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Originariamente inviata da Robi.C
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Originariamente inviata da Eduard1402
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dove pensate che vivano le piante in natura se non nel terriccio? ;)
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E' quello che dico sempre anche io, non penso che le piante in natura vivano nella fluorite, i fondi fertili dopo un anno non sono più fertili e con quello che costano preferisco comprare qualche pianta in più.
Morale della favola, prossimo acquario con terra come fondo
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Occorre fare tre precisazioni in merito.
La prima è che molti fondi allofani e/o con un alto valore di CSC (capacità di scambio cationico) (e tra questi ci sono oramai anche molti substrati commerciali, compresa la fluorite) in realtà non esauriscono i nutrienti, ma li possono accumulare al loro interno (per poi scambiarli con le radici delle piante con altri ioni) sequestrandoli dalla colonna d’acqua e dal materiale in decomposizione sul fondo (cibo, escrementi, tessuti vegetali morti,….). La loro “ricarica” dipende ovviamente dal rapporto piante/animali, dal cibo dosato in vasca, dal protocollo di fertilizzazione e dai parametri chimico-fisici dell’acqua.
La seconda precisazione è che il termine “terriccio” per definire il substrato in cui vivono le piante è veramente poco indicativo. Se vado ad analizzare, ad esempio, il substrato di crescita della Vallisneria nel lago di Bracciano, troverò un’ altissima percentuale di fanghi argillosi che poco assomigliano all’idea di “terriccio”.
Stesso discorso per i fondi totalmente sabbiosi di un lento fiume dove crescono rigogliose piante sommerse ed emerse, o per i fondi ciottolosi ad elevata granulometria di un rapido torrente.
In pratica anche la ghiaia, la sabbia o il fango sono substrati altrettanto naturali del “terriccio” per la crescita delle piante (soprattutto di quelle acquatiche). Dipende tutto di quali piante e di quali ecosistemi parliamo.
La terza precisazione è che non si può sempre considerare ogni parametro ambientale preso in natura e riproporlo tale e quale nell’acquario. Perché quest’ultimo è un sistema artificialmente “chiuso” e i suoi scambi con l’esterno per correggere eventuali squilibri chimico-fisici sono praticamente nulli.
Il terriccio presente in un lago o in un corso d’acqua viene coinvolto continuamente da input e output di materia ed energia (reti trofiche con prede e predatori, acqua piovana, emissari e immissari, percolazioni nel terreno, migrazioni di fauna, cicli giornalieri e stagionali,…..) che regolano continuamente l’intero ecosistema.
In 5 vetri invece, un aumento (ad esempio) della concentrazione di fosfati per un eccesso di “terriccio” rispetto al volume d’acqua presente, non può essere ammortizzato o assorbito dal “sistema” (a meno di un nostro repentino e continuo intervento), che quindi collassa.
In definitiva, l’utilizzo del terriccio da giardino in acquario (e la sua esatta quantità) è sicuramente possibile, ma deve essere attentamente analizzato e vagliato in base alla tipologia di vasca che andremmo ad allestire. Ci sono vasche in cui si può fare e altre in cui non è consigliabile.
Ovviamente anche la scelta di terre con un alto CSC (compresi lapilli vulcanici e pomici) , di sabbie e di ghiaie e il loro relativo mescolamento, si può operare anche al di fuori delle proposte commerciali a livello acquariofilo (vedi marche). Occorre solo un minimo di conoscenza di tali substrati e dei cicli chimico-fisici che li riguardano.
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Originariamente inviata da Robi.C
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Ma questo della terra non è il metodo di guarraci?
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In realtà questo metodologia di conduzione di un acquario è quella originaria ed è molto più antecedente: metodo Konrad Lorenz (1903 - 1989).
Io stesso, negli anni '80, iniziai così gli allestimenti di un acquario (e in realtà continuo tutt'ora....)