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Vecchio 14-09-2011, 12:09   #1
Entropy
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Aphanius mento "Zengen"

Questa è la storia di un pesciolino meraviglioso. Con una livrea magnifica, un carattere interessantissimo ed una tempra d’acciaio. Una tempra talmente forte che è riuscito ad arrivare a me superando avversità di ogni genere. Ma andiamo con ordine.
La storia inizia con il mio desiderio di avvicinarmi al mondo dei killi con dei pesci particolari: gli Aphanius mento. Una specie d’acqua dolce del Mediterraneo orientale. Che vive in condizioni ambientali molto particolari, con temperature che vanno dai 2 ai 30°C e in acque dure ed alcaline. E con popolazioni spesso a rischio di estinzione per riduzione degli habitat o inquinamento dei siti.
E visto che stavo affrontando l’argomento killi, la persona giusta da contattare per suggerimenti e consigli non poteva che essere Marco Vaccari.
E’ così successo che, dopo aver discusso con Marco del mio desiderio di allevare gli Aphanius mento, lui (impagabile come al solito e che ringrazio qui pubblicamente) mi mise in contatto con un suo amico inglese (Nigel, splendida persona).
Nigel mi spedì per posta aerea alcune uova di Aphanius mento “Zengen” il 25 luglio scorso.
Ma purtroppo arrivarono a me solo il 3 Agosto.
Ben 10 giorni dopo.
Mi ritrovai il pacchetto sopra la cassetta della posta.
Alle 14:00 di pomeriggio.
Sotto un cocente sole estivo.
Con tutta la fretta possibile, presi il pacchetto ed iniziai delicatamente ad aprirlo. Era lungo circa 15 cm, profondo 6 e alto 10. Completamente avvolto con nastro adesivo da pacchi. Ma quando tolsi il nastro, mi accorsi di qualcosa di strano. La consistenza del cartone sottostante era alterata, molliccia. Allora notai che anche il mio nome ed il mio indirizzo, scritti con un pennarello sulla facciata del pacco, erano sbiaditi, slavati. In pratica il pacco era bagnato.
Cavolo. Questo voleva dire solo una cosa. Che qualcosa lì dentro si era aperto o rotto durante il tragitto. Strappai il cartone e guardai dentro come si spizza a poker l’unica carta appena cambiata di una scala reale ad incastro. Sapendo cioè che l’incastro (con lo stesso seme) sarà altamente improbabile, ma con la speranza almeno di una semplice scala.
Il pacco era in realtà formato da 6 piccoli fogli di polistirolo, uniti dalla carta e dal nastro a formare una scatola. Ed in mezzo a dei batuffoli di lana utilizzati come isolante termico, vidi due piccolissime bustine di plastica trasparente (tipo quelle per i surgelati, ma lunghe appena 5 cm). Una di esse però era priva di acqua. Segno che si era rotta o perdeva da qualche parte. Mi concentrai sull’altra busta. La alzai verso l’alto, cercando di scorgere le uova al suo interno.
Ma non vidi nessun uovo…….
Bensì delle piccole virgole che schizzavano impaurite da un angolo all’altro del sacchetto. Erano avannotti. Ed erano nati durante il viaggio. Durato 10 giorni, al buio, al caldo e con pochissimo ossigeno a loro disposizione. Non ci potevo credere. Ce l’avevano fatta (almeno fino a quel momento).
Era entrata la scala reale.
Iniziai a saltare di gioia, come un bambino alla sua prima volta in un Luna Park.
Poi, più che altro per scrupolo, presi anche l’altro sacchetto, ridotto ormai a due pareti di plastica che si toccavano e a qualche goccia residua agli angoli. Ma una volta aperto, scrutai tra quelle poche gocce ben 3 avannotti vivi e 3 uova, che chiedevano di essere liberati. C’erano solo loro e non vidi cadaveri.


Gli avannotti di Aphanius mento, nel giorno del loro arrivo


Dettaglio sugli avannotti di Aphanius mento, nel giorno del loro arrivo

Presi tutti gli avannotti (16) e le uova sopravvissute e le misi in una piccola ciotola con la poca acqua rimasta, dopodiché aggiunsi goccia a goccia (letteralmente) l’acqua dell’acquario a cui erano destinati. Ossia una vasca da 63 litri (fatta partire un mese prima), posizionata all’esterno (precisamente nel mio portico), senza riscaldatore e senza illuminazione artificiale, con un piccolo filtro a zainetto (EHEIM), con un fondo di GRIT misto a silice rossa, un sasso, un paio di legni ed Egeria densa e parecchie alghe filamentose verdi (Spirogyra, Oedogonium e altre) come vegetazione. La vasca è raggiunta dai raggi solari solo le prime ore della mattina e le ultime del pomeriggio. Nel periodo estivo ho posizionato delle tavole di legno dietro e sopra la parete posteriore, per diminuire comunque l’insolazione, mentre in inverno la parete posteriore e le due laterali verranno (per precauzione più che altro) ricoperte esternamente di materiale isolante (polistirolo e/o PVC espanso). E la notte, se necessario, coprirò la vasca con un telo (dipende dalle temperature).
Per le prime 3 settimane tenni gli avannotti in una nursery di rete, per controllarli ed alimentarli meglio. Come alimento, naupli d’artemia (con anguillole dell’aceto nei primi giorni), con l’integrazione di tutta la microfauna formatasi nell’acquario (e quella che ogni tanto prendo dal laghetto e gli riverso).


La vasca da 63 litri


La nursery in rete, utilizzata per le prime settimane


Grit misto, composto da gusci calcarei di molluschi e silice rossa


Le alghe formatisi sopra il fondo


L’acquario con i MOP



Avannotti a 3 settimane dalla nascita

A sei settimane dalla loro nascita ho registrato solo una morte e, purtroppo, 3 “belly sliders”, probabilmente proprio quei 3 rimasti senz’acqua e senza ossigeno nel sacchetto rotto. Gli altri (12) stanno tutti benissimo ed hanno già raggiunto la lunghezza di oltre 2 centimetri.
Fra qualche settimana, prima che le temperature inizino a scendere, sposterò tutti i pesciolini in un’altra vasca, un particolare 230 litri lordi che presenterò per l’occasione. E che sarà dedicato esclusivamente a loro e alla loro riproduzione. In questa vasca infatti, i pesci avranno a disposizione più spazio, più territori (quindi aggressività diminuita) e maggior isolamento termico (dovuto alla maggior massa di acqua) sia dal freddo che dal caldo. L’aggressività tipica di questa specie verrà anche smorzata proprio dall’elevato numero di individui presenti, reso possibile dal litraggio della vasca.
Il 63 litri verrà invece destinato alla schiusa delle uova e all’accrescimento degli avannotti.






3 foto degli Aphanius mento a 6 settimane di vita, si notano i primi accenni di colore


L’acquario da 63 litri ai primi di settembre


Visione dall’alto dell’acquario


L’acquario da 63 litri e gli avannotti di 6 settimane alla ricerca di cibo


Un probabile maschio....


Ed ora che vi ho raccontato tutta la storia che li ha portati a me, vorrei continuare questo (spero non troppo noioso) racconto, facendo un piccolo excursus sulla loro origine ed etologia.
Il genere Aphanius appartiene alla famiglia dei Cyprinodontidae ed è composto da 6 specie e 4 sottospecie di due cladi principali che si ritrovano in Anatolia:

• A. asquamatus
• A. mento
• A. fasciatus
• A. danfordii
• A. villwocki
• A. anatoliae anatoliae, A. a. splendens, A. a. transgradiens e A. a. sureyanus
(Wildekamp, 1993; Wildekamp et al, 1999; Hrbek e Meyer, 2003; Hrbek e Wildekamp, 2003).

Aphanius mento fu descritto da Heckel nel 1843 ed importato come pesce d’acquario nel lontano 1910 in Germania. La distribuzione di questa specie si estende dalla Turchia meridionale al Golfo Persico, passando per Israele, Giordania, Iraq, Libano, Siria. Gli habitat sono costituiti da sorgenti, torrenti, fiumi, piccoli laghi, sia costieri che nell’entroterra. Tali ambienti sono spesso ricchi di vegetazione, comprese molteplici ed abbondanti alghe verdi filamentose. Le acque che vengono popolate sono dolci, ma a volte anche leggermente salmastre. Solitamente i valori sono duri e alcalini, con consistenti concentrazioni di calcio e magnesio. Nella tabella sottostante, riporto, ad esempio, i valori fisico-chimici dell’acqua in cui vive una popolazione di Aphanius mento in località K&5;rkgöz Spring (Güçlü e Küçük 2008):

• Ca+2 (mg/L) : 133.07
• Mg+2 (mg/L) : 25.27
• Cl-(mg/L) : 14
• HCO3 -(mg/L) : 412.36
• SO4 = (mg/L) : 10
• Total hardness (CaCO3) (mg/L) : 436
• Total HCO3 alkalinity (mg/L) : 338 (CaCO3)
• Water temperature (°C) : 14.6 - 17 (media 15.8)
• Dissolved oxygen (mg/L) : 6.64 - 10 (media 7.80)
• Oxygen saturation (%): 73 - 105 (media 90.91%)
• pH : 6.88-7.58 (mean 7.09)
• Conductivity (25°C) (μS/cm): 385 - 801 (media 695.5)






Nel mio caso specifico invece, la popolazione “Zengen” di cui sono venuto in possesso, è stato individuata e raccolta da Ruud Wildekamp in collaborazione con Kees Valkenburg e Tomas Hrbek, nell’omonima località della Turchia centro-meridionale (37°49' N; 34°14' E). La particolarità di questa popolazione (come di altre presenti in Turchia) è quella di vivere nell’entroterra, dove sono presenti in inverno temperature molto rigide, tanto da formare spessi strati di ghiaccio. Al contrario, in estate la temperatura dell’acqua può superare anche i 30°C. Ne consegue quindi che questa popolazione è adattata ad un consistente range di temperatura, tali da poterla allevare e riprodurre anche fuori dalle nostre abitazioni (balconi, terrazze e giardini).



Secondo lo studio, sopra già citato, del 2008 di Güçlü e Küçük su popolazioni di Kirkgoz Spring, l’età degli individui può arrivare a 7 anni (media 3 – 4 anni), mentre la loro lunghezza si attesta su una media di 4 – 5 cm (in un range tra i 3 e gli 8.5 cm). La loro dieta si basa su piccoli anfipodi (Gammarus sp.), decapodi (Palaemon sp.), gasteropodi, nematodi, insetti vari e larve di altri pesci. Anche le alghe verdi contribuiscono in maniera importante a completare la dieta.
Detto questo, farò passare (come scritto sopra) qualche altra settimana, poi trasferirò i pesci nel 230 litri, per osservarli e studiarli giorno per giorno, aspettando la primavera per l’inizio (lo spero) della riproduzione.

Ultima modifica di Entropy; 06-10-2011 alle ore 12:33.
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Tag
aphanius , mento , zengen

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