Le tre grandezze KH, pH e CO2 sono tra loro strettamente correlati
In linea generale possiamo dire che non è possibile modificare uno dei tre valori senza che anche gli altri due ne siano direttamente influenzati; un KH superiore a 4 assicura già un sufficiente potere tamponante (capacità di non provocare variazioni di pH); valori superiori danno una maggior garanzia ma anche maggiore difficoltà nel gestire il pH. Un valore più basso di 4 rende l'acqua dell'acquario instabile e soggetta a pericolose variazioni di pH
In linea generale un aumento di 10 volte del KH incrementa il pH di circa 1 unità, a concentrazione costante di CO2; inoltre il pH aumenta di 0.3 unità se si raddoppia la KH, mentre a KH costante il pH diminuisce di 0.3 unità se si raddoppia la quantità di CO2
Tra le tre grandezze esiste una relazione
pH = 7.5 + lg10 (KH) - lg10 (ppm CO2)
da cui deriva
(ppm CO2) = KH · 3 · 10(7-pH)
cioè senza la CO2, non è possibile modificare nulla in modo durevole
Quel che dunque si fa è misurare il KH e determinare grazie alle apposite tabelle il pH da raggiungersi per ottenere la concentrazione voluta di CO2; tale concentrazione varia a sua volta secondo le piante ed il tipo di acquario, tuttavia si può quantificare in almeno 15 ppm la concentrazione necessaria ad una buona crescita delle piante. Valori superiori, fino a circa 40 ppm, sono ancora più consigliabili, specie per piante delicate o con colorazioni rossastre, mentre non conviene salire ulteriormente senza fare attenzione alle condizioni dei pesci, soprattutto alla fine del periodo di buio.
Presupposto indispensabile affinché si possa avere una regolazione stabile è che la durezza carbonatica sia costante: dico questo perché la presenza di tracce anche minime di calcare in vasca provoca, in presenza di CO2 abbondante, un graduale ed incontrollabile aumento del KH
spero di essere stato chiaro e soprattutto di aiuto
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A cajola pure ndurata è sempe nu carcere pe l'auciello
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