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Originariamente inviata da Mkel77
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Il ferro è considerato il vero fattore limitante per le alghe, le alghe possono utilizzarlo nella forma Fe2+ e Fe3+, ma non in forma chelata o ossidata............il vero problema anche in presenza di forme legate ad altri composti (come il carbonio organico, o le forme chelate)è che questi legami si sciolgono facilmente in presenza di illuminazione soprattutto con le alte gradazioni di colore. Le radiazioni luminose molto alte sono in grado di rompere questi legami rendendo il ferro nuovamente disponibile per le alghe che lo assimilano subito anche se in minime percentuali (0.005ppm), cosa che le piante non sono in grado di fare immediatamente e non al di sotto di certe concentrazioni. In presenza di alte concentrazioni di nitrati e fosfati, le alghe possono rimanere entro limiti accettabili, ma se viene fornita una fonte di ferro a causa di una errata illuminazione o fertilizzazione, le alghe prendono subito il sopravvento, anche perchè rispetto alle piante riescono a reagire prontamente ai cambiamenti di condizioni.
La crescita algale è causata anche solo da concentrazioni che i nostri test non sono in grado di misurare........per questo motivo è sempre meglio fertilizzare ferro nel fondo piuttosto che in colonna, proprio per favorire le piante che tramite apparato radicale possono utilizzarlo a differenza delle alghe che ne sono prive.
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Questo è veramente illuminante, perchè io ho sempre pensato che i chelanti usati in acquariologia tenessero conto delle radiazioni luminose adottate e della temperatura, e che l'unico fattore limitante fosse il pH, lo so che col tempo si degradano e perdono potere sequestrante, ma ero convinta che solo le piante riuscissero a utilizzarlo.
Grazie.

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