Ciclide
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pasqua, mi spiace ma non c'entra nulla quello che dici...
Allora, cercando di semplificare... E' un problema di bilancio di energia. Ipotizziamo che la vasca sia un serbatoio termico a T costante (ed in realtà è peggio, perchè è soggetto ad un carico termico, ma per ora non consideriamolo...).
In sump entra una certa potenza termica, data dalla portata in ingresso (scarico) per la dT tra vasca e sump (bastano millesimi di grado, non è tetto che tu riesca a misurarla...), alla quale si sommano i carichi in sump (pompe di mandata, skimmer, ecc) che cedono calore all'acqua della sump.
Se la potenza del refrigeratore è molto superiore a quella termica entrante (cosa in assoluto consigliabile!) questa potenza è in grado di raffreddare il serbatoio più velocemente di quanto non si riscaldi per la nuova acqua entrante. Se non ci fosse un termostato (se il termostato fosse in vasca nessun problema), prima o poi il sistema andrebbe in equilibrio, o divergerebbe in funzione dei carichi, e non ci sarebbero problemi. Ma dal momento che ad un certo punto il refri stacca, ecco che si genera un fenomeno di risonanza, perchè siamo in ciclo aperto.
Ora se tu bilanci il carico in ingresso aumentando la velocità di ricircolo tra sump e vasca, oppure metti il refri in serie sulla risalita, il problema lo risolvi.
La portata delle pompe è in generale (se decentemente bilanciate, sia chiaro) un problema irrilevante, perchè l'unica cosa che conta sono i carichi termici, l'acqua è solo il vettore che trasporta questa energia...
E' come sul treno: il carico sono le persone, la portata il numero di vagoni. Se hai pochi vagoni (poco flusso), avrai tante persone per vagone (tanta dT), se hai tanti vagoni (alto flusso), avrai poche persone (bassa dT). Ma le persone che devi trasportare sempre 1000 sono...
L'importante è che il refrigeratore sia sufficientemente potente da bilanciare i carichi che riscaldano la vasca (e, trattandosi di un compressore, è bene che sia molto perfrmante, perchè lavora male in continuo), e che le pompe siano decentemente potenti; pompe più potenti, infatti, aumenterebbero il flusso ma senza migliorare le prestazioni del refrigeratore
Ipotizziamo che sulla vasca tu abbia un carico di W1, per circa T1 ore; alla vasca, il tuo refri dovrà sottrarre W1T1 calore (o energia, è lo stesso...). Per cui, ipotizzando un T2<T1 tempo in cui lavora il tuo refri, la potenza W2 del refri dovrà essere maggiore di W1, perchè gira e rigira affinchè il refri sia correttamewnte dimensionato dovrà essere T2W2>T1W1.
Come vedi in questi conti le portate delle pompe non c'entrano nulla... contano solo le potenze in gioco, e i tempi di esercizio, ovviamente. Qeusto a meno che tu non commetta qualche errore nel piping, come possibile, ma di tubazioni si tratta, non di dimensionamento delle pompe.
Sia chiaro che questa è tutta teoria, il buon senso dimostra che sul dimensionamento delle pompe è meglio essere generosi, per via delle perdite di efficenza degli scambiatori a piastre a bassi regimi, tuttavia come linea di principio se il refri è ben dimensionato ma non raggiunge il set point, il problema è nella logica di controllo, non nella potenza delle pompe.
Come sapere se è ben dimensionato? Ovvero sostanzialemnte se W2>W1?
Bella domanda...
W2 è facile, c'è scritto sul libretto del refri... Potenza frigorifera, oppure potenza elettrica per COP, per circa uno 0,8 di rendimento dello scambiatore (non sono scambiatori industriali... siamo prudenti!).
Ma come stimare il carico termico W1 sulla vasca?
Questo è un casino. Potrei suggerire dei sistemi, ma tutti empirici e mooolto poco ortodossi. Dipende da troppi fattori: dispersione termica delle pompe, irraggimaento delle lampade, condizioni ambientali (T, umidità, correnti d'aria), tipo di vetro, persio salinità della vasca...
Insomma, è un casino...
Mi scuso per la lezione di fisica tecnica, non pretendo di insegnare nulla a nessuno, e probabilmente molti qui sono anche più competenti di me, ma è una faccenda complessa e non può essere trattata in maniera troppo semplificata, purtroppo...
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