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PoecilidiPer parlare di tutto quanto concerne i Guppy, Platy, Velifere, Molly, ma anche su altri Poecilidi e famiglie (vivipare e ovovivipare) affini come Goodeidi, Emiranfidi e Anablepidi. Le esigenze, la riproduzione, la compatibilità, l’habitat, ecc.
non sono per niene entusiasta di una simile situazione, se accadesse dalle mie parti ne sarei davvero amareggiato; ricordo i racconti delle generazioni che non ci sono più e che hanno vissuto prima della globalizzazione. parlavano fieri di ambienti incontaminati, in cui era ricorrente l'incontro con una fauna ricca e generosa, adattata in centinaia di anni, migliaia forse, in un areale ristretto a cui conferivano una particolare valenza ecologica.
ormai dobbiamo rinunciare a tutto questo, centinaia di specie autoctone vengono rimpiazzate dalle più aggressive concorrenti tropicali (cinghiali, testuggini, castori, pesci, insetti e tanti altri gruppi)che causano nuovi problemi che non saremo pronti a fronteggiare. le nicchie ecologiche in cui i nostri nonni trovavano davvero il paradiso vengono invase sotto i nostri occhi che voi mi dite dovrebbero essere lieti e compiacenti?
mi dissocio, e glielo darei io un bel premio a sto signore che alleva pesci tropicali
__________________ SE NON FAI NIENTE NON RISCHI NIENTE Non illudiamoci, gli acquari sono tutti finti... una semplice proiezione di quello che immaginiamo dovrebbe essere... ne cogliamo la sostanza, ne assaporiamo l'essenza ma non la natura.(Enza Catania)
non sono per niene entusiasta di una simile situazione, se accadesse dalle mie parti ne sarei davvero amareggiato; ricordo i racconti delle generazioni che non ci sono più e che hanno vissuto prima della globalizzazione. parlavano fieri di ambienti incontaminati, in cui era ricorrente l'incontro con una fauna ricca e generosa, adattata in centinaia di anni, migliaia forse, in un areale ristretto a cui conferivano una particolare valenza ecologica.
ormai dobbiamo rinunciare a tutto questo, centinaia di specie autoctone vengono rimpiazzate dalle più aggressive concorrenti tropicali (cinghiali, testuggini, castori, pesci, insetti e tanti altri gruppi)che causano nuovi problemi che non saremo pronti a fronteggiare. le nicchie ecologiche in cui i nostri nonni trovavano davvero il paradiso vengono invase sotto i nostri occhi che voi mi dite dovrebbero essere lieti e compiacenti?
mi dissocio, e glielo darei io un bel premio a sto signore che alleva pesci tropicali
mi sembra un po' un discorso "o tempora o mores" :) non sono sicuro che i nostri nonni vivessero in un paradiso, probabilmente lavoravano dodici ore al giorno e morivano di tisi e di pellagra. beh magari non i nostri nonni ma i nostri bisnonni..
che le nuove specie introdotte possano prendere il sopravvento sulle specie autoctone non c'e' dubbio, lo hanno fatto in molti casi e in molte parti del mondo.
non sono sicuro che questa sia necessariamente una cosa negativa, ritengo che gli ecosistemi non siano statici ma dinamici, molto piu dinamici di quello che pensiamo. anche senza l'intervento dell'uomo le specie animali si spostano e diventano a tratti invasive e soppiantano altre specie autoctone.
Ma senza l'intervento dell'uomo si spostano a velocità infinitamente inferiori e quindi c'è il tempo perché si instaurino nuovi equilibri. Se di botto una nuova specie si trova in un territorio in cui non era mai stata e non incontra fattori limitanti, può diventare una catastrofe ecologica. Conosciamo moltissimi esempi di questo tipo. Poi non dico che questo sia il caso dei guppy, però i risultati si sanno DOPO,quando non si può più tornare indietro.
Ma senza l'intervento dell'uomo si spostano a velocità infinitamente inferiori e quindi c'è il tempo perché si instaurino nuovi equilibri. Se di botto una nuova specie si trova in un territorio in cui non era mai stata e non incontra fattori limitanti, può diventare una catastrofe ecologica. Conosciamo moltissimi esempi di questo tipo. Poi non dico che questo sia il caso dei guppy, però i risultati si sanno DOPO,quando non si può più tornare indietro.
quotone...
più che agli endler somigliano molto ai guppy wild
mi sembra un po' un discorso "o tempora o mores" :) non sono sicuro che i nostri nonni vivessero in un paradiso, probabilmente lavoravano dodici ore al giorno e morivano di tisi e di pellagra. beh magari non i nostri nonni ma i nostri bisnonni..
che le nuove specie introdotte possano prendere il sopravvento sulle specie autoctone non c'e' dubbio, lo hanno fatto in molti casi e in molte parti del mondo.
non sono sicuro che questa sia necessariamente una cosa negativa, ritengo che gli ecosistemi non siano statici ma dinamici, molto piu dinamici di quello che pensiamo. anche senza l'intervento dell'uomo le specie animali si spostano e diventano a tratti invasive e soppiantano altre specie autoctone.
intendevo un paradiso dal punto di vista naturalistico, in ambienti incontaminati e quando gli impatti ambientali erano sicuramente più limitati di oggi tutti gli ecosistemi erano caratterizzati da una complessità e una variabilità delle popolazioni (=biodiversità) che si erano instaurate nel corso dei secoli, dando vita a sistemi maturi e complessi.
non c'è niente di buono nel fatto che "le nuove specie introdotte possano prendere il sopravvento sulle specie autoctone" se le prime sono state introdotte indiscriminatamente e con fini di lucro, nella totale ignoranza delle conseguenze che inevitabilmente si avranno a carico delle specie autoctone.
la dinamica delle popolazioni non è una tua opinione, esiste e si basa come ti hanno detto sul concetto che ogni elemento ha un pabulum e un fattore di contenimento all'interno della popolazione stessa; la dinamica è guidata dalle infinitesime interazioni fra gli anelli di questa catena. se ci si mette di mezzo l'uomo e il suo portafoglio la catena si spezza, con consegunze che non ci è dato di sapere se non, appunto, "dopo"
__________________ SE NON FAI NIENTE NON RISCHI NIENTE Non illudiamoci, gli acquari sono tutti finti... una semplice proiezione di quello che immaginiamo dovrebbe essere... ne cogliamo la sostanza, ne assaporiamo l'essenza ma non la natura.(Enza Catania)
Ultima modifica di ANGOLAND; 05-05-2012 alle ore 08:48.
Motivo: Unione post automatica
Ragazzi, volevo sapere se i guppy wild (che somigliano molto a questi, se non addirittura gli stessi, infatti sono proprio identici) sono più piccoli dei normali guppy.
Al max il maschio arriva a 2 cm ed è piccolo molto, anche perché non ha la coda lunga come nei classici.
A questo punto potrebbero essere già adulti e non poco più che avannotti.
Ma senza l'intervento dell'uomo si spostano a velocità infinitamente inferiori e quindi c'è il tempo perché si instaurino nuovi equilibri. Se di botto una nuova specie si trova in un territorio in cui non era mai stata e non incontra fattori limitanti, può diventare una catastrofe ecologica. Conosciamo moltissimi esempi di questo tipo. Poi non dico che questo sia il caso dei guppy, però i risultati si sanno DOPO,quando non si può più tornare indietro.
facciamo un esempio pratico e famoso, il pesce siluro introdotto nel po alcuni decenni orsono, che si e' diffuso moltissimo a spese delle popolazioni autoctone, al punto che in alcune zone il 27% della biomassa (secondo wikipedia) e' costituita dai siluri.
gli equilibri dell'ecosistema sono cambiati? certamente si
l'ecosistema e' stato danneggiato? io penso di no
Originariamente inviata da ANGOLAND
la dinamica delle popolazioni non è una tua opinione, esiste e si basa come ti hanno detto sul concetto che ogni elemento ha un pabulum e un fattore di contenimento all'interno della popolazione stessa; la dinamica è guidata dalle infinitesime interazioni fra gli anelli di questa catena. se ci si mette di mezzo l'uomo e il suo portafoglio la catena si spezza, con consegunze che non ci è dato di sapere se non, appunto, "dopo"
quello che dici e' giusto, ma la "catena" non si spezza, e' possibile che alcune specie vengano rimpiazzate dai nuovi animali introdotti
ritengo che con il tempo si ritorni ad un equilibrio, del resto tutti gli ecosistemi tendono all'equilibrio.
le conseguenze negative ci possono essere per alcune specie, forse per l'uomo, ma non per l'ecosistema in sè.