Salve a tutti, mi piaceva rivolgervi alcune domande di carattere generale relative a questo tema.
Quello che sto per dire, vale per tutti i tipi di pesci, ma per comodità e perchè quel poco che so è circoscritto a quella particolare fetta di pesci tropicali, parlerò della mia esperienza con i pesci acidofili sudamericani.
Quando andai alle Onde a ritirare nel Novembre scorso la coppia di Ivanacara di Paolo Piccinelli, il gestore della serra, tale Gianni, mi mise una pulce nell'orecchio.
Il discorso (lo scrissi già in un altro topic ma lo riporto per semplicità) è in poche parole il seguente: "non puoi tenere un pesce a valori limite, siano essi bassi o alti, per tutto l'anno. Se tenessi le Ivanacara a ph 4,5 per 12 mesi consecutivi, otterresti di "bruciare" il pesce."
Nel caso specifico mi suggerì quindi di tenere una conducibilità sui 300us e quando volevo far riprodurre gli animali di abbassarla, insieme al ph, fino ad arrivare sotto i 10us di conducibilità e 4,5 di ph.
Ho riflettuto un pò su questa cosa e devo dire che il discorso non mi è parso del tutto insensato, per cui ne ho discusso un pò qui sul forum e un pò in privato con davide.lupini (altro essere malato di ph sotto al 7). Quest'ultimo, con un colpo da maestro mi citò delle fonti autorevoli che sostenevano, dopo alcuni studi mirati, che i pesci acidofili ricavano sostanze da acidi umici disciolti nell'acqua, per cui l'aumentare dei carbonati (per conducibilità Gianni intendeva proprio loro) si è rivelato essere una cosa inesatta (in questo caso particolare ovviamente, per il resto ci mancherebbe, non metto bocca e anzi, si può dire che ho aperto il topic proprio per quello!).
Lasciando perdere il discorso dei carbonati l'interrogativo mi è rimasto; ovvero: come posso rendere il mio allevamento consono all'intero ciclo vitale dell'animale?
In natura è probabilmente vero che la chimica dell'acqua varia 10 volte al giorno ogni 3 metri, ma non può variare in modo troppo significativo e non è di questo che vorrei parlare.
L'arrivo della stagione delle piogge, il caldo torrido, mutamenti nella corrente, abbondanza/scarsezza di cibo sono tutti elementi che durante l'anno, biotopo più biotopo meno, cambiano con una certa regolarità.
Ora è chiaro che quando si acquistano gli animali si pensa subito alla riproduzione, ma bisognerebbe anche pesare che questa non avviene per tutti in ogni momento e per una buona riuscita di quest'ultima ci sono diversi fattori che devono verificarsi in maniera consona e coordinata.
Il primo fattore che mi è venuto in mente da considerare (il più banale) è il clima.
Per quanto le zone di pesca della maggior parte (sarà davvero la maggior parte?!) dei pesci che ospitiamo nelle nostre vasche sia "tropicale", non è detto che lo sia per tutto l'anno.
Porto l'esempio dei miei Apistogramma trifasciata. Per loro ho costruito circa un anno fa un biotopo del Rio Paranà in una vaschetta da 50 litri e appena li ho inseriti si sono riprodotti. Ho lasciato la prole con i genitori finchè non sono diventati subadulti e "ingombranti" in senso di spartizione del territorio e a quel punto li ho regalati. Poi ho deciso di mandarli in "letargo" sessuale, aumentando conducibilità (da 50 a 150us) e ph (da 5,5 a 6,5) e diminuendo la temperatura (da 26 a 24°C), il tutto chiaramente in maniera graduale. Come risultato ho ottenuto che non vi è più stata nessuna riproduzione e i due genitori si sono spartiti la vasca.
La scorsa settimana ho deciso di riprovare a riprodurli riportando tutto come prima (sempre in maniera graduale). Il risultato ottenuto è che il maschio è andato "in amore", mentre la femmina no, e ora le prende DI BRUTTO. Segno che qualcosa non è andato nel verso giusto...anche se effettivamente ancora darei tempo al tempo, dato che il fatto di sentire "la primavera" non credo sia un gradino che si sale così tanto meccanicamente...
Riflettendo però mi è venuto da pensare che questo meccanismo "alzo la T° si riproducono, la abbasso e si calmano" non è concorde con il cambiamento dei valori dell'acqua...
La conducibilità che si abbassa significa pioggia e la T° scende, non viceversa...quindi potrei aver sbagliato quell'incastro di eventi lì...
Penso alle Ivanacara, che dopo un cambio del 10% con acqua a 22° di pura osmosi depongono la mattina dopo, oppure ai corydoras in cui è importante far sentire anche la diminuzione del livello dell'acqua prima di inserire quella fresca....proprio per simulare la pioggia...
Ora a conclusione, come avrete capito le mie idee su questa faccenda sono molte e molto confuse...per cui volevo sapere in primis se quello che sto portando avanti è un discorso sensato e corretto...e in secundis come secondo voi si possono incastrare gli altri "fenomeni" stagionali come l'abbondanza/scarsezza" e biodiversità nel cibo...il livello dell'acqua...e via discorrendo.
Stavo per scordarmi almeno due considerazioni:
La prima: se questo discorso dovesse essere giusto è proprio qui che viene fuori il "senso del biotopo". C'è un topic in evidenza nella sezione aperto anni fa da un utente che mi ha insegnato che talvolta scrivere tanto non è un male (grazie Nebulus!), in cui si discute del senso del biotopo. La mia umile opinione personale è che effettivamente al mio Apistogramma, di vedere una Hydrocotyle, o una Microsorium....non gliene può fregare di meno...però è anche vero che tenere un acquario biotopo, a mio parere significa anche seguire l'andamento annuale del corso d'acqua che si è voluto ricreare.
E da qui ne consegue anche il fatto che i fritti misti "ammessi", tali non sono più.
Per spiegarmi vi riporto un aneddoto che mi vide come protagonista in negativo da poco entrato nel forum. Un utente in sezione anabantidi chiedeva se fosse possibile la convivenza X. helleri e B. splendens. Io risposi subito: si non c'è problema, i valori sono compatibili.
A quel punto arrivò Marco Vaccari che scrisse: il consiglio che hai dato è una boiata pazzesca, perchè gli helleri sono di corrente messicana, mentre gli splendens di stagni thailandesi.
Io vi assicuro che lì per lì quelle femmine di splendes che tenevo con gli helleri stavano benissimo (una è ancora con me ed è stata più volte mamma), ma probabilmente non avrebbero retto per molto. Stesso discorso vale per le varie vasche con cory (magari aeneus e paleatus) e poecilidi...lì il cambio d'acqua con acqua fresca per la riproduzione dei cory non so quanto possa essere apprezzato da tutti...
La seconda: In questo discorso si potrebbe introdurre l'importanza del concetto di "location" associato a ciascun animale...ma per me proprio no! Quando io so che il mio Fundulopanchax gardneri è della montagna Udi....che ci faccio!? Chi me le da le stime dell'acqua della montagna Udi durante l'anno? Non sto dicendo che la location sia completamente inutile, ci mancherebbe!!!...però in questo contesto a mio parere lo è....e spero tanto di essere contraddetto...
Considerate poi che le location quando ci sono (ormai è rarissimo) sono luoghi di pesca molto circoscritti...pensate un pò alla lunghezza del Paranà...come lo stimo io i pesci dove sono stati pescati? Facendo un pò di ricerche vai a vedere che il Paranà scorre vicino alla città di Posadas (ne ho presa una a caso delle 50mila che tocca) e quindi vai a vedere il clima...
http://it.allmetsat.com/clima/argentina.php?code=87178
ma il tutto mi sembra molto "all'acqua di rose"...boh...
Ringrazio chiunque si prenda la briga di leggere sto papiro di roba e di rispondermi...ciao a tutti!