Benvenuti sul Forum di AcquaPortal, la più grande community italiana di acquariofilia!
Sul Forum di AcquaPortal puoi discutere con altri appassionati di acquariofilia, tenere un tuo Blog personale, inserire foto e video, chattare, ed aiutarci a creare un grande database con schede di pesci, invertebrati e prodotti di acquariofilia.
Per entrar a far parte della comunità occorre registrarsi.
Per farlo premi su
Al momento della registrazione ti verrà richiesto di accettare il Regolamento che ti consigliamo di leggere attentamente.
Ti consigliamo inoltre di leggere le FAQ per apprendere le funzionalità principali del forum.
Se invece sei un utente registrato e hai dimenticato i tuoi dati di accesso devi effettuare il Recupero dati.
Non so perchè ma certi discorsi se fatti da un tedesco mi fanno più paura...
Nel negozio hai visto croci uncinate per caso?
Più che di eutanasia parliamo di eugenetica, trattandosi di allevamento non mi sento di condannare la pratica descritta perchè si tratta anche di sfruttare al meglio le risorse, è una cosa che ha senso da più punti di vista (buon cibo gratis, controllo nascite indesiderate) però trovo stridente parlare più o meno di "corso della natura" mentre si spostano pesci col retino da una vasca all'altra. E' una tecnica di allevamento e basta.
Tutto quello che accade in 5 vetri ha poco di "realmente" naturale, in natura qualsiai avannotto ha la possibilità di nascondersi per quanto gli sia possibile, non viene certo gettato dall'alto a pochi cm da un predatore, concordo con Tuko che sia più una "autogiustificazione", secondo me superflua.
Ritengo che L'empatia verso le altre forme di vita sia ancestrale e radicata nella nostra genetica, proviamo compassione solo per animali da una certa dimensione in su, che abbiano tratti somatici distingubili, occhi e bocca su tutti (sono quelli che comunicano di più e possiamo assimilare somaticamente a noi) è normale quindi che ci "smuova" il pesciolino e non "l'insetto", il guppy che boccheggià è forse meno sofferente di uno scarabeo che annega? Non credo, eppure percepiamo solo il disagio del primo.
Io ho sempre somministrato drosofile alle mie rane ed è comune, in quell'ambiente, l'eutanasia vera e propria tramite CO2 per individui malformati e compromessi.
secondo me è un argomento immenso, pieno di sfaccettature, e che include in larga parte (se non esclusivamente) la sensibilità e la coscienza di ciascuno di noi.
per quel che mi riguarda, la penso così:
la società attuale (date le nostre abitudini alimentari) fa dell'allevamento una fonte primaria di cibo. gli animali nascono con il solo fine di essere uccisi e mangiati da noi. (mi riferisco ovviamente alla maggior parte della popolazione, escludendo casi di vegetariani & co)
fintanto che accettiamo questo genere di pratica (non la sto giudicando in alcun modo) non possiamo scandalizzarci di un poecilide dato in pasto ad un ciclide.
data questa considerazione, il fatto che gli avannotti siano pure quelli che presentano qualche malattia non fa che rendere il tutto ancora meno "criticabile".
detto questo, sono fermamente convinto che non si possa parlare di naturalità in questa pratica. lo trovo piuttosto come uno dei tanti modi in cui l'uomo modella la natura per portare avanti i propri interessi (alimentari, economici, estetici ecc..)
------------------------------------------------------------------------
Originariamente inviata da DUDA
Ritengo che L'empatia verso le altre forme di vita sia ancestrale e radicata nella nostra genetica
su questo punto io non sono affatto d'accordo
secondo me l'empatia (compassione, pietà ecc) è un sentimento che nasce solo quando siamo "a stomaco pieno". piuttosto direi che è il contrario, l'istinto di caccia, sopravvivenza e ad uccidere un altro animale per cibarsene senza farsi alcun problema, quello è un istinto ancestrale
__________________
Lorenzo
Ultima modifica di Lollo=P; 29-10-2014 alle ore 12:28.
Motivo: Unione post automatica
su questo punto io non sono affatto d'accordo
secondo me l'empatia (compassione, pietà ecc) è un sentimento che nasce solo quando siamo "a stomaco pieno". piuttosto direi che è il contrario, l'istinto di caccia, sopravvivenza e ad uccidere un altro animale per cibarsene senza farsi alcun problema, quello è un istinto ancestrale
Non parlavo di istinto predatorio nell'essere umano, tu parli di cacciare per nutrirsi, che è un'altra cosa, non è un caso comunque che "in generale" tutti i cuccioli suscitino in noi tenerezza, è un meccanismo di difesa anche quello.
sì è un'altra cosa, certo, però credo che questo sentimento possa nascere solo in condizioni di benessere.
mi sono forse espresso male: quello che volevo dire è che la compassione per me è secondaria rispetto ad altri istinti. questa può venire fuori solo una volta soddisfatte altre condizioni, come il benessere e "la pancia piena".
e quindi, per come la vedo io, non si può parlare di "sentimento ancestrale" se questo è già secondario ad un altro. la vedo più come una cosa indotta dal nostro stile di vita attuale.
con questo non voglio dire che tu abbia torto, perchè come ho premesso nel primo intervento credo che questo sia un argomento su cui è impossibile trovarsi tutti d'accordo
Se il discorso sfuma in un discorso sulla "naturalezza" a parer mio i pesci allevati per fini acquariofili sono destinati, per quanto bene possiamo trattarli o riprodurre l'ambiente d'origine, a una esistenza il cui mondo è delimitato da 4 vetri, che è per loro comunque una sorta di "prigione". È lo stesso discorso degli animali nello zoo. Non che io sia contrario a ciò (altrimenti non andrei allo zoo e non avrei un acquario). Possiamo quindi solo emulare madre natura, i cui prodotti resteranno per noi solo esempi da imitare.
Se il discorso sfuma in un discorso sulla "naturalezza" a parer mio i pesci allevati per fini acquariofili sono destinati, per quanto bene possiamo trattarli o riprodurre l'ambiente d'origine, a una esistenza il cui mondo è delimitato da 4 vetri, che è per loro comunque una sorta di "prigione".
Su questo (naturalmente IMHO) credo che, se ben tenuto, il pesce difficilmente si accorga della differenza (anche in questo, per certe specie, il fornire cibo vivo è fondamentale). Semplicemente non ha abbastanza cervello da capire che lo sfondo della vasca non è una riva, è una parete di vetro.
Ovvio che si parla di pesci NON tenuti al limite inferiore dei litri consigliati. Anzi spesso questa è la scusa per tenerli in pochi litri ("è comunque una prigione, allora li metto in 10 litri"). Ovviamente non è una critica a nessuno di quelli che intervengono in questa discussione, parlo in generale (tanto la sezione "primo acquario" e le sue problematiche più comuni le conosciamo tutti).
Per un buon acquariofilo, d'altra parte, i pesci che ha sono nati nelle sue vasche (o in quelle di un "collega").
Comunque, sì, se ben tenuti i pesci vivono meglio che in natura (vivono di più, si ammalano meno, si riproducono di più, hanno prole più numerosa e meno mortalità, proprio come noi). Naturalmente vanno "ben tenuti" secondo le LORO esigenze.
Alcune specie "di nicchia" sopravvivono solo nell'hobby. In natura sono estinte.
PS: non c'entra nulla, ma quando l'homo sapiens viveva "secondo natura" l'età media era di una trentina di anni. Eppure si viveva in un clima tropicale senza traffico, macchine, imposizioni culturali, lo sviluppo era tutto "sostenibile" e si mangiava solo bio.
__________________
Scambio endler e piante varie con ampullarie e caridine. Scambio a mano a FI e prov.
Se il discorso sfuma in un discorso sulla "naturalezza" a parer mio i pesci allevati per fini acquariofili sono destinati, per quanto bene possiamo trattarli o riprodurre l'ambiente d'origine, a una esistenza il cui mondo è delimitato da 4 vetri, che è per loro comunque una sorta di "prigione".
Su questo (naturalmente IMHO) credo che, se ben tenuto, il pesce difficilmente si accorga della differenza (anche in questo, per certe specie, il fornire cibo vivo è fondamentale). Semplicemente non ha abbastanza cervello da capire che lo sfondo della vasca non è una riva, è una parete di vetro.
Ovvio che si parla di pesci NON tenuti al limite inferiore dei litri consigliati. Anzi spesso questa è la scusa per tenerli in pochi litri ("è comunque una prigione, allora li metto in 10 litri"). Ovviamente non è una critica a nessuno di quelli che intervengono in questa discussione, parlo in generale (tanto la sezione "primo acquario" e le sue problematiche più comuni le conosciamo tutti).
Per un buon acquariofilo, d'altra parte, i pesci che ha sono nati nelle sue vasche (o in quelle di un "collega").
Comunque, sì, se ben tenuti i pesci vivono meglio che in natura (vivono di più, si ammalano meno, si riproducono di più, hanno prole più numerosa e meno mortalità, proprio come noi). Naturalmente vanno "ben tenuti" secondo le LORO esigenze.
Alcune specie "di nicchia" sopravvivono solo nell'hobby. In natura sono estinte.
PS: non c'entra nulla, ma quando l'homo sapiens viveva "secondo natura" l'età media era di una trentina di anni. Eppure si viveva in un clima tropicale senza traffico, macchine, imposizioni culturali, lo sviluppo era tutto "sostenibile" e si mangiava solo bio.
Secondo me, ma magari mi sbaglio,in natura si ammalano meno che in vasca, perché nei secoli e millenni hanno sviluppato difese immunitarie apposite e, parte delle cause che scatenano malattie, nel loro ambiente naturale non vi sono (a riguardo avevo letto un articolo sull ictio) (specie ultra selezionate a parte). Poi vuoi mettere un apistogramma che in Sudamerica ha metri e metri quadri di acqua per nuotare contro il metro e venti scarso che spesso gli si da in acquario?
Se il discorso sfuma in un discorso sulla "naturalezza" a parer mio i pesci allevati per fini acquariofili sono destinati, per quanto bene possiamo trattarli o riprodurre l'ambiente d'origine, a una esistenza il cui mondo è delimitato da 4 vetri, che è per loro comunque una sorta di "prigione".
Su questo (naturalmente IMHO) credo che, se ben tenuto, il pesce difficilmente si accorga della differenza (anche in questo, per certe specie, il fornire cibo vivo è fondamentale). Semplicemente non ha abbastanza cervello da capire che lo sfondo della vasca non è una riva, è una parete di vetro.
Ovvio che si parla di pesci NON tenuti al limite inferiore dei litri consigliati. Anzi spesso questa è la scusa per tenerli in pochi litri ("è comunque una prigione, allora li metto in 10 litri"). Ovviamente non è una critica a nessuno di quelli che intervengono in questa discussione, parlo in generale (tanto la sezione "primo acquario" e le sue problematiche più comuni le conosciamo tutti).
Per un buon acquariofilo, d'altra parte, i pesci che ha sono nati nelle sue vasche (o in quelle di un "collega").
Comunque, sì, se ben tenuti i pesci vivono meglio che in natura (vivono di più, si ammalano meno, si riproducono di più, hanno prole più numerosa e meno mortalità, proprio come noi). Naturalmente vanno "ben tenuti" secondo le LORO esigenze.
Alcune specie "di nicchia" sopravvivono solo nell'hobby. In natura sono estinte.
PS: non c'entra nulla, ma quando l'homo sapiens viveva "secondo natura" l'età media era di una trentina di anni. Eppure si viveva in un clima tropicale senza traffico, macchine, imposizioni culturali, lo sviluppo era tutto "sostenibile" e si mangiava solo bio.
Non confondere la durata della vita con la qualità della vita. In acquario i pesci vivono di più, non "meglio". Poi io sono per le vasche che riproducono al massimo possibile la natura.