Benvenuti sul Forum di AcquaPortal, la più grande community italiana di acquariofilia!
Sul Forum di AcquaPortal puoi discutere con altri appassionati di acquariofilia, tenere un tuo Blog personale, inserire foto e video, chattare, ed aiutarci a creare un grande database con schede di pesci, invertebrati e prodotti di acquariofilia.
Per entrar a far parte della comunità occorre registrarsi.
Per farlo premi su
Al momento della registrazione ti verrà richiesto di accettare il Regolamento che ti consigliamo di leggere attentamente.
Ti consigliamo inoltre di leggere le FAQ per apprendere le funzionalità principali del forum.
Se invece sei un utente registrato e hai dimenticato i tuoi dati di accesso devi effettuare il Recupero dati.
Ah, meno male... Pensavo volessi inciderla nel fango -ROTFL-
Visto che stiamo approfondendo questi temi, riporto degli stralci trovati in Rete, spero possano contribuire alla discussione
«Gli ecosistemi lagunari sono caratterizzati dalla presenza di forti carichi di materiale organico che favoriscono uno tra i più alti tassi di produttività dell’intera biosfera, paragonabile a quello delle barriere coralline.
Tale caratteristica alta produttività è stata attribuita alla diversità di produttori primari presenti in questi ambienti quali fitoplancton, macroalghe e microalghe bentoniche (Ziegler e Benner, 1998).
Oltre, però, alla produzione autoctona di carbonio organico, la sostanza organica può avere anche origine alloctona, veicolata alla laguna dai fiumi dalle acque di drenaggio del terreno circostante e giocare un ruolo significativo nel bilancio energetico totale dell’ecosistema (Kemp et al., 1997).
La maggior parte della sostanza organica che è prodotta, o che entra come detrito, nella colonna d’acqua si deposita nel sedimento (Airoldi et al., 1996) con il risultato di incrementare la disponibilità trofica offerta dal comparto sedimentario alle associazioni animali.
Proprio nel comparto bentonico, poi, si realizzano tutti quei processi di decomposizione che sono indispensabili per il trasferimento di energia dai livelli trofici più bassi (microbial loop), verso i livelli trofici più alti.
Il rilascio, infatti, di nutrienti dal sedimento è regolato dalla velocità e quantità con la quale il detrito organico raggiunge il fondo, dal tasso con il quale è decomposto dai batteri eterotrofi e dal tasso con il quale, poi, questi nutrienti sono rilasciati nel mezzo acquatico dai processi di trasporto e di bioturbazione (Farias, 1998).
La disponibilità trofica è stata spesso indicata come uno dei principali fattori coinvolti nella determinazione della distribuzione temporale e spaziale della comunità macrozoobentonica (Danovaro, 1996) che rappresenta un anello fondamentale nel passaggio di energia lungo la catena alimentare.
Tuttavia una parte importante della sostanza organica presente nel sedimento si presenta sotto forma refrattaria (Marsh et al., 1989) e non risulta, perciò, prontamente disponibile per metabolismo secondario.
Appare quindi utile indagare non solo la quantità di materiale organico presente nel comparto sedimentario, ma anche la qualità dello stesso al fine di determinare il reale valore nutrizionale del detrito (Cheng et al., 1993). La speciazione della sostanza organica, poi, può fornire anche informazioni, seppure indirette, sull’attività degradativa microbica e, quindi, sui processi di diagenesi precoce del sedimento e sulla sua trasformazione biochimica.
Lo scopo di questo studio è stato quello di mettere in relazione la distribuzione temporale e spaziale della comunità macrozoobentonica con la qualità del sedimento in un ambiente lagunare.
Questa è stata valutata attraverso l’analisi della concentrazione proteica nel sedimento al fine di determinare la frazione labile del carico organico, cioè quella parte del detrito realmente utilizzata nel trasferimento di energia dal microbial loop verso i livelli trofici più lati (Della Croce et al., 1997).
È stata inoltre calcolata la concentrazione di clorofilla a nel sedimento per determinare la biomassa delle microalghe bentoniche presenti. Questo parametro non solo rappresenta una ragionevole stima dell’attività autotrofa del fondo (LaBough, 1995), ma permette la valutazione di una fonte trofica prontamente utilizzabile (Boon e Duineveld, 1998) per quegli animali in grado di utilizzare il materiale vegetale come cibo.»