Credo di dover intervenire, avendo sollevato la questione in altri termini e su diversi topic.
In realtà, per quanto mi riguarda almeno, il problema non è tanto "quale metodo" nè tantomeno definire un rating dei metodi: sono tutti validi quando gli animali vivono come in un albergo a 5 stelle e fanno schifo quando vivono come a San Vittore. Vero è, d'altra parte, che sul forum dei Nanoreef non si parla di Ciclidi del Malawi, solo perchè ci sono barriere rocciose o acqua con Ph alcalino, o no ?
Il tema che volevo sollevare quindi è quello dei contorni entro i quali collocare il termine 'nanoreef' (se ne esistono) per distinguerlo dalle altre sfaccettature dell' hobby.
Il mio personale disagio è nato dal riscontro del crescente numero di nuovi appassionati del forum che, evidentemente ispirati da quello che trovano negli scambi già postati da chi ha già avviato un suo processo evolutivo, disquisicono DA SUBITO di sump, skimmer, HQI, maree (maree !ma le nostre non sono "vaschette"..?

) etc., insomma tutte le soluzioni tecniche tipiche delle vasche più grandi. Ribadisco quanto detto altrove: tutto perfettamente legittimo (almeno finchè gli strumenti vengono acquistati con denaro autentico guadagnato in modo onesto
![:-]](http://www.acquariofilia.biz/images/smilies/02.gif)
).
Dopo qualche scambio di idee su alcuni post, il buon Zefiro (col quale peraltro ci siamo trovati spesso d'accordo) si è sbilanciato - unico fra i miei antagonisti - per fornire una sua definzione e ha collegato il concetto di nanoreef alla dimensione della vasca (Zef, correggi tu se ho capito male, please).
Un approccio semplice e di facile applicazione che però non mi sento di condividere; ma fin qui non ho fornito una mia definizione alternativa e inequivocabile ma piuttosto un'idea un po' 'romantica' di hobby semplificato.
La domanda (come diceva quel tizio) sorge spontanea e (aggiungo io) legittima: se l'approccio dei neofiti è quello detto sopra, cosa distingue un nanoreef da una vasca grande ? E se, come la domanda allude, tra poco non ci sarà più differenza, che senso ha avere un forum separato per trattare qualcosa che non ha una sua specificità, quando potremmo stare insieme ai nostri cugini più grandi e capitalizzare le loro esperienze (come peraltro in parte già accade) ?
Secondo me invece la specificità c'è eccome, e merita di essere salvaguardata. Ecco allora che dopo qualche riflessione sono riuscito a distillare la mia visione del tema nel suo complesso e a abbozzare una mia definizione, sicuramente imperfetta:
Nanoreef = "acquario marino di barriera, di dimensioni contenute, in cui i processi di filtraggio sono svolti prevalentemente dalla barriera stessa"
La chiave sta in quel "prevalentemente": in fondo, la caratteristica tecnica qualificante, il vero elemento di novità, non è stata la consapevolezza che, entro certi limiti, le rocce vive potevano fare anche da sole aprendo la strada alla possibilità di usare vasche piccole...?
E comunque lo spazio lasciato a molti plug-in teconologici a supporto è notevole (ci rientra perfino la vasca di Leletosi...), compresi certi skimmer (piccoli, a porosa, sottodimensionati...) che svolgono solo operazioni di sostegno e non filtraggio prevalente. Con un filtraggio effettuato prevalentemente da uno skimmer, secondo me, siamo in campo diverso anche se la vasca è di 20 litri...
Benone, questa volta spero di essere riuscito a rendere comprensibile il Grumpy-pensiero (ammesso che freghi a qualcuno, ma visto il bailamme direi che l'interesse c'è...) cui vorrei aggiungere un suggerimento ai moderatori, il cui compito forse è anche preservare un'identità comune a tutti quelli che si sono avvicinati a questa versione dell' hobby e che magari non vogliono vederla sparire "per incorporazione" in altre forme (con buona pace dei siti web stranieri): adoperatevi per ratificare una definizione coerente e condivisa e fatevene custodi !
Ora è davvero tutto, sparate pure sul pianista... -28