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Vecchio 21-03-2007, 23:05   #1
Stezzo
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Fhytoplancton

Riassumendo, per l'idea che mi sono fatto, il problema non è tanto creare il reattore per il phyto (bottiglia/tubo plexiglass+areatore+luce+inoculo), ma il fertilizzante.
Questo nel caso decidessimo di dosare il phyto direttamente in vasca, con ovvii problemi di fosfati etc. (ma siamo poi sicuri che sul mercato non esista un fertilizzante con pochi fosfati in traccia? sul sito della Marine-Life c'è ne è uno, bisognerebbe capire se ne vale la pena o si riesce a trovare qualcosa di analogo senza andare a spendere un botto).
Se poi decidessimo di usarlo per una coltura di zooplancton il problema di inserire nutrienti indesiderati in vasca non si porrebbe neanche, basterebbe stare attenti a dare le giuste quantità di fito necessarie a sfamare lo zoo senza lasciarne in eccesso.
In realtà quello che pensavo è che, dato che non ho nessuna voglia di imbastire un refugium, ora che la vasca mi sembra sufficientemente stabile (e quante ne ho penate.. -28d# ), una possibile soluzione sarebbe imbastire un semplice reattore di fito con un buon fertilizzante e dei buoni inoculi e dosarlo a poco a poco in vasca.
Il tutto stando attenti a dosare le giuste quantità di fertilizzante, in modo da non ingrassare troppo l'acqua. Questo gioverebbe senz'altro ai filtratori, ma anche (e soprattutto) al cibo vivo che abbiamo già in vasca, e di conseguenza ai duri...
Quindi non la vedrei come coltura "intensiva", ma "continuativa", provando a monitorare il crescere e il decrescere delle popolazioni di zooplancton (e sempre e comunque i fosfati..) al variare delle quantità di fito immesso in vasca. Sicuramente il refugium sarebbe più professionale per creare grandi quantità di zooplancton, ma perchè non provare direttamente in vasca?
Cosa ne pensate? Avete avuto altre idee nel frattempo?
Ciao, Ste
Stezzo non è in linea   Rispondi quotando
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Tag
phytoplanctoparliamone , reattore

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