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Vecchio 03-03-2011, 14:16   #1
Entropy
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Dunque
Come detto, quello che siete riusciti a scrivere in 2 pagine, è materiale per riempire un paio di libri
Per praticità di sintesi, rispondo primariamente ai dubbi di MarZissimo, facendo però prima un "piccolo" cappello introduttivo


Riguardo alla CO2, c'è da precisare che di per sé non è un acido (è biossido acido di carbonio, o anidride), ma in acqua si associa ad essa e forma l’acido carbonico (lui sì, un acido debole):

CO2 + H2O → H2CO3


Riguardo invece ai tannini, ciò che fa sì che torba e foglie varie di catappa e quercia abbiano potere acidificante e tampone lo si deve principalmente agli acidi contenuti in essi, ossia gli acidi umici e fulvici. Questi sono degli acidi deboli, tali grazie ai gruppi carbossilici (R-COOH) e ai gruppi fenolici (C6H5OH) in essi contenuti. Se posti in soluzione, prima si dissociano i fenoli (a pH più elevati), poi quelli carbossilici. Minore è il pH, minore è la dissociazione. Maggiore è il pH, maggiore è la dissociazione. Maggiore è la dissociazione, maggiore sarà l’effetto tampone. Quindi accade che se introduciamo degni acidi umici in una soluzione acquosa basica, i gruppi carbossilici e fenolici rilasciano H+ e assorbono basi, diminuendo il pH fino ad arrivare ad un equilibrio. Un ulteriore aggiunta di basi (che in teoria dovrebbe aumentare il pH della soluzione), fa sì che queste vengano assorbite dagli acidi umici che rilasciano a loro volta H+ in acqua e minimizzano così la salita del pH (effetto tampone). Se invece c’è un’aggiunta di acidi (che in teoria dovrebbe aumentare il pH della soluzione), gli acidi umici si comportano da basi, rilasciando le basi assorbite in precedenza e assorbendo gli H+. Da precisare che gli acidi umici sono acidi deboli, quindi anche se non hanno precedentemente assorbito basi, in presenza di acidi forti si comportano comunque da basi.
Dal momento che cedono H+, accade anche che negli acidi umici si formano cariche negative che tendono (oltre a contrastare le basi)a catturare cationi (positivi) quali elementi metallici (Ca, K, Al, Fe,Mg,…)e li rendono maggiormente disponibili per le piante. Il risultato è che gli acidi umici aiutano anche le piante nell’assorbimento dei nutrienti.

Il KH è la misura del contenuto di CARBONATI E BICARBONATI presenti nell’acqua.
Precisamente 1°dKH è uguale ad una concentrazione in acqua di 17.8 mg/l di CaCO3 (carbonato di calcio). Nella ricerca i gradi tedeschi non vengono mai usati, ma si utilizzano i mmil/l (millimoli per litro) dove: 1 mmol/l = 2.8°dKH.
Rappresenta altresì il valore di alcalinità dell’acqua, ossia la sua capacità di reagire con gli acidi, minimizzando in tal modo la diminuzione del pH.
Detta in formule, se ad una soluzione acquosa aggiungiamo CO2 accade questo:

CO2 + H2O <> H2CO3
H2CO3 <> H+ + HCO3-
HCO3- <> H+ + CO3 –-

Ma se l’acqua possiede un certo quantitativo di carbonati (CO3--), questi fanno spostare tutte e tre le formule sopra scritte verso sinistra, minimizzando così la formazione di H+, ossia della molecola responsabile dell’acidificazione dell’acqua. Quindi maggiore sono i carbonati, minore è la produzione di H+.
Al contrario, se i carbonati non ci sono, le tre formule procedono tutte a destra, producendo H+ e quindi acidificando la soluzione. Ma badate bene che il processo produce anche CO3--, ossia carbonati che, ovviamente, dopo un po’ che il dosaggio di CO2 va avanti, iniziano a compiere il loro ruolo di tampone, equilibrando alla fine le tre formule. In pratica l’acidificazione non procede all’infinito, ma ad un certo punto si stabilizza ed il pH non scende ulteriormente.

A completare il quadro di acidificanti, tamponi e alcalinizzanti in un acquario, si deve aggiungere che:

- se in una vasca si dosa CO2, ma ci sono parecchi elementi fonte di carbonati (ghiaia, rocce, gusci di molluschi) questi reagiscono con gli ioni H+ prodotti dall’immissione di CO2 e fungono da tampone per l’ulteriore acidificazione.
- Al contrario se in vasca sono presenti materiali che assorbono i carbonati ed i cationi (vedi terre allofane) il KH scende e con lui (eventualmente) il pH.
- I processi di nitrificazione del filtro biologico di un acquario causano, nel tempo, una diminuzione dell’alcalinità. Per la precisione, per ogni unità di azoto ossidato vengono consumati 7.14 unità di alcalinità (nella forma di carbonati). Questo fenomeno, con il tempo, tende anche a far diminuire il pH.
Al contrario il processo di denitrificazione (che avviene comunque in ogni vasca) produce 3.57 unità di alcalinità per ogni unità azoto ridotto.
- Se in una vasca non c’è dosaggio di CO2 e ci sono molte piante, succede che la formula Ca(HCO3)2 ⇌ CaCO3 + CO2 + H2O si sposta verso destra, ossia verso la precipitazione dei carbonati. Precipitando i carbonati, si abbassa (relativamente) il pH e diminuisce (relativamente) l’effetto tampone, fino al raggiungimento di un nuovo equilibrio.
- l’equilibrio della CO2 tra aria ed acqua cerca di rimanere sempre sull’equilibrio. Quindi al diminuire della CO2 in acqua, la CO2 nell’aria viene richiamata in acqua. Ovviamente però il consumo di CO2 da parte delle piante è sempre maggiore della quantità di CO2 che dall’aria passa nell’acqua.
- Molte piante strettamente acquatiche hanno la capacità di procurarsi il carbonio assorbendolo direttamente dai bicarbonati e carbonati in acqua. Quindi tali piante (tra cui Ceratophyllum demersum, Egeria densa, Elodea canadensis e nuttallii, Hydrilla verticillata, Myriophyllum spicatum, Vallisneria spiralis, Potamogeton crispus) tendono a far abbassare l’alcalinità di un acquario ( se non è presente una fonte di CO2). Tutte le piante assorbono e cedono elementi, modificando in continuazione anche i valori del GH. Ovviamente quest'ultimo punto dipende anche dal protocollo di fertilizzazione applicato e dal rapporto elementi assorbiti/elementi dosati.




Originariamente inviata da MarZissimo
Due filtri a spugna alimentati da un compressore ad aria e cambi d'acqua del 15% settimanali di provenienza osmosi e deionizzata. Ho letto che alcuni consigliano anche un passaggio UV per ulteriore sicurezza. Fondo con ghiaia MOLTO scura con foglie di quercia e Terminalia catappa
Acqua SOLAMENTE di osmosi e deionizzata.
Non mi torna però perché: primo gli acidi umici offerti dalla catappa, a meno di un fondo esclusivamente di foglie sono pochi, e poi vengono rilasciati in maniera lenta. Cambiando il 15 con sola osmosi ogni settimana si ottiene un'acqua limpida, senza tannini. Come è possibile non avere sbalzi di ph?
Ma Dario li ha dati i valori della vasca? pH, KH, GH? L’acquario è molto piantumato? La vasca è fertilizzata? Calcola che anche le piante contribuiscono alla stabilità dei valori chimici dei una vasca. E se comunque le foglie di quercia e catappa sono abbastanza e vengono cambiate frequentemente, il 15% di cambio settimanale non annulla l’effetto tampone.

Io stesso, quando ho riprodotto i Parosphromenus bintan, ho utilizzato una vaschetta di 20 litri, senza filtro, con con acqua di osmosi (kH=0), conducibilità di 60 - 70 microsiemens e pH intorno a 5.5. E' vero che inizialmente c'erano pigne di ontano ed un sacchetto di torba in granuli per abbassare e stabilizzare il pH, ma effettuavo cambi con acqua d'osmosi ad un ritmo del 30 - 50% anche due volte a settimana. Ma il pH non veniva modificato più di tanto.

Originariamente inviata da MarZissimo
caso 2 -> vasca molto grande (sopra i 250 litri) con ph che da phmetro non varia da 6,1/6,2.
Sul fondo pochissime foglie di catappa, effetto acidificante fornito dall'erogazione di co2 (credo con elettrovalvola a questo punto) e kh pari a UNO. In questa vasca il mio amico ci ha riprodotto ptero f1...e gli animali stanno molto molto bene.

Anche qui i conti non mi tornano. Se non ci sono tannini (c'è la catappa, ma è praticamente come se non ci fosse) e il kh è pari a 1.....come caspio è possibile che il ph non si discosta mai da 6,1/6,2?????????

Da quanto ho capito c’è un’elettrovalvola accoppiata ad un pHmetro. Se è così si spiega benissimo il pH stabile. Se il pH sale la CO2 si attiva. Quando il pH scende, la CO2 si interrompe.
Il pH non può scendere ulteriormente in relazione a quello che abbiamo detto poco sopra riguardo l’equilibrio del processo di produzione di H+ e CO3--.
Nel caso, dipende poi anche da eventuali fonti di carbonato in vasca.

Quote:
Secondo me non è opportuno mescolare i due sistemi (CO2 e torba) perchè si generano interazioni che potrebbero sfuggire al controllo, specie usando CO2 nel primo caso.
Tutto dipende dalla tipologia di vasca che vogliamo allestire.
Ricordatevi che la CO2 non serve solo per abbassare il pH, ma serve PRINCIPALMENTE come fonte di nutrimento per le piante.

Sicuramente ho dimenticato qualche altra riflessione e qualche punto ancora oscuro, e non sono sicuro di essere stato abbastanza chiaro, ma prometto che riparerò
Entropy non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 04-03-2011, 00:08   #2
Rox R.
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Bene, l'intervento di Entropy mi conferma quello che sapevo.
L'introduzione della CO2 artificiale dovrebbe aumentare i Carbonati e non diminuirli, almeno per quanto riguarda gli effetti chimici diretti.

Ma siccome ci sto riflettendo da mesi, ho provato a spiegare il mio strano caso considerando gli effetti indiretti.

- Presenza di materiale calcareo.
Se fosse, l'acido carbonico dovrebbe aiutare a scioglierlo, pertanto i Carbonati dovrebbero aumentare.

- Scomparsa delle Alghe.
Le Alghe non hanno bisogno di CO2 perché sono abilissime nella decalcificazione biogena.
Questo significa che la loro presenza riduce i Carbonati; non è certo debellandole che faccio scendere il KH.

- Egeria Densa.
La mia unica pianta prettamente acquatica. Senza CO2 è costretta a predersi il Carbonio dalla decalcificazione, riducendo il KH, mentre con l'erogazione artificiale smette di farlo e lascia i Carbonati dove sono.

- Legge di Liebig
La maggiore velocità di crescita delle piante le porta ad assorbire dall'acqua maggiori quantità di elementi nutritivi, complice il pH più favorevole. Alcuni metalli che prima erano presenti in forma di Carbonati o Bicarbonati (Potassio, Magnesio, Calcio, ecc.) vengono "mangiati" più velocemente lasciando più cationi carbonato in giro per la vasca.

Concludendo, tutti gli effetti della CO2 che mi vengono in mente, diretti o indiretti, portano ad un aumento del KH, o quantomeno ad una NON-diminuzione.

Invece, in un solo pomeriggio di CO2, m'è passato da 10 a 3, senza che null'altro fosse stato toccato, usando sempre gli stessi test, e dopo otto mesi di stabilità perfetta.
Il bello è che il fenomeno si ripete ogni volta che si esaurisce la bottiglia coi lieviti, e curiosando su altri forum leggo che altri hanno avuto la stessa esperienza... che nessuno riesce a spiegare.

Domani provo a consultare un cartomante...
Scherzi a parte, dev'esserci un altro fenomeno indiretto che non è stato considerato nell'elenco, è l'unica spiegazione che mi viene in mente.
Forse qualcosa che riguarda la nitrificazione, oppure i processi biochimici che avvengono nel fondo, o magari un fenomeno legato alla maggiore presenza di Ossigeno... Proprio non lo so.

E se non ci arriva nemmeno Entropy, dovrò catalogarlo tra gli eventi impossibili, insieme alla Piramide di Cheope, il viaggio di Colombo e lo Sbarco sulla Luna.
Rox R. non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 10-04-2011, 12:58   #3
simone g.
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IO non ho capito ancora uhna cosa...ma il gh è la somma del kh e della durezza permanente no??come fa a essere a volte piu alto il kh che il gh??
simone g. non è in linea   Rispondi quotando
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acidi , certezze , chimica , co2 , effetti , interazioni , rivedere , tampone , umici

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