Ciclide
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Il gelato che non c'è più...
Sono amante del gelato.
Come si fa a non esserlo? Fresco, saporito, delicato, dolce ma non troppo, sano, nutriente.
A Roma però è vita dura, e va sempre peggio.
Per quel che ne so io, non esistono più gelaterie che producono completamente in proprio il gelato.
L'ultima a cadere, la più famosa di tutte, perlomeno fra gli intenditori, reali o presunti, è stata quella di Pellacchia. Una vera oasi in centro, dura a cambiare per precisa scelta dei due anziani titolari, che mai hanno ceduto alle lusinghe dei semilavorati.
Del resto se lo potevano permettere: da un lato il loro esercizio commerciale aveva storia e tradizione, oltre che una posizione strategica (via cola di rienzo), dall'altra navigavano economicamente in acque sicure, tanto che alla fine, raggiunti i limiti di età, hanno ceduto il locale (aprirà un negozio) e se ne sono andati a vivere al mare.
Fine di un'era.
Il romano ghiotto di gelati è oramai all'angolo. Prestigiose gelaterie, perlomeno nell'opinione di molti, producono gelati pressochè identici, utilizzando sempre e comunque i semilavorati come prodotto base (nella migliore delle ipotesi di buona marca, spesso di livello infimo), e aggiungendo, quando va bene, qualche pezzo di prodotto fresco (frutta, nocciole ecc.).
La legge, va detto, agevola questa specie di truffa consentendo l'impiego del termine "artigianale", per il solo fatto di aver ultimato il processo produttivo nei propri locali.
Più giusto sarebbe stato pretendere che l'intero ciclo produttivo si svolgesse in proprio.
In sostanza prendono il barattolo contenente la melma a lunga conservazione, lo versano nella gelatiera, aggiungono un po' di latte, spesso scadente, zucchero e qualche pezzo di prodotto per abbellire, ed il gioco è fatto. Sciogliere il cioccolato fondente, usare i limoni veri, le uova, frullare la frutta, è procedura oramai completamente abbandonata.
Abboccano un po' tutti. File pazzesche davanti a gelaterie storiche come Fassi, o come Toni, o a new entering come Mondoarancina. Tutti convinti di gustare un prodotto fatto "in proprio".
Ed invece melma collosa, e specchietti per allodole.
Coloranti e conservanti a gogò.
Sapore inconfondibile e molto simile.
Certo, non conosco tutte le gelaterie di Roma, anche se sin da ragazzino sono sempre stato molto vigile ed attento all'argomento. Ogni nuova prova è comunque sempre inevitabilmente un flop.
Restano discrete gelaterie Giolitti vicino al Parlamento e Giovanni ai Parioli. Per il resto è un disastro.
Se qualcuno conosce qualche altra gelateria, e ritiene che produca il gelato senza impiego di semilavorati, lo pregherei di comunicarmelo.
So che al sud va molto meglio. Ho provato diversi gelati a Lecce, Reggio, Catania, Palermo, e le cose vanno molto meglio, anche se non sempre come dovrebbe essere.
Certo il gelato a Roma è ancora decente in diversi posti, seppur prodotto con fanghi industriali. Speriamo non accada con il tempo quanto avvenuto per i cornetti, che a Roma non produce più nessun bar o pasticceria, e raramente qualche forno.
Anche sui cornetti, al sud è altra questione.
Oggi comunque mi vado a comprare una gelatiera, perchè almeno ogni tanto voglio un gelato vero.
Attendo con ansia vostre preziose indicazioni e, ovviamente, pareri.
A presto
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