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Domenico, bada bene che parlo senza tono di offesa. Per me ugualmente tutto quello che dici ha poco senso.
I metalli precipitano tipicamente legandosi col calcio, perlomeno in modo abiotico. Per via biotica non credo faccia alcuna differenza, poichè la precipitazione avviene grazie alla modificazione dell'ambiente circostante da parte della cellula.
Non vedo motivazioni valide per cui l'avere ogni tanto uno strato di rame di dimensione atomiche nello scheletro debba portare a decesso il corallo. Se prendi le tridacne, capita tipicamente che nel periodo in cui si usano resine a base ferrosa, loro producono uno strato color arancione. Una volta preciptato col calcio diventa rapidamente inerte.
Nella mia esperienza non si perde nel tempo l'effetto dello spur, non c'è un effetto di tolleranza. Dipende esclusivamente dall'attività metabolica del corallo e dalla quantità di nutrienti. Se i nutrienti sono bassi, ma un corallo sta male e non cresce, non subisce l'effetto dello spur.
Gli unici animali che non sono sensibili allo spur sono le stilopore e pocillopore, il perchè non lo so... ma presumo che abbiano qualche via metabolica diversa che impedisce l'uso del rame.
Concordo con Achilles, che lo spur non può che essere solfato di rame, visto l'effetto identico all'equo nuance.
Non credo che uno strato molecolare di rame ogni 15 giorni, possa influire sulla fragilità dello scheletro, come invece potrebbe essere per una cronica carenza di Sr, che invece mancherebbe in tutta la struttura scheletrica del corallo.
Insomma, di quanto hai detto, non c'è niente che mi spinga a negare alcuna delle mie ipotesi sul funzionamento dello spur.
Infine per quanto riguarda la "sensazione" di maggiore crescita dopo lo spur, potebbe essere lo stesso del maggiore effetto a luci accese... troppo poco concreto.
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