Eccomi di nuovo qua
La situazione familiare va (lentamente) migliorando, ed ultimamente mi ritrovo spesso (addirittura) 15
minuti tutti per me…… cosicché ne approfitto per aggiornarvi sulle vicissitudini e l’attuale situazione della vasca.
La settimana di assoluta emergenza successiva all’incidente, mi sono ritrovato praticamente sempre in ospedale o casa dei miei (con mia figlia).
Premetto che il salone, dove ci sono gli acquari, ha 3 finestre, in cui, a rotazione (a seconda dell’ora e del mese), filtra sempre il sole. Io ho rimediato mettendo delle tendine oscuranti che utilizzo al bisogno. Ma purtroppo il caso volle che, il giorno dell’incidente, non mi accorsi che era rimasta sollevata proprio la tenda che mi riparava il 50 litri dai raggi solari diretti (circa 3 ore al giorno). Se a questo aggiungiamo che in quella settimana il cibo è stato distribuito da parenti, di manica larga in fatto di “razioni”, si comprende come, al mio ritorno a casa, si sia presentata una scena alquanto drammatica: la vasca era ormai sotto il dominio assoluto di sua “torbidità” il VOLVOX (vedi prima foto allegata) -04
Nella mia carriera di acquariofilo solo una volta ho avuto a che fare personalmente con un’invasione di Volvox e l’ho risolta con un cambio poderoso di acqua (50%), carboni attivi e cotone idrofilo infilato in un filtro esterno.
E così ho fatto, utilizzando per l’occasione l’Eden 501. Ma dopo una settimana con tale metodologia la situazione non andava affatto migliorando. Ho pensato alla scarsa potenza dell’Eden rispetto ad una vasca da 50 litri, così l’ho sostituito con l’Eheim EccoPro 2032 (riuscito fuori per l’occasione).
Ed ho atteso. Ma niente.
Allora non mi è restata che l’unica opzione rimasta, sicura al 99% ma un po’ dispendiosa economicamente: collegare il filtro esterno ad una lampada UV. Ho optato per un modello piccolo e poco costoso (un Jebo da 11watt), sperando che la cineseria facesse il suo dovere. E fortunatamente così è stato. In 72 ore l’acqua è tornata cristallina ed il Volvox mi ha finalmente abbandonato.
Dopo una settimana ho tolto i carboni attivi, ma non l’UV. Ho inserito nuove pigne di ontano e nuove foglie di catappa e quercia, ma per ora aspetto ad inserire la torba nel filtro.
Tirando le somme, le conseguenze di tutto questo sono state non proprio insignificanti.
A livello di valori, mi sono ritrovato con un pH innalzato (6.8, contro i 5.9 iniziali) ed una conducibilità maggiore (circa 200, contro gli 80-90 iniziali). L’Hydrocotyle si è sviluppato (ovviamente) maggiormente in emersione che sommersa, mentre il tenellus ha mollato molte foglie vecchie (la luce che arrivava sul fondo era poca e virata nello spettro). Per fortuna già adesso noto miglioramenti e nuovi getti.
Sicuramente la labile vitalità dei batteri nitrificanti a valori acidi ed oligotrofi di tale vasca ha influenzato gli equilibri in acqua ed offerto meno resilienza al sistema contro i vari disturbi accorsi (vedi eccesso di luce solare diretta e troppo cibo).
Ma la cosa che mi è dispiaciuta di più è stata la morte della femmina di trifasciata, a circa 20 giorni dall’acquisto. L’ho trovata viva, ma immobile in mezzo al tenellus, qualche giorno dopo essermi accorto del disastro “Volvox”. È morta il giorno dopo, senza segni visibili di una qualsiasi patologia. Nessuna ferita od ulcera sul corpo, nessuna strana escrescenza, nessun “puntino” o parassita visibile, nessun ventre incavato nè pinna corrosa, nessun problema alle branchie. In realtà, non so se mettere tale morte in relazione all’esplosione di Volvox, perché il maschio ha sempre goduto di ottima salute (anzi, è migliorato di aspetto giorno dopo giorno, come potete osservare dalla foto sotto). Stesso discorso per gli Otocinclus (stanno tutti bene), che non hanno certo la fama di pesci robusti……..
Potrebbe essere anche più semplicemente una malattia antecedente all’acquisto e poi manifestata.
Fatto sta, che ora dovrò procurare al maschio una nuova (e più fortunata, spero) compagna con cui condividere la vasca. Spero solo di trovarla presto……... -28d#