E’, lo e’ per me, una ragione di vita l’avere una passione, viverla e riuscire a renderne gli altri partecipi.
Una.
E se ce l’ hai, e se gli altri con te ne condividono le ragioni e l’emozioni sei un uomo vivo.
Orfeo e’ l’uomo che vive due volte e che si alimenta e soprattutto alimenta gli altri con le sue due passioni.
La mostra mi da occasione di parlare solo del Soldati fotografo ( il chirurgo, sa quanto ammiro la sua dedizione) e delle immagini che ci ha regalato dei suoi viaggi in un piccolo paese del Nicaragua.
La ‘’tentazione cartolina’’, dell’immagine stereotipata, per chi arriva in posti come San Rafael del Norte, e’ molto forte.
Tutto è nuovo e tutti sono diversi.
Ma Orfeo e’ abituato ai raggi x ed allora va oltre le apparenze entrando nella case, nelle storie e nel significato piu’ profondo delle cose che si parano davanti all’obiettivo della sua macchina.
Gli altri sentono e, l’ ho già detto, condividono la sua passione e aprono porte e sguardi ai suoi scatti ritenendolo non piu’ un viaggiatore, un turista di passaggio, ma un gradito ospite se non un amico al quale offrire un caffe’.
Quando poi le due passioni si allineano e il fotografo è tirato per il camice (bianco) a visitare il piccolo l’ospedale locale……..
Vede una culla vuota con accanto una bombola d’ossigeno ma Orfeo anziche’ incollarsi al soggetto ( lo avrebbero fatto in tanti) ne rimane lontano, al di qua della porta, accanto ad una panchina e quello che ci lascia addosso e’ la stessa desolazione e abbandono che lui ha sentito in quei luoghi.
E all’ ammalato in fin di vita, che condivide l’unica stanza dell’ospedale con dei bambini, il fotografo regala l’unica cosa che ha a disposizione. Il colore. La speranza. La cura.
(Ciro Fusco – ANSA )
Modalità ibrida
