pochi litri e una lampadina il monosolenium sta un po' alla volta sta occupando tutto lo spazio disponibile.
Allestire low tech, in un periodo high tech può essere una sfida interessante. Comunque ora, a parte la vaschetta di 15 litri, non penserei mai di fare una vasca di piante senza un buon impianto di CO2, preciso e con regolatore elettronico.
A proposito di esperimenti senza cambio d'acqua: ora uso filtri esterni e preferisco toccarli il meno possibile, effettuanto piuttosto cambi d'acqua con acqua d'osmosi. Ma per un lunghissimo tempo non effettuavo i cambi, ma settimanalmente pulivo a fondo il prefiltro in modo da eliminare il più possibile lo sporco e sifonavo il fondo. Non ho mai avuto nitrati bassi come in quel periodo e nessun problema né con pesci (pochi, naturalmente) né con le piante, e nessun'alga. Con pulizie molto frequenti del prefiltro si elimina una parte dei rifiuti prima ancora che inizi il ciclo del carbonio e il filtro biologico lavora leggero. Se invece non si fanno né i cambi né la pulizia assidua del prefiltro, è probabile che prima o poi scoppino dei problemi gravi. L'autrice del libro in questione utilizza invece il carbone attivo, con il risultato di rimuovere comunque le impurità dall'acqua. La mia esperienza (fatta ahimé anche di fallimenti) mi suggerisce che il metodo che garantisce migliori risultati nel tempo sia quello di filtrare lentamente con un filtro molto sporco e di cambiare una quantità d'acqua sufficiente a rimuovere nitrati e fosfati (spesso si dimenticano i fosfati, ma sono la principale causa di infestazione di alghe).
Ciao a tutti
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dellacquario , ecologia , piante

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