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Vecchio 10-11-2008, 11:40   #1
Rinecanthus
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Visita particolare al Museo Oceanografico di Monaco

Ciao a tutti.
Questo mio articolo non riguarda una normale gita turistica al famoso Museo del Principato ma una visita esclusiva nella parte chiusa al pubblico.
Avevo due Monodactilus Argenteus che nella mia vasca da 250 litri mi davano diversi problemi e non rientravano nei miei futuri programmi. Litigavano spesso ed il loro modo di nuotare metteva in serio pericolo le mie ancora piccole Acropore che solo da poco ho iniziato ad allevare. Per questo motivo ho deciso di regalarli al citato acquario che fra l'altro si trova a pochi Km da casa mia. Come da precedenti accordi con il responsabile del laboratorio del museo, venerdì scorso mi sono recato nel Principato con i due pesci e la moglie (che però ho riportato indietro ). Il citato responsabile ed un tecnico incaricato di ritirare i pesci hanno così invitato me e mia moglie e visitare il laboratorio. Ragazzi che roba!!! C'erano enormi vasche in plastica utilizzate per la riproduzione di Acropore e Montipore. Curioso il fatto che le Acropore erano allevate sospese "a mezz'acqua". Infatti erano legate con della lenza ai tubi posti sopra la superficie dell'acqua da cui fuoriusciva a piccoli getti l'acqua filtrata. Sul fondo delle stesse vasche invece c'erano le Montipore. Mi ha colpito soprattutto una vasca in cui un angolo era ormai diventato una enorme Montipora la cui “crosta” quasi fuoriusciva dall'acqua. Le dimensioni di queste talee erano orami grandi come i coralli "adulti” che ospitano le nostre vasche ed erano singolarmente catalogate per genere e data di inizio allevamento. I loro colori erano veramente vivi e dei più vari. Molto belle le Montipore color arancione/mattone con bordi giallo canarino. In un angolo un tecnico stava preparando delle nuove talee molto piccole. Impressionante quindi il livello di crescita se rapportato a quelle viste nelle citate vasche.
Passando ai pesci ho visto diverse vasche in cui nuotavano avanotti di Pterapogon Kauderni, Amphiprion Ocellaris e Bicintus, Gramma Loreto ed un Cromis di cui non ricordo il nome, per forma molto uguale al Viridis ma di colore meno appariscente, di cui andavano molto orgogliosi in quanto mi hanno riferito di essere stati i primi a riuscire nella loro riproduzione data la grossa difficoltà. Per conto Kauderni e Ocellaris li considerano molto semplici, quasi spontanei nel riprodursi!!!. In una vasca dedicata all'allevamento degli Amphiprion una coppia aveva spontaneamente deposto le uova. Chiaramente c'era differenza fra vasche di allevamento e di riproduzione. Quelle di allevamento sono strapiene di avanotti (penso oltre 100 su circa 200 litri) mentre quelle di riproduzione contengono solo la coppia a cui è stato assegnato il compito. Se le uova sono deposte in quelle di allevamento vengono in genere lasciate mangiare agli altri ospiti. Particolari erano le vasche dedicate alla riproduzione degli Amphiprion, volutamente invase da anemoni e con una fortissima corrente, ben oltre quella utilizzata in genere da noi. Infine in un angolo ho notato due vasche dedite all'allevamento di Artemia in grosse quantità. Mi sembra di aver notato anche del planctoon ma non ne sono sicuro, ero troppo esaltato dal resto. Questo è quello che ho visto.
Mi sono anche intrattenuto anche a parlare con un tecnico che fortunatamente per me parlava bene l’italiano e quindi compensava la mia conoscenza scolastica del francese. Ora riferisco quello che si è detto. Per esperienza diretta mi è sembrato che l'Hobby dell'acquariofilia in Francia sia meno evoluto che da noi (almeno da quel che ho potuto vedere nei negozi della Costa Azzurra che ho visitato ) e quindi mi sono messo a discutere sulle tecniche utilizzate nelle nostre case , in particolare il Berlinese “puro” e il DSB.
Per quanto riguarda il metodo berlinese "puro" ho notato un certo interesse verso tale sistema ma si sono trovati d'accordo con la mia critica/dubbio nei suoi confronti circa l'inutilità di sforzarsi per avere nitrati e fosfati su valori prossimi allo zero assoluto nonché la facilità di “crollo” del sistema (opinione personalissima!! Sono pronto a subire la pubblica gogna pur riconoscendo a priori la validità del sistema, anche alla luce dei risultati ottenuti, documentati fra l’altro dalle foto dei reef “domestici” postate in rete).
Loro in via generale prendono l'acqua dal mare, la portano alla giusta salinità e temperatura e la utilizzano controllandone solo il PH che mantengono su valori di 7,9/8,1 senza preoccuparsi troppo di altri valori. In effetti ho potuto notare come nelle vasche dedite all’allevamento dei coralli vi si trovassero anche ciuffi d’alga filamentosa che fra l’altro non intaccavano i delicati invertebrati. Addirittura le vasche di allevamento e riproduzione funzionavano con normali filtri biologici caricati con cannolicchi. In generale la luce era quella naturale in quanto il laboratorio si affaccia sul mare ed è quasi tutto in vetro come fosse una serra. Sulle vasche dei coralli vi erano delle grosse lampade ma al momento erano spente. Enormi le lampadine ma non ho dati da fornire.
Riguardo il DSB mi hanno fatto notare che loro utilizzano un sistema analogo in alcune vasche di riproduzione e allevamento. Premetto che io personalmente in vasca non ho un DSB ma solo un fondo spesso circa 3 cm. di sabbia corallina media e quindi lascio a voi di carpire le differenze. Il loro metodo consiste in una griglia con fori molto piccoli staccata 2/3 cm. da fondo vasca che ha il compito di tenere sollevata la sabbia (le vasche non sono esteticamente rifinite e quindi il tutto e facilmente osservabile). Lo spessore della sabbia complessivo è di circa 15/20 cm ed ogni 5/8 cm viene posta una ulteriore griglia che mi sembra divida diverse granulometrie di sabbia. Non è un filtro sottosabbia perché non ci sono pompe di ricircolo, o almeno non ne ho notate Sul vetro si poteva notare una forte colonizzazione di batteri anaerobi negli strati più profondi della sabbia.
Dopo circa un’ora ho lasciato i laboratori e sono stato invitato a visitare la parte aperta al pubblico, contento di aver trovato una signora casa….pardon casa ai Monodactilus (di cui fra l’altro il Museo non era fornito).
Ho voluto dividere con voi questa mia incredibile esperienza e spero che in questo mio lungo resoconto, per quanto non tecnicamente approfondito, possiate trovare qualche utile spunto di riflessione. Mi spiace solo di non aver avuto con me la macchina fotografica. Da parte mia tale esperienza mi ha stimolato a continuare per una mia personalissima strada che ho appena intrapreso, alla ricerca di un sistema per una gestione della vasca di barriera più naturale e soprattutto più affidabile. Fra un po’ di tempo se i risultati saranno soddisfacenti cercherò di postarli per aprire così una discussione costruttiva con tutti voi.
Se avete dubbi o commenti scrivete.
Ciao.
Rinecanthus non è in linea   Rispondi quotando


Vecchio 10-11-2008, 11:40   #2
Rinecanthus
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Passando ai pesci ho visto diverse vasche in cui nuotavano avanotti di Pterapogon Kauderni, Amphiprion Ocellaris e Bicintus, Gramma Loreto ed un Cromis di cui non ricordo il nome, per forma molto uguale al Viridis ma di colore meno appariscente, di cui andavano molto orgogliosi in quanto mi hanno riferito di essere stati i primi a riuscire nella loro riproduzione data la grossa difficoltà. Per conto Kauderni e Ocellaris li considerano molto semplici, quasi spontanei nel riprodursi!!!. In una vasca dedicata all'allevamento degli Amphiprion una coppia aveva spontaneamente deposto le uova. Chiaramente c'era differenza fra vasche di allevamento e di riproduzione. Quelle di allevamento sono strapiene di avanotti (penso oltre 100 su circa 200 litri) mentre quelle di riproduzione contengono solo la coppia a cui è stato assegnato il compito. Se le uova sono deposte in quelle di allevamento vengono in genere lasciate mangiare agli altri ospiti. Particolari erano le vasche dedicate alla riproduzione degli Amphiprion, volutamente invase da anemoni e con una fortissima corrente, ben oltre quella utilizzata in genere da noi. Infine in un angolo ho notato due vasche dedite all'allevamento di Artemia in grosse quantità. Mi sembra di aver notato anche del planctoon ma non ne sono sicuro, ero troppo esaltato dal resto. Questo è quello che ho visto.
Mi sono anche intrattenuto anche a parlare con un tecnico che fortunatamente per me parlava bene l’italiano e quindi compensava la mia conoscenza scolastica del francese. Ora riferisco quello che si è detto. Per esperienza diretta mi è sembrato che l'Hobby dell'acquariofilia in Francia sia meno evoluto che da noi (almeno da quel che ho potuto vedere nei negozi della Costa Azzurra che ho visitato ) e quindi mi sono messo a discutere sulle tecniche utilizzate nelle nostre case , in particolare il Berlinese “puro” e il DSB.
Per quanto riguarda il metodo berlinese "puro" ho notato un certo interesse verso tale sistema ma si sono trovati d'accordo con la mia critica/dubbio nei suoi confronti circa l'inutilità di sforzarsi per avere nitrati e fosfati su valori prossimi allo zero assoluto nonché la facilità di “crollo” del sistema (opinione personalissima!! Sono pronto a subire la pubblica gogna pur riconoscendo a priori la validità del sistema, anche alla luce dei risultati ottenuti, documentati fra l’altro dalle foto dei reef “domestici” postate in rete).
Loro in via generale prendono l'acqua dal mare, la portano alla giusta salinità e temperatura e la utilizzano controllandone solo il PH che mantengono su valori di 7,9/8,1 senza preoccuparsi troppo di altri valori. In effetti ho potuto notare come nelle vasche dedite all’allevamento dei coralli vi si trovassero anche ciuffi d’alga filamentosa che fra l’altro non intaccavano i delicati invertebrati. Addirittura le vasche di allevamento e riproduzione funzionavano con normali filtri biologici caricati con cannolicchi. In generale la luce era quella naturale in quanto il laboratorio si affaccia sul mare ed è quasi tutto in vetro come fosse una serra. Sulle vasche dei coralli vi erano delle grosse lampade ma al momento erano spente. Enormi le lampadine ma non ho dati da fornire.
Riguardo il DSB mi hanno fatto notare che loro utilizzano un sistema analogo in alcune vasche di riproduzione e allevamento. Premetto che io personalmente in vasca non ho un DSB ma solo un fondo spesso circa 3 cm. di sabbia corallina media e quindi lascio a voi di carpire le differenze. Il loro metodo consiste in una griglia con fori molto piccoli staccata 2/3 cm. da fondo vasca che ha il compito di tenere sollevata la sabbia (le vasche non sono esteticamente rifinite e quindi il tutto e facilmente osservabile). Lo spessore della sabbia complessivo è di circa 15/20 cm ed ogni 5/8 cm viene posta una ulteriore griglia che mi sembra divida diverse granulometrie di sabbia. Non è un filtro sottosabbia perché non ci sono pompe di ricircolo, o almeno non ne ho notate Sul vetro si poteva notare una forte colonizzazione di batteri anaerobi negli strati più profondi della sabbia.
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Ho voluto dividere con voi questa mia incredibile esperienza e spero che in questo mio lungo resoconto, per quanto non tecnicamente approfondito, possiate trovare qualche utile spunto di riflessione. Mi spiace solo di non aver avuto con me la macchina fotografica. Da parte mia tale esperienza mi ha stimolato a continuare per una mia personalissima strada che ho appena intrapreso, alla ricerca di un sistema per una gestione della vasca di barriera più naturale e soprattutto più affidabile. Fra un po’ di tempo se i risultati saranno soddisfacenti cercherò di postarli per aprire così una discussione costruttiva con tutti voi.
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Vecchio 10-11-2008, 12:59   #3
ikarj
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ottimo articolo... dici che facciamo tanti sforzi a tenere i valori prossimi allo zero... e forse inutilmente??? ehhehehe... chissà.. io comunque ho unito un sistema berlinese a un dbs alto 13 cm... per ora i risultati sono buoni.. ma ancora è presto per trarne dati... ciao ciao
ikarj non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 10-11-2008, 12:59   #4
ikarj
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ottimo articolo... dici che facciamo tanti sforzi a tenere i valori prossimi allo zero... e forse inutilmente??? ehhehehe... chissà.. io comunque ho unito un sistema berlinese a un dbs alto 13 cm... per ora i risultati sono buoni.. ma ancora è presto per trarne dati... ciao ciao
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Vecchio 10-11-2008, 14:34   #5
Wurdy
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Rinecanthus, ottimo rendiconto di una visita che senz'altro è stata interessante.
Ci sono diversi spunti che possono offrire occasione di approfondimento.
Il fatto che noi tutti cerchaimo di avere nitrati e fosfati prossimi allo zero è perchè in natura è così...e forse loro se ne preoccupano poco in quanto avendo un ricambio continuo con l'acqua di mare, già sanno di essere in condizioni simili.

Mi chiedevo il come mai delle acropore appese?...forse per farle stare + in alto vicino alla luce senza doverle incollare a delle rocce rialzate?
Wurdy non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 10-11-2008, 14:34   #6
Wurdy
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Rinecanthus, ottimo rendiconto di una visita che senz'altro è stata interessante.
Ci sono diversi spunti che possono offrire occasione di approfondimento.
Il fatto che noi tutti cerchaimo di avere nitrati e fosfati prossimi allo zero è perchè in natura è così...e forse loro se ne preoccupano poco in quanto avendo un ricambio continuo con l'acqua di mare, già sanno di essere in condizioni simili.

Mi chiedevo il come mai delle acropore appese?...forse per farle stare + in alto vicino alla luce senza doverle incollare a delle rocce rialzate?
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Vecchio 10-11-2008, 16:02   #7
Rinecanthus
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1) Attenzione. L'intenzione di valori prossimi allo zero è sempre auspicabile ma quella di dannarsi per avere lo zero assoluto mi sembra un'esagerazione. Inoltre il metodo al momento più diffuso per ottenere tale risultato (solo schiumatoio molto potente) lo ritengo pericoloso. Non avere alcun filtro oltre allo schiumatoio fa si che in caso di mancato funzionamento dello stesso gli animali si trovino in acqua ricca di sostanze inquinanti che prima di diventare NO3 o PO4 diventano ammoniaca e nitriti, molto più pericolosi già a basse concentrazioni e che restano in tale stato per molto tempo, non trovando quantità sufficienti di idonei batteri in grado di trasformarli. Solo poche ore fa sono venuto a conoscenza di una vasca da 1700 litri lasciata sola un paio di giorni e trovata completamente morta. In pratica preferisco avere un poco di Nitrati e Fosfati ma sapere di avere una vasca autosufficiente per alcuni giorni. Infatti la presenza di un biologico trasformerebbe tutto in nitrati ma eliminerebbe l'ammoniaca. Un paio di buoni cambi d'acqua rimetterebbero le cose a posto. Come descritto nel mio resoconto nelle vasche dedite all'allevamento di coralli erano presenti anche un poco di alghe filamentose e le vasche dedite alla riproduzione ed allevamento di pesci erano funzionanti con filtro biologico ed il particolare DSB (sottosabbia?).

2) Il DSB ritengo sia un'ottima soluzione finale come può esserlo un filtro ad alghe ma entrambe si occumano solo del risultato finale dell'ossidanzione, ovvero i nitrati. Resta sempre in piedi la problematica riguardante la trasformazione delle sostanze di rifiuto iniziali da ammoniaca e nitriti in nitrati. Gli schiumatoi potenti nascondono tale problematica in quanto la loro velocità di eliminazione delle sostanze fa si che tale aspetto rimanga latente, facendolo poi esplodere nel momento in cui lo schiumatoio interrompa il suo corretto funzionanemto.

2) Non ho chiesto perchè i coralli fossero appesi ma non penso per la luce. Le lampade sopra le vasche, anche se al momento spente, erano veramente enormi. Forse questo metodo permette di avere grossi coralli non ancorati a grosse rocce e quindi facili da trasferire nelle vasche in mostra, dove possono essere direttamente incollati alle rocce presenti. La pietra su cui si sono formati era poco più grossa del tronco del corallo.
Rinecanthus non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 10-11-2008, 16:02   #8
Rinecanthus
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1) Attenzione. L'intenzione di valori prossimi allo zero è sempre auspicabile ma quella di dannarsi per avere lo zero assoluto mi sembra un'esagerazione. Inoltre il metodo al momento più diffuso per ottenere tale risultato (solo schiumatoio molto potente) lo ritengo pericoloso. Non avere alcun filtro oltre allo schiumatoio fa si che in caso di mancato funzionamento dello stesso gli animali si trovino in acqua ricca di sostanze inquinanti che prima di diventare NO3 o PO4 diventano ammoniaca e nitriti, molto più pericolosi già a basse concentrazioni e che restano in tale stato per molto tempo, non trovando quantità sufficienti di idonei batteri in grado di trasformarli. Solo poche ore fa sono venuto a conoscenza di una vasca da 1700 litri lasciata sola un paio di giorni e trovata completamente morta. In pratica preferisco avere un poco di Nitrati e Fosfati ma sapere di avere una vasca autosufficiente per alcuni giorni. Infatti la presenza di un biologico trasformerebbe tutto in nitrati ma eliminerebbe l'ammoniaca. Un paio di buoni cambi d'acqua rimetterebbero le cose a posto. Come descritto nel mio resoconto nelle vasche dedite all'allevamento di coralli erano presenti anche un poco di alghe filamentose e le vasche dedite alla riproduzione ed allevamento di pesci erano funzionanti con filtro biologico ed il particolare DSB (sottosabbia?).

2) Il DSB ritengo sia un'ottima soluzione finale come può esserlo un filtro ad alghe ma entrambe si occumano solo del risultato finale dell'ossidanzione, ovvero i nitrati. Resta sempre in piedi la problematica riguardante la trasformazione delle sostanze di rifiuto iniziali da ammoniaca e nitriti in nitrati. Gli schiumatoi potenti nascondono tale problematica in quanto la loro velocità di eliminazione delle sostanze fa si che tale aspetto rimanga latente, facendolo poi esplodere nel momento in cui lo schiumatoio interrompa il suo corretto funzionanemto.

2) Non ho chiesto perchè i coralli fossero appesi ma non penso per la luce. Le lampade sopra le vasche, anche se al momento spente, erano veramente enormi. Forse questo metodo permette di avere grossi coralli non ancorati a grosse rocce e quindi facili da trasferire nelle vasche in mostra, dove possono essere direttamente incollati alle rocce presenti. La pietra su cui si sono formati era poco più grossa del tronco del corallo.
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Vecchio 10-11-2008, 16:42   #9
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Rinecanthus, Bhè il berlinese non prevede come unico sistema di mantenimento basso degli inquinanti in vasca la presenza di uno schiumatoio performante, ma anche una bella quantità di rocce vive , che svolgono buona parte del lavoro e non credo che una vasca correttamente dimensionata (su 1700 lt avrebbe dovuto avere oltre 300kg di rocce) possa collassare x 2 giorni senza schiumatoio. IMHO
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Vecchio 10-11-2008, 16:42   #10
Wurdy
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monaco , museo , oceanografico , particolare , visita

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