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Vecchio 03-12-2013, 16:14   #4
T_M
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Originariamente inviata da Marco Vaccari Visualizza il messaggio
un'altra acquariofilia è possibile,ma purtroppo non è per tutti…..
scusate se estrapolo solo questa frase, ma da qui vorrei partire.

Sono nuovo, vi leggo da poco e scrivo da ancor meno, quindi non ho idea di probabili posizioni e magari infinite discussioni che ogni nick può avere nel proprio storico.

Sto rientrando passo passo nel mio quotidiano domestico nell'universo sommerso.
Privatamente l'ho lasciato diversi anni or sono e lo sto ritrovando simile per certi versi e profondamente mutato per altri.
ricordo il mio primo acquario circa 30 anni fa. scuole elementari. da poco avvicinato al mondo dei pesci, tramite un filo conduttore legato alla pesca ed alla passione per l'acqua dolce (fiumi o torrenti che fossero..)
ricordo poi il secondo, terzo, quarto. Quanto allora non fosse poi così semplice reperire informazioni. A disposizione qualche rivista di settore, consigli di appassionati più grandi e di qualche negoziante di cui fidarsi.
25 anni fa, dopo le esperienze con scalari e ciclidi , ecco i primi killi, i primi acquari tematici con solo torba sul fondo acqua scura e muschi per le deposizioni.
Costringere mio padre ogni due gg a fare 20 km andata e ritorno per comprare i naupli di artemia vivi per i primi tre avanotti sopravvisuti.
e via via in molte altre avventure.
Ora ritrovo tante differenze.
Informazione a portata di mano. google docet. possibilità di scegliere pesci, grandezze (S;M;L;XL) colori e farsele spedire in due gg a casa.
Acquari di ogni forma e colore, legni già con muschi cresciuti in vendita, trasmissioni in TV dove in un giorno ti avviano un acquario completo.
Mi sento fortunato.
Si, fortunato di aver iniziato allora e non oggi.
Perchè il 90% eri costretto a realizzarlo con attenzione ed informazione empirica, non il giorno dopo alla visione di un video di un utente xy su youtube.
Già, perchè spesso la famigerata informazione "incotrollata", diventa spesso disinformazione oppure informazione "controllata" ma con fini meramente commerciali.
Poi invece, a ben cercare, ti imbatti in isole fortunate.
Dove invece puoi ancora trovare lo spirito madre. Dove trovi "video" o articoli sulla realizzazione fai da te di schiuditoi, filtri, ecc.
Proprio come un tempo.
E allora ti accorgi quanto invece un giovane che vuole iniziare oggi sia fortunato.
Fortunato ad avere l'informazione giusta a portata di mano.
E soprattutto persone magari distanti centinaia di Km, con la stessa passione e gli stessi problemi, pronti ad aiutarti nel modo più semplice e diretto possibile.
(Solo qualche giorno fa ho aiutato a inizializzare un acquario di un amico via skype..)

Ora torno alla frase iniziale.
mi scuso ancora per estrapolarla dal suo contesto iniziale, ma voglio provarla ad utilizzare dicendo che in realtà credo profondamente che una acquariofilia meno commerciale e più consapevole sia in realtà alla portata di tutti, e questo portale volendo lo dimostra.
Ora, senza andare a prendere esasperazioni talebane di cui son membro, come vasche senza elettricità autogestite, credo che già solo l'attenzione di scegliere prima cosa si vuol realizzare prima di avviare una vasca, sia una grossa panacea per tutti quegli acquari (purtroppo indiscutibilmente la maggior parte...) dove è possibile trovare un misto di specie con caratteristiche e necessità diverse.
Ma ripeto, sono profondamente convinto che una acquariofilia più attenta sia alla portata della massa.
Per fare un parallelo con la pesca, ricordo anche qui quando sempre 25 anni or sono passai alla pesca a mosca, creandomi da solo esche artificiali ed utilizzando ami con ardiglione schiacciato.
Ricordo a quei tempi le stragi di pesce bianco che vedevo fare sul ticino, le nasse piene portate a casa con il solo scopo di far vedere la propria bravura ecc.
Era davvero pochi a praticare il catch and realese.
Oggi, con tutte le sfumature del caso, è all'ordine del giorno.

Con questo, scusandomi per le numerose parole, vorrei riallacciarmi al mercato commerciale del wild.
Premesso che basterebbe venga legalizzato nei paesi di origine, creando delle aree regolamentate dove prelevare il pesce a rotazione, ed il problema diverrebbe molto contenuto, in realtà il problema del wild è al solito legato alla domanda.
In molti lo chiedono per i motivi da voi citati.
Ora, non sono contrario a priori a pesci catturati in natura, qualora si sia in grado di provvedere al loro sostentamento e si voglia puntare alle riproduzione per poi avere F1 da passare ad altri appassionati, ma sono invece avvilito per gli eccessi che il mercato propone (tanto da essere uno degli unici "pirla" ad aver pagato molto i propri Otocinclus riprodotti..).
Dove per eccessi oltre al fenomeno dei Wild (pesci che in realtà molto spesso sono wild in quanto prelevati si... ma dalla vasca del retrobottega...) includerei anche quello delle selezioni continue per arrivare al pesce balloon o blue , a quello con le pinne velo estreme o sfrangiate ecc.

Già, per "altra acquariofilia" mi basterebbe evitare di vedere il 90 % dei listini dedicati a specie wild o "selezionate", e che chi decide di avviare una nuova vasca, pensi prima a dove vuole arrivare, senza poi dover "adeguare" in corso d'opera.
Credo che questo sia un obiettivo raggiungibile: attribuire agli acquari la loro valenza di mondi sommersi e togliere loro quella di complemento d'arredo.

TM
T_M non è in linea   Rispondi quotando
 

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