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Originariamente inviata da Mkel77
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Quote:
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E' questo il punto: un conto è andare avanti per qualche mese a latte a lunga conservazione, un conto è fare la fine degli abitanti di Chernobyl.
C'è una... leggera differenza
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la leggera differenza sta nel fatto che chernobyl è lontana migliaia di chilometri, invece le centrali svizzere sono dietro l'angolo.........tanto vale costruircele in casa...........
e poi chernobyl era una vecchia centrale, di vecchia concezione e controllata in modo predominante dall'uomo, oggi le cose sono molto diverse...........ma poi quanti incidenti di quella portata si ricordano negli ultimi 30 anni?
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Secondo gli ostili al nucleare, il cui pensiero conosco piuttosto bene per motivi professionali e che riporto pur non condividendolo, si ricorderà pure un incidente negli ultimi trent'anni, ma quando accade te lo ricordi per molto più di trent'anni.
In ogni caso, a mio avviso, il problema è complesso. Da un lato avremmo bisogno di fonti alternative alle centrali termoelettriche e idroelettriche, dall'altro è innegabile che occorre mettere in cantiere il rischio incidente e che nel nostro Paese, considerando la bramosia di regionalismo e decentramento che anima quasi tutte le forze politiche, è piuttosto complesso l'individuazione di aree disponibili, fra le poche adatte esistenti.
A parziale comprensione delle paure collettive, occorre tener anche presente che l'Italia, nel suo piccolo, si è distinta piuttosto frequentemente nei disastri di questo genere. Dove abbiamo costruito, qualche volta il danno è arrivato. Si ricordi Seveso, il Vajont, oppure Marghera.
La gente è diffidente, e qualche ragione secondo me ce l'ha.
A presto