Per la scelta del sistema più idoneo di filtrazione, occorre innanzitutto capire le finalità di allestimento e gestione che si vogliono ottenere al''interno del nostro sistema acquario. E per fare questo bisognerebbe ragionare al contrario e seguire a ritroso la (corretta) lista stilata da Paolo:
|
Quote:
|
- tipologia e allestimento ottimale filtro
- microfauna del fondo (batteri, piccoli crostacei, larve et similia) e sua evoluzione
- essenze vegetali che si trovano a loro agio nelle condizioni OTRAC
- livello di popolazione e specie ospitabili a seconda del litraggio
|
Cioè, in base alla popolazione di fauna e flora, si assisterà alla creazione spontanea e consequenziale di una certa microfauna e decideremo quale filtrazione risulti più adatta a mantenere stabile il sistema.
Negli interventi precedenti infatti, abbiamo sottolineato come, in condizioni OTRAC, la flora batterica non sia esattamente in un ambiente ottimale per uno sviluppo ideale e prolifico, quindi se vogliamo un supporto misurabile di questa nei processi di nitrificazione (fermo restando che il lavoro maggiore spetterà alle piante) dobbiamo rivolgerci preferibilmente ad un filtro interno, in cui gli equilibri sono più vicini a quelli della vasca, c'è un minor flusso e una migliore ossigenazione del filtro (soprattutto se la vasca è aperta) e la resistenza e la resilienza (cioè la capacità di ritornare alla condizioni iniziali dopo un disturbo) ai cambiamenti sono più elevate. In più la manutenzione risulta più agevole e meno traumatica per la vasca (vedi torba).
D'altra parte l'uso di un filtro esterno ha l'innegabile vantaggio di occupare meno spazio in vasca (anzi, si acquistano litri utili) e apporta un contributo maggiore alla filtrazione meccanica e all'ossigenazione (della vasca, ndr) , quindi un ambiente (a monte) "meno inquinato" (a patto di una sorreta manutenzione) e più idoneo se si vuole avere una popolazione con un maggior impatto sulle quantità di elementi presenti in acqua (ecco qui la necessità di scegliere prima la popolazione e poi la tipologia di allestimento).
|
Quote:
|
leggendo l intervista dell ingegnere ke ha progettato l'edan 501...la sua affermazione era all'incirca"sulle rive del fiume i detriti piu grossi stanno a monte ,a valle ci arriva solo la sabbia" in questa maniera i batteri avranno l'acqua piu ossigenata...
|
In realtà, se mettiamo, subito dopo l'entrata dell'acqua nel filtro, i cannolicchi (senza filtrazione meccanica prima), si rischia di intasare velocemente il vano, di accumulare materia organica tra i cannolicchi e ridurre proprio l'ossigenazione della flora, cosicchè occorrerà operare più frequentemente per ripulire il tutto (pena l'arresto della portata e la morte della flora), andando però a rimaneggiare proprio i cannolicchi, cioè la parte del filtro che si dovrebbe toccare di meno.
La velocità del flusso e la sua ossigenazione dipendono sia dall'entrata che dall'uscita. Se si occlude una di queste, la portata comunque diminuisce. E per questo che, quando ho acquistato l'Eden 501, ho invertito i vani dopo qualche mese di utilizzo.
E' vero che la sabbia sta a monte e i sassi a valle (e parliamo comunque "solo" del letto del fiume), ma parliamo di un fiume, cioè di un circuito (praticamente) aperto (dove c'è scambio di materia ed energia), in cui poi il tutto va a finire in mare (dove nitrificazione e denitrificazione hanno ben altri ordini di grandezza). Il nostro acquario invece è un sistema chiuso (in cui non c'è scambio rilevabile di materia, ma solo di energia), quindi con altre priorità, come la velocità di circolazione più giusta o un corretto processo di nitrificazione.
Tornando a questioni più strettamente empiriche, nel mio 50lt è presente un filtro interno in cui c'è (dall'alto verso il basso) la seguente stratificazione: entrata acqua --> esile strato di spugna sintetica a grana fine -- > sacchetto di torba --> consistente strato di spugna a grana media --> cannolicchi --> piccolo spazio vuoto --> pompa --> uscita dal filtro.