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Originariamente inviata da Mkel77
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pikkio81, non basta l'antenna, ci vuole la dimostrazione del possesso dell'apparecchio TV o di qualunque altro sistema in grado di ricevere un segnale TV.
ci vorrebbe una raccolta di 500 mila firme per poter richiedere un bel referendum abrogativo.............
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Gentile Mkel77,
probabilmente non basterebbero le firme da te auspicate per ottenere il referendum per l'abrogazione del canone, in quanto l'art.75 della Costituzione, che disciplina il referendum, ne
esclude l'applicazione relativamente a leggi tributarie o di bilancio.
Pur trattandosi di "canone", temo che la Suprema Corte, competente ad ammettere o meno i referendum, potrebbe interpretare tale canone come una forma di tributo (quale di fatto è), bloccando l'iter.
Per quanto riguarda il resto, mi dispiace aver letto qualche messaggio un po' sopra le righe, addirittura a scapito di un utente particolamente giovane.
Ognuno ha il dovere di pagare, ma anche la possibilità di non farlo, esponendosi alle eventuali conseguenze previste dalle norme che, è bene ricordarlo, non sono di tipo penalistico.
Personalmente
non mi piace il canone, che invece pagherei con grande piacere se le televisioni private fossero, come ritengo giusto, relegate a realtà regionali e comunque non di proprietà di singoli cittadini ma, eventualmente, di società "polverizzate".
Sulla qualità dell'attuale servizio pubblico, non posso che dare ragione a chi se ne lamenta. Salvo qualche piacevole eccezione, è difficile negare che si tratta di una televisione scadente. Certo dovremmo anche ricordare quanto sia scadente il pubblico a cui è destinata, ma questo non sempre è gradevole farlo.
Se questo fosse il luogo adatto, e ce ne fosse la volontà, sarebbe interessante affrontare anche altri aspetti della questione, fra cui quello legato al
"canone invisibile" che, indirettamente,
paghiamo profumatamente alle reti private.
La pubblicità infatti costa molto ai produttori dei beni, che la scaricano ovviamente sul compratore del prodotto (cioè noi). In sostanza la pubblicità la paga chi guarda e poi acquista un prodotto, non il produttore. Quel prodotto, senza pubblicità, costerebbe meno. La differenza, cioè il costo della pubblicità, che paghiamo alla rete televisiva privata (ed in misura nettamente inferiore alla pubblica), è il "canone invisibile". Chi ne mastica di economia sa perfettamente di cosa si sta parlando, ma sono certo che una breve riflessione potrà essere di stimolo anche per chi ha competenze in altri settori.
Chiudo riprendendo un concetto che aveva espresso quel giovane utente che aveva fatto riferimento all'esiguità dell'importo per chiedersi il perchè di tanta preoccupazione per il canone (lui aveva scritto erroneamente 50 euro di canone, invece di 106, ma sono certo che quello che intendeva sottolineare era il principio).
Centosei euro l'anno sono un importo piuttosto contenuto anche se, certamente, per alcuni potrebbe risultare comunque pesante.
Difficile negare però che molti fra i contestatori del canone, che sono veramente tanti,
non sono altrettanto solerti nello scagliarsi contro balzelli e tasse di ogni tipo, sia pubbliche che, va detto, private.
Ho assistito a dibattiti con persone inferocite per il canone Rai, che hanno però liquidato l'evasione fiscale (confessata) di Previti, o di Valentino Rossi, con un mezzo sorriso. Anche questi sono soldi sottratti a noi, visto che non giungono all'erario che li deve racimolare da altre parti, quindi da noi.
Non vedo in giro tanta indignazione di fronte alla
mole di mancati scontrini o ricevute fiscali che nella nostra quotidianità non otteniamo nei bar o nei negozi, o da un professionista. Magari (e non sempre) per ottenere un piccolo sconto (anche questo apparente). Eppure sono soldi sottratti all'erario, che li dovrà prelevare altrove, cioè da noi.
A me sembra che il canone Rai, che guarda caso è stato uno dei cavalli di battaglia della Lega Nord,
sia stato trasformato per interessi talvolta locali e non sempre encomiabili in un simbolo da abbattere.
Un simbolo, visto che ogni giorno ci confrontiamo con "aggressioni patrimoniali" e sprechi che ci costano molto, ma molto di più.
Un simbolo che, comunque, una volta abbattuto porterebbe ad un apparente risparmio di 106 euro l'anno, ma anche ad un reale tracollo di una televisione pubblica che, seppur bisognosa di tante e radicali trasformazioni, ancora serve ad un Paese come il nostro da troppo tempo (e probabilmente per troppo tempo ancora) in mano ai "ricchi" di turno. Bassi e pelati, oppure con la erre moscia, non ha molta importanza.
A presto