??... Io della TCI ho solo trovato quelli fino a 10 Volt per i LED, non quelli a 220V...
Cmq ho studiato apparecchiature similari per il controllo dei chopper di potenza o di componenti per grossi gruppi di continuità, ma penso che per i ballast da neon valgano considerazioni simili: da quel che so, componenti come i chopper o gli inverter di potenza (qualche decina di KW o alcune migliaia di Volt) controllano la tensione uscente erogando NON una tensione alternata sinusoidale come quella di rete, ma una serie di impulsi rettangolari di lunghezza variabile e TENSIONE COSTANTE(metodologia P.W.M: Pulse Width Modulation -> Modulazione a lunghezza di impulso): in questo modo non si controlla la tensione istante per istante, ma dopo un certo intervallo di riferimento ("tempo di campionamento", in genere preso di qualche frazione di millisecondo) si calcola il valor medio della sinusoide teorica in quel dato intervallo e lo si cerca di eguagliare al valor medio di una serie di questi impulsi, giocando proprio sulla lunghezza di ciascuno di essi (per esempio, se mi servisse dopo un nanosecondo una tensione di 0,02V potrei farla erogando in quel nanosecondo 50 impulsi uguali e costanti da 1 Volt: se faccio la media, è come se fosse un impulso unico, lungo un nanosecondo e del valore di 1/50=0,02 Volt).
Il problema è che così facendo si generano le cosiddette frequenze "armoniche", ovvero correnti sinusoidali indesiderate a frequenze molto più alte della corrente di rete (chi ha fatto l'Analisi di Fourier sa perché, altrimenti fidiamoci...), che si sovrappongono alla corrente di rete e che all'atto pratico si concretizzano in disturbi, perchè causano distorsioni sia sulle grandezze in uscita dai componenti (che possono danneggiare o accorciare le prestazioni e la vita degli utilizzatori elettrici), sia sulla stessa corrente di rete. Queste correnti indesiderate vanno abbattute quanto più possibile, utilizzando degli appositi filtri che devono tagliare o quanto meno limitare i picchi massimi di tali correnti.
Si pensi che la 220V che ci arriva in ogni istante, se la si va a verificare con un oscilloscopio, ha tutte le "gobbe" smussate, a causa dei micro assorbimenti che TUTTI i computer - e ogni altro ammennicolo elettronico che ha al suo interno dei raddrizzatori - fanno TUTTI nello STESSO momento (i raddrizzatori, per funzionare al meglio, sono portati ad assorbire proprio in corrispondenza dei massimi di tensione): sono frazioni di watt, ma moltiplicate per tutti i computer che ci sono in Italia il disturbo diventa consistente!
L'inconveniente oramai è ineliminabile: tutto oggigiorno funziona con aggeggi elettronici che ragionano a impulsi: 1-0-1-1-0-0-1-1....
si può solo cercare di contenerlo filtrando il segnale in uscita dall'apparecchio come meglio possibile, per evitare effetti negativi sugli utilizzatori (si avranno prestazioni migliori e durata maggiore, anche del 20% o 30% per entrambi i fattori) e una migliore e meno costosa distribuzione per l'ENEL, cosa che va nel portafoglio di ciascuno di noi, perché significa bollette più basse.
Detto ciò, così "a spanna" mi viene da pensare che i componenti dei ballast economici utilizzino frequenze di campionamento più basse (microprocessori più rudimentali e quindi meno costosi) e filtri fatti al più con qualche piccolo condensatore, dato l'esiguo spazio in cui devono stare. Ne risulta un'alimentazione più "sporca", una durata minore del neon e uno sfarfallio ad alta frequenza (qualche kHz, invisibile all'occhio umano).
I ballast più costosi avranno invece microprocessori e circuiti di controllo dell'alimentazione più raffinati, con frequenze di campionamento più alte e una migliore capacità di ripulire il segnale con filtri più sofisticati.
Almeno, in ambito industriale e di potenza le cose funzionano così.
Per avere una risposta più affidabile bisognerebbe poter conoscere i dati tecnici e gli spettri di output di entrambi gli apparecchi, per poter fare un confronto diretto e deduzioni sicuramente più circostanziate.
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