ik2vov, e dove ti avrei attaccato io?!?
(per favore ti chiedo inoltre se puoi correggi una delle mie citazioni perchè così com'è sembra che ti stia dando dello stupido dato che l'hai riportata prima ancora che io mi accorgessi della svista e dell'errore di scrittura e potessi così correggere (come subito dopo ho fatto dopo aver riletto) ed hai dimenticato di riportare la parola anzi tra le virgole..)
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Quote:
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Altri metodi utilizzano composti di carbonio piu' complessi rispetto alla vodka (per fare questo ci sono stati degli studi) per fare si' che lo squilibrio sia minore, inoltre vengono reinteggrati ceppi batterici che possono venire a mancare.
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però di fatto non sappiamo di fatti quali siano questi composti di carbonio complessi rispetto alla wodka?
che io sappia inoltre gli autotrofi non usano carbonio più complesso ma il contrario CO2...
gli autotrofi (che utilizzano carbonio inorganico ed energia solare luminosa come fotosintesi oppure la reazione chimica ) sono nel nostro caso gli azotofissatori appunto chemioautotrofi o meglio chemiolitotrofi a cui appartengono batteri che utilizzano l’ossidazione di composti inorganici come fonte di energia e la CO2 come fonte di carbonio. L’energia necessaria alla riduzione della CO2 in glucosio non deriva dalla energia radiante (come accade per fotosintesi clorofilliana nelle alghe azzurre cianobatteri ad esempio) ma dall’ossidazione di piccoli composti inorganici. A questo gruppo di microrganismi appartengono i batteri nitrificanti:
Le forme ridotte dell’azoto, NH3 o NO2 vengono convertite in una forma ossidata come NO2- o NO3- rispettivamente da batteri come Nitrosomonas o Nitrobacter, NItrospira,NItrosococcus Nitrosobulos Nitrospina NItrococcus...questi quindi utilizzano solo co2 H2o e sali minerali essendo autotrofi per crescere.
ci sono però dei batteri come ad esempio Pseudomonas ma anche aspergillus flavus che possono essere dei chemioautotrofi facoltativi. Infatti di solito queste specie sono chemiorganotrofe e quindi eterotrofe, ma la presenza di enzimi particolari li rende capaci di utilizzare composti inorganici come fonte di energia ma presentano una cinetica tre volte inferiore rispetto ai primi menzionati.
Quelli che vengono usati nei trattamenti di rimozione dell'azoto sono il nitrosomonas europea e i nitrobacter winnogradskyi sono entrambi chemioliotrofi utilizzano carbonio inorganico (CO2) e ossigeno molecolare e ammoniaca per la sintesi cellulare si replicano in 8/36h e 15/58h
le reazioni che stanno alla base del loro metabolismo indicano che perchè non si inibiscano hanno bisogno di enorme richiesta di O2: per ogni mg di azoto ossidato a azoto nitrico ce ne vogliono 4.3mg di O2 circa 2mg/l sotto 1mg/l la nitrificazione rallenta e si inibisce sotto 0.2mg/l da qui il necessario movimento e lo skimmer...
il ruolo del ph non è meno importante dato che studi hano evidenziato un maggior tasso idi crescita tra 7.2 ed 8.5 per tamponare l'eccesso di acido carbonico che si forma durante queste reazioni metaboliche inoltre basso ph interferisce con la presenza di ammoniaca libera e di notroso indissociato che sono fattori inibenti il metabolismo stesso dei batteri..
riguardo invece la denitrificazione essa avviene ad opera di batteri eterotrofi facoltativi in condizione di anossia..ed ossidano il substrato carbonioso organico utilizzando i nitrati invece dell'O2 e producono azoto gassoso.
Rispetto ai batteri nitrificanti che sono fondamentalmente i due ceppi menzionati i denitrificanti sono diveri: Pseudomonas, Micrococcus, Archromobacter, Bacillus...
con al denitrificazione si ha un aumento del ph proprio all'opposto rispetto al calo del ph della prima reazione di nitrificazione anche se nonsi raggiunge l'equilibrio perchè la prima reazione prevale su questa seconda..
in condisioni di presenza di ossigeno questi batteri eterotrofi facoltativi usano O2 invece dei nitrati per ossidare il carbonio organico che rappresenta una via energetica più economica in questi termini 686Kcal contro 570...
quindi i nitrati rimarebebro ad accumularsi..
riguardo la fonte di carbonio CxHyOz, questa può esser
liquame stesso, sia grezzo che sedimentato (fonte di carbonio interna) oppure dal substrato carbonioso costituente le stesse cellule batteriche (fonte di carbonio endogeno);
da un composto organico puro come il saccarosio, metanolo, acetato, glucosio, ...
(fonte di carbonio esterna).