non voglio fare terrorismo, ma su acquagarden ho letto delle cose dette da un Certo Roberto Moretti, che mi è sembrato molto preparato, riguardo ai ballast Fai Da Te.
spiega in linea di principio il funzionamento e i possibili rischi.
vi riporto il link dove potete leggere il 3D e il suo messaggio:
http://www.acquariofacile.it/forum/t...21&whichpage=3
Come correttamente già specificato, la lunghezza del filo a valle d' un ballast elettronico è da contenere a causa delle alte frequenze generate dallo stesso. Se non ricordo male, mentre un ballast elettromagnetico lavora alla frequenza di rete, vale a dire 50Hz, un elettronico lavora a 40Kz, frequenza 800 volte maggiore.
Questo porta alcuni importanti vantaggi : durata delle lampade, minor consumo (o meglio, maggior resa a parità di consumo) e miglior qualità della luce.
I tubi fluorescenti d' uso comune (erroneamente chiamati neon dal nome del gas che s' usa nei tubi colorati delle insegne) funzionano grazie a scariche elettriche generate dal ballast fra gli elettrodi ai capi del tubo stesso. Il gas contenuto nel tubo fa si che le particelle "spalmate" sulla superficie interna si eccitino in grazia dell' energia fornita emettendo luce. Spiegazione maccheronica ma è così sostanzialmente ... se volete scendere nei particolari degli elementi chimici in gioco e degli accadimenti fisici che danno luogo alla reazione chiederemo a Hutton o gli altri esperti del forum.
Detto questo, è facile intuire che la radiazione luminosa ottenuta sia di tipo "lampeggiante", e questo è facilmente rilevabile all' accensione delle lampade pilotate elettromeccanicamente: quando la reazione non ha ancora raggiunto la massima efficienza molti "lampi" vengono persi e si vede chiaramente il fenomeno.
Poichè, a regime, la durata dei lampi e, di conseguenza, degli "intervalli di buio" fra un lampo e l' altro è minore di quello che l' occhio umano può percepire grazie alla frequenza degli stessi (Hz) noi vediamo la luce come se fosse continua.
A 50 Hz (50 lampi al secondo), che è la frequenza di lavoro dei normali reattori elettromagnetici, siamo però parecchio vicino al limite di percezione umano che se non ricordo male s' aggira fra i 30 ed i 35 Hz .. quindi, specie quando lo starter non è più molto efficiente, si comincia a notare un certo tremolio. Anche con l' impianto a piena efficienza il nostro subconscio percepisce comunque tutto ciò. Pare poi, per tornare alla nostra comune passione, che l' occhio di molte specie ittiche sia più sensibile del nostro a tutto questo e riesca a percepire chiaramente il distacco temporale fra i lampi emessi a 50Hz, il che non deve essere francamente piacevole e tantomeno rilassante per loro.
Nei ballast elettronici tutto questo non è più un problema visto che i lampi vengono emessi 40.000 volte al secondo grazie ad un circuito elevatore di frequenza ... i tempi di distacco fra un lampo e l' altro sono quindi 800 volte più brevi ed impercettibili a qualsiasi occhio animale. Percepiamo quindi una radiazione luminosa molto più fluida, paragonabile al nostro occhio con quella delle fonti ad incandescenza. Inoltre, il numero maggiore di lampi per unità di tempo garantisce un' accensione pressochè immediata ed un minor consumo. Accensione immediata perchè , nonostante vadano comunque "a vuoto" un certo numero di scariche, la quantità di quelle inviate per unità di tempo è tale che non riusciamo a percepire la parte iniziale ed inefficiente della reazione. Efficace perchè in questo modo, a parità d' energia impegnata (Watt) viene emessa una maggior quantità d' energia luminosa (Lumen) ... sostanzialmente in grazia del minor tempo comlessivo di "buio" fra un lampo e l' altro: per spiegarlo con maggior rigore bisognerebbe ragionare sull' onda rilevabile mediante oscilloscopio in uscita dal Ballast ma non mi pare il caso in questa sede.
Altro vantaggio specifico per gli acquariofili di razza plantofila è la maggior capacità di penetrazione, dovuta alla ridotta superficie d' emissione che crea quindi un fascio più "puntiforme" almeno nella parte direttamente irraggiata verso l' acqua (per la parte di luce indirettamente irradiata attraverso le parabole il discorso non vale).
Dopo tutti questi vantaggi, un problemino: qualunque corrente alternata ha la simpatica abitudine di generare dei "campi elettrici", vale a dire (mooolto maccheronicamente) delle piccole o grandi dispersioni potenziali d' energia attorno ai conduttori che trasportano la corrente stessa. In due parole, se non ricordo male, una specie di "nube" di atomi ionizzati: uno ione è un atomo che ha perso o guadagnato un certo numero di elettroni rispetto alla sua forma "stabile" e quindi è pronto a cederli o ad accettarli dagli ioni di segno opposto "vicini". Poichè una corrente elettrica altro non è che un flusso d' elettroni dovrebbe risultar chiaro che tutto questo risulta assimilabile ad un conduttore in tensione pronto a far passare una corrente quando in qualche modo venga chiuso il circuito verso terra. la mia professoressa di chimica, quella di fisica, Hutton e chiunque altro possa farlo mi perdoni per la spiegazione.
L' estensione e l' entità di tale campo dipende dalla frequenza della corrente alternata (Hz) e dall' entità della stessa (A). Inoltre , più è lungo il conduttore e più il fenomeno è rilevabile. Da qui, anche se ci sono ben' altri motivi d' efficienza del circuito per cui vengono consigliati percorsi brevi dal ballast al primo degli elettrodi della lampada, la necessità di tenersi parchi nelle lunghezze dei fili. Frequenze di 40KHz possono assai facilmente "indurre" tramite il campo elettrico succitato tensioni anche discrete rispetto alla terra (che ha potenziale 0) in masse metalliche a loro prossime, comportandosi da conduttori in aria libera quindi è ASSOLUTAMENTE importante garantire un ottimo isolamento ed una corretta messa a terra dell' impianto e di parti metalliche circostanti, pena sberle anche discrete toccandole e fungendo da conduttori verso terra più o meno efficienti in base all' abbigliamento, lo stato di salute, l' umidità ambientale ed un milione d' altre concause che variano la resistenza elettrica del nostro corpo internamente e sulla superficie della pelle.
E' anche per questo che, pur avendo molte volte modificato o realizzato impianti per conto mio, non ho mai fatto uso di reattori "improvvisati" e derivati da lampade a basso consumo ma di apparati idonei e certificati, non amo molto scherzare con l' energia elettrica, specie nei pressi dell' acqua ed a quelle frequenze. Inoltre, l' efficienza nel tempo di quel tipo di ballast è tutta da verificare: essendo stati progettati come "usa e getta" la qualità dei componenti impiegati non può certo essere eccelsa e, secondo me, ci mette poco tempo ad inficiare i vantaggi del pilotaggio elettronico elencati sopra.