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Originariamente inviata da TuKo
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Linneo, vado a memoria, ma sul tuo articolo(se ricordo bene) nn mi sembra che sei restio all'uso della co2.
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Tutt'altro. Come dimostrato anche dall'esperimento con
Vallisneria spiralis proposto nella seconda parte dell'articolo l'impiego di Co2, qualora si vogliano coltivare determinate specie di piante, è imprescindibile.
Alcune informazioni riportate nell'articoletto di Lavacchini sono parzialmente vere, ma lo sono solo se applicate ad ecosistemi naturali. L'acquario è un ecosistema artificiale per il quale pur valendo le stesse regole applicabili ad un ecosistema naturale, queste non si possono riportare pedissequamente. Se lo si fa si rischia di prendere cantonate non indifferenti.
In un acquario con terriccio da giardino, che abbiamo monitorato per molti mesi, la CO2 non ha mai superato i 5 mg/l (monitorata con metodo nomografico presso un'importante laboratorio d'analisi) e si è rivelata del tutto insufficiente per molte specie di piante. E questo era un acquario con substrato costituito da terriccio con un'intensa attività batterica...
In vasche con un fondo costituito unicamente da ghiaietto policromo la CO2, mai ha superato i 2,5 mg/l. Questo ha portato alcune piante come
Egeria densa a sfruttare i bicarbonati per soddisfare la propria necessità di carbonio:
HCO3- +H2O + luce > (CH2O) +OH- + O2
ed a ricoprirsi da una crosta grigio marrone di carbonato di calcio (decalcificazione biogena).