vesperio, ho già spiegato chiaramente quale sia il problema, ma forse non si è capito. Provo a rispiegarmi.
Questa legge europea è stata recepita dai vari paesi in diversi modi.
Questa legge, come ha riportato Sibona, prevede una autorizzazione al commercio (AIC) da parte del ministero competente.
In Italia questa autorizzazione costa 12.000 euro per ogni singolo prodotto e va rinnovata ogni 5 anni. A questi 12.000 euro vanno aggiunti tutti i costi per adempiere alla richiesta, tra cui un'analisi chimica approfondita di cosa contiene il prodotto (e qui parliamo di almeno 5000 euro di costo, che aumenta in base alla complessità del medicinale). Oltr a questo ci sono da aggiungere tutti i costi burocratici per seguire la pratica e probabilmente anche una persona che si dedichi solo a questo aspetto. Poi al 99%, conoscendo lo stato italiano, ci saranno sicuramente altri costi da aggiungere. Quindi alla fine si parla di un costo minimo di 20.000 euro per ogni singolo prodotto, da rinnovare ogni 5 anni. Fai conto che in media ogni azienda ha almeno 5 curativi in catalogo... fai 5x20.000 e arrivi a cifre che superano i 100.000 euro! Cifra da sborsare ogni 5 anni....
Ora fino a qui penso sia tutto chiaro.
Perchè le aziende non si sono adeguate? Per il semplice fatto che loro in primis hanno detto ai ministeri di allora che cifre del genere non giustificano un investimento tale per questi prodotti, poichè per un'azienda grossa, il fatturato di questi prodotti non arriva nemmeno a ad un terzo di quelle cifre di cui sopra.
Per anni quindi le aziende hanno cercato di mediare e il ministro ha bene o male "chiuso un occhio", almeno da quello che ho capito.
Ora la situazione è differente, come avrete letto qui e anche in altri forum, sono scattati dei controlli da parte dei NAS con conseguenti sequestri.
A questo punto le aziende saranno costrette a ritirare i prodotti dal mercato e questo non sarà cmq per loro un grave danno, perchè come ho detto sopra, i fatturati per i midicinali erano cmq una parte quasi irrilevante del fatturato totale.
Sono però naturalmente dispiaciute di non poter offrire al cliente finale un servizio a 360 gradi che comprendeva appunto anche i medicinali con la paura, oltretutto, che si venga a creare una sorta di mercato "fai da te" dei medicinali, con un reale conseguente rischio per la salute sia dei pesci che degli appassionati.
Perchè in Germania questo non è accaduto? Perchè in germania la legge è stata recepita, ma con costi per l'AIC molto più bassi (si parla di 2500 euro). Inoltre un prodotto che ha ricevuto l'AIC da una nazione, può essere commercializzato solo in quella nazione e per essere venduto al di fuori di questa, deve richiedere una nuova autorizzazione!
Come noi si trovano anche la Francia e se non ho capito male anche l'Inghilterra e probabilmente anche altre nazioni, ma non so quali.
Alla fine quindi, non è giusto a mio avviso dire che le aziende commercializzavano prodotti pericolosi trasgredendo le normative.... anzi... nonostante il rischio, continuavano a dare un servizio in più all'acquariofilo. Naturalmente avevano anche un guadagno, logico, ma un guadagno cmq minimo rispetto al totale dei fatturati, quindi penso che era proprio per una questione di offrire un servizio completo all'appassionato, il quale magari aveva un acquario di tal marca e quando andava dal negoziante gli chiedeva anche il medicinale di tal marca e quindi si crea anche un rapporto di fidelizzazione con l'utente finale per quella specifica marca.
Spero di essere stato chiaro.
Ciao
