Buongiorno a tutti,
sono nuovo qui, per un po' ho seguito il forum senza postare, e ora ecco la mia prima domanda.
La domanda è un po' tecnica e non so se c'è una risposta univoca, ma so che qui bazzicano persone che ne capiscono davvero tanto quindi confido nella loro scienza (Entropy qualsiasi riferimento a te è assolutamente voluto).
Allora, cerco di essere breve. Ho avuto per un quattro-cinque anni un acquario di comunità pseudo-amazzonico (in realtà più centroamericano), che a parte gli errori da principiante alla fine andava decentemente bene. Mi son sposato, cambiato casa, ecc ecc e ora mi accingo a un progetto "serio", cioè a mettere in piedi un biotopo sudamericano blackwater, in cui i protagonisti saranno degli Apisto di acque nere (A. Bitaeniata se lo trovo sarebbe l'ideale), con qualche gruppo di "dither fishes" (non so la traduzione corretta), al momento la scelta è caduta su Nannostomus Marginatus e/o Carnegiella Strigata. L'acquario è 130 litri.
Punto a creare un ambiente confortevole per la riproduzione degli Apisto senza però rinunciare a qualche pianta e a qualche pesce in più (l'acquario è in sala).
Il thread che mi ha illuminato su tutta la tecnica torba/blackwater/acidi umici è questo:
http://www.acquariofilia.biz/showthread.php?t=146054
Quindi i punti di partenza della discussione sono:
- La torba nel filtro rilascia acidi umici. Questi abbassano il PH e contribuiscono ad abbassare GH e KH, fino a valori prossimi allo zero (partendo ovviamente da acqua con valori bassi e/o mischiata con RO)
- Gli stessi acidi umici, in quanto acidi deboli, non riescono ad abbassare ulteriormente il PH, ma fungono da "buffer" per evitare grosse oscillazioni di PH (analogamente al KH in acquari a PH alto)
Il mio target di PH è bassino (fra 5.5 e 6.0) per indurre il breeding, come anche la mia conducibilità (di sicuro sotto 100uS, potrebbe essere 40 - 60uS).
I problemi "tradizionali" (se ho capito giusto) di questo tipo di setup sono che a causa della bassa attività nitrificante dei batteri (e il fatto che tradizionalmente non si usavano piante) a PH così bassi è difficile gestire il corretto smaltimento dell'azoto, quindi la soluzione "tradizionale" è effettuare cambi frequenti e abbondanti (30% a settimana).
Quindi, come tanti già dicevano nel thread sopra citato, la soluzione migliore è di avere parecchie piante, ancora meglio piante galleggianti, che possano contribuire allo smaltimento di NO2 e NO3, per poter diradare un po' i cambi.
Per smaltire decentemente NO2, NO3, PO4 (non al livello di NON fare cambi, ma per farne un po' meno) le piante dovrebbero avere una crescita importante.
Le piante in questione (quelle a crescita rapida) sarebbero:
- Galleggianti: Phyllanthus Fluitans (alternativamente Limnobium Laevigatum o Salvinia natans)
- Non galleggianti: Ceratopteris Thalictroides (alternativamente Ceratophyllum Demersum)
Completeranno il setup qualche altra pianta più estetica che altro (Ech. Bleheri, e se le cose vanno bene Cabomba Furcata). So che la C. Furcata è una pianta difficile e quindi non vorrei al momento concentrarmi su questa, ma su quelle a crescita rapida.
Quindi, le due gran domande di oggi sono:
- Per avere una crescita sostanziale di queste piante è necessario immettere CO2? E se sì, non rischio di avere grossi sbalzi di PH in generale e con l'alternanza giorno/notte in particolare? Un PH-Controller è fuori budget al momento... oppure la funzione "denitrificante" sarebbe svolta principalmente dalle galleggianti, che in quanto tali assorbono CO2 direttamente dall'aria? Non ho mai avuto un impianto a CO2 e in merito sono davvero ignorante...
- Visti i pochissimi solidi disciolti (ioni) in un biotopo blackwater, dovrei fornire fertilizzanti? E se sì, questi non alzerebbero troppo la conducibilità? Oppure vengono "chelati" dagli acidi umici e non contano?
Grazie a tutta la community in anticipo per le risposte ma soprattutto per tutti gli altri thread dai quali ho imparato tantissimo...