LA quarantena non dovrebbe essere a carico del negozio ma del grossista importartore.
La catena "normale" dovrebbero essere che il grossita importa, prende in aeroporto, porta nella propria serra, quarantena, vende ai negozianti.
La quarantena, oltre che per tutelare il cliente, dovrebbe servire per abbattere la mortalita'. I pesci che arrivano dopo l'importanzione stanno in una busta d'acqua inquinata con un PH bassissimo.
Una tecnica e' immettere questi pesci in una vasca dove con CO2 si mantiene il PH basso artificialmente, per poi riportarlo gradualmente ai valori normiali.
E sono sicuro che le serre serie hanno tutto l'interesse ad avere una bassa mortalita', pur non avendolo visto ne' letto, non credo a quei livelli ci voglia molto ad avere n allevamento di cibo vivo per il pesci stucchi da questo punto di vista come il sinchiropus.
Al negoziante dovrebbe arrivare un pesce rispedito dalla serra, gia' quarantenato e rimesso in sesto, vitaminizzato, con un viaggio solitamente inferiore alle 24 ore, e quindi poco stressato, che puo' mettere nelle sue vasche e vendere nel giro di pochi giorni.
E' anche per questo che noi paghiamo 50 euro un persce che al pescatore tahilandese e' stato pagato 5 euro.
Poi come al solito ci sono persone disoneste!
Ci sono negozianti che importano direttamente, a quel punto dovrebbero loro occuparsi di tutta la solfa. Ma a quanto ho capito la solfa conviene economicamente se si fa in grande, con i numeri di un negoziante no.
Quindi il negoziante che importa direttamente, e vende un pesce a prezzo inferiore alla media, in realta' NON HA QUARANTENATO I PESCI !!! ed il suo prezzo decupiclato e' dovuto al fatto che su 10 ne muoiono 9, non che la quarantena ha un costo!
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