Questo articolo non ha la pretesa di cambiare le abitudini degli acquariofili riguardante l’uso o meno del biocondizionatore ma vuole essere una raccolta di informazioni in base alle mie conoscenze di chimica e da informazioni avute da un mio insegnante della materia, autore anche di molti testi universitari. Ometterò volutamente il suo nominativo in quanto non ho chiesto la sua autorizzazione per poterlo pubblicare.
Sulle confezioni dei più commercializzati prodotti si leggono, tra gli altri, i seguenti composti:
EDTA, tiosolfato di sodio. Ma cosa sono e a che servono questi composti?
L’EDTA di cui la nomenclatura corretta è acido etilendiamminicotetracetico fa parte di quelle molecole dette "complessanti" o "sequestranti" ovvero di molecole che hanno la capacità di catturare ioni metallici (dal calcio e dal magnesio fino ai metalli pesanti) ma mantenendoli in soluzione, ovviamente alle adatte concentrazioni!
Quindi i metalli non solo non precipitano ma vengono tenuti "sequestrati" in soluzione. Anzi, è tale la capacità di "catturare" gli ioni metallici da parte dei sequestranti che, per fare un esempio, l'EDTA (forse il più famoso) riesce anche a disincrostare, seppur lentamente, depositi di calcare all'interno delle tubazioni o, molto più semplicemente, a impedire la precipitazione (per es. come carbonati o idrossidi) dei sali metallici.
La formazione del "complesso" meglio detto "composto di coordinazione" è il principio sul quale si basano ad esempio i fertilizzanti che forniscono ferro II (chelato) altrimenti, il ferro II tenderebbe ad ossidarsi a ferro III, e precipita come idrossido insolubile.
La reazione di chelazione è immediata
L’acqua di rubinetto per essere dichiarata potabile deve soddisfare determinati requisiti.
Di seguito i risultati delle acque del comune in cui risiedo. Questi valori sono stati scaricati dal sito dell’azienda erogante.
Legenda
(a) Esprime la quantità di sali minerali contenuti in un litro d'acqua.
Valore max consigliato: 1500 mg/l
(b) Valore consigliato 15 - 50 °F.
1 °F= 0,56 °T
[N.R.] non rilev .
(a) Esprime la quantità di sali minerali contenuti in un litro d'acqua. Valore max consigliato: 1500 mg/l
(b) Valore consigliato 15 - 50 °F.
1 °F= 0,56 °T
Da questi valori si deduce che le quantità di metalli pesanti sono praticamente quantificabili in tracce, come mi ha anche confermato il mio professore che analizza da anni le acque potabili, le concetrazioni di cadmio (Cd) e piombo (Pb) non sono mai superiori a 5 ppb (parti per bilione).
Ma allora è consigliabile l'uso del biocondizionatore con queste concentrazioni esigue di metalli pesanti nell'acqua di rubinetto? Sicuramente è utile utilizzare il biocondizionatore quando siamo a conoscenza che si stanno svolgendo dei lavori sulla rete dell’acquedotto o quando si viene a scoprire che alcuni pozzi possano essere stati inquinati per svariati motivi da metalli pesanti o altri composti.
E il Tiosolfato?
Il discorso della potabilizzazione non si esaurisce solo dal punto di vista chimico ma subentra anche il discorso microbiologico. L’acqua deve essere microbiologicamente idonea per essere consumata e non provocare patologie. Ebbene , in questo caso subentra la clorazione dell’acqua.
Quando si aggiunge all'acqua cloro, si formano gli acidi ipocloritici:
Cl2+ H2O -> HOCl + H+ + Cl-
A seconda del valore del pH una parte degli acidi ipocloridrici si trasforma in ioni ipoclorito:
Cl2 + 2H2O -> HOCl + H3O + Cl-
HOCl + H2O -> H3O+ + OCl-
Essi si scindono in ioni di cloro e ossigeno:
OCl- -> Cl- + O2-
Il potere disinfettante dell’acido ipocloroso è quello di dare come prodotti cloro e ossigeno. Il cloro è un forte ossidante e riesce a rompere quei legami di composti vitali ai batteri o a virus o influire sulla loro capacità riproduttiva. Bisogna tenere conto che a questo si aggiunge l'azione dell'ossigeno che è tossico per molte specie batteriche
Il cloro quando reagisce con i composti organici presenti nell’acqua forma trialometani che sono cancerogeni e se reagisce con ammoniaca forma (a pH 7) clorammina NH2Cl o diclorammina NHCl2 a pH tra 4 e 7.Dato che queste reazioni avvengono anche nelle piscine a maggior ragione si possono formare in vasca o nei laghetti
La cloramina viene utilizzata prevalentemente negli USA e in Europa da Spagna,Svezia e meno frequentemente Danimarca e Gran Bretagna a sostituzione del cloro gassoso Cl2 o dell’acido ipocloroso HClO per il trattamento delle acque in quanto meno reattivo con le molecole organiche. Sulla rete internet si legge di alcuni comuni in Italia, ma sinceramente non so quanto queste segnalazioni siano fondate, che utilizzano cloramina. Questo composto disinfetta per l’azione dell’ammoniaca e del cloro ma mentre è tollerato per gli umani, nei pesci dosi di 0.5µg sono letali. Questo composto si scinde in ammoniaca e cloro. Mentre il cloro evapora o ridotto in cloruro dal
tiosolfato, l’ammoniaca verrebbe metabolizzata poi nell’acquario dai batteri adepti a tale funzione e sicuramente le quantità che potrebbero entrare in vasca non possono essere pericolose in quanto il Decreto Legislativo 2 febbraio 2001, n. 31 "Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualita' delle acque destinate al consumo umano" dice che i residui di disinfettante nelle acque potabili devono essere tenuti da parte dell’azienda che gestisce l’acquedotto ai minimi tenori possibili.
Chimicamente parlando nel caso di certezza della presenza di cloramina potrebbe essere utile il *sodio idrossimetansolfonato che è in grado di formare composti innocui con l’ammoniaca e con il cloro .
Basandosi sempre sui principi chimici l’acquariofilo comunque può difendere i suoi ospiti dai composti aloderivati facendo decantare l’acqua e tenendola in agitazione a mezzo di aeratore e possibilmente esposta ai raggi solari in quanto con le radiazioni UV si favorisce l’evaporazione dei composti clorurati. Un altro metodo
sempre dal punto di vista chimico per difendere i pesci da composti eventuali è filtrare l'acqua su carbone attivo prima di inserirla in acquario se le quantità da cambiare e i mezzi lo permottono.
Finisco col dire che molti marchi utilizzano vitamine e collageni per proteggere le mucose dei pesci e dalle loro indicazioni anche composti per evitare lo stress (trasporto, cambio vasche e quanto altro) e che l’uso del biocondizionatore è sicuramente soggettivo e spero che questo articolo possa essere di chiarimento e di aiuto per coloro che volessero prendere una posizione sull'eventuale utilizzo di questi prodotti.
Ringrazio per la sua pazienza e le sue indicazioni chimiche
il mio ex insegnante di chimica di cui metterò solo le iniziali RC e
Mkel77 per avermi incoraggiato dopo aver letto una prima bozza
Fonti:
WWW.lennecht.it per tutta la parte sulla potabilità delle acque
WWW.cheacquabeviamo.it per la parte legislativa