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Gnathonemus petersii
Gnathonemus petersii
Nome comune: Pesce elefante - Elephantnose fish - Elefanten-Rüsselfisch - Poisson éléphant
Inserito da Zeitgeist
14-10-2010
Foto

Scheda
Gruppo
Altri pesci
Famiglia
Mormyridae
Area di provenienza
Africa
Luogo specifico
Questo pesce è originario dell'Africa, dove ricopre un areale abbastanza vasto, definito dagli stati lambiti dal fiume Niger, dal fiume Congo ed alcuni affluenti minori: Mali, Benin, Niger, Nigeria, Chad, Rep. Centro Africana, Camerun, Congo e Zambia.
Habitat
Fiumi
Dimensioni
20/25 cm (35/40 max)
Livello di nuoto
Basso
Dimorfismo
Il dimorfismo in questa specie è evidenziabile ad occhio nudo: il margine della pinna anale nel maschio presenta una rientranza, assente invece nella femmina.
Temperature
23° - 28°C
dGH
5 - 15
pH
6.0 – 7.2
Caratteristiche e allevamento
Il Gnathonemus petersii (Günther, 1862), appartenente alla famiglia dei Mormiridi, è noto con molteplici sinonimi: Gnathonemus brevicaudatus, Gnathonemus histrio e Mormyrus petersii.
I Mormiridi, che unitamente alla famiglia dei Gimnarchidi definisce il subordine dei Mormyroidei (ordine degli Osteoglossiformes) sono un vasto gruppo di pesci noti per la loro particolare fisionomia, per la capacità di generare campi magnetici con cui si orientano e comunicano (senso elettrogenico ed elettrolocazione) e per le dimensioni del loro cervello, che per anni sono state studiate dai biologi che hanno identificato come, in relazione alla percentuale del loro peso corporeo, sono tra i più grandi cervelli sul pianeta.

Il G. petersii è probabilmente il mormiride più conosciuto e diffuso sul mercato acquariofilo e ,come altre specie similari, è caratterizzato dalla protrusione della mascella inferiore di forma proboscidale (da cui il nome popolare dato alla specie); inoltre spicca l'estrema lunghezza della testa, compensata dallo sviluppo stretto e prolungato del peduncolo caudale.
La pinna anale e dorsale sono collocate in posizione simmetrica, all'estremità della parte posteriore del corpo, e si segnala la coda dallo sviluppo radicalmente biforcuto; le pinne pelviche sono appena abbozzate.
La livrea, che non presenta colori vivaci, è connotata da una colorazione uniforme scura, in cui risaltano 2 macchie biancastre all'altezza del fianco posteriore, inoltre è presente una bordatura di analogo colore sulla pinna caudale (anche se molto rari esistono esemplari albini).

La loro particolare conformazione fisica è dovuta principalmente ad un’evoluzione adattativa a condizioni ambientali atipiche: l’acqua molto torbida dovuta al materiale in sospensione ed il fondo fangoso hanno portato questa specie, ed i Mormiridi in generale, a sviluppare un’appendice buccale ricca di terminazioni tattili e gustative con le quali riescono a sondare il fondale in cerca di cibo. Oltretutto questa estensione sensibile del labbro inferiore viene utilizzata anche come strumento di difesa, per orientarsi e, si ipotizza, per comunicare con i conspecifici.

Altro elemento distintivo, oltre alla vescica natatoria situata all'interno del cranio e collegata attraverso un sottile condotto con la parte anteriore dell’intestino, è senza dubbio l’organo elettrico, ossia un apparato in grado di creare correnti elettriche (sistemi bio-elettrici). Il G. Petersii presenta due organi dorsali e due ventrali che, derivanti dalla trasformazione dei muscoli caudali, sono situati sul peduncolo caudale ed assumono la forma di un piccolo cilindro. Quest'apparato è formato da un rivestimento esterno composto da tessuto connettivo fibroso ed un insieme interno di cellule muscolari specializzate che producono impulsi bio-elettrici, capaci di emettere ininterrottamente una debole corrente di alta frequenza e bassa intensità.

Occorre introdurli in un acquario estremamente capiente (superiore ai 400 lt., data la stazza che può raggiungere un esemplare adulto), spazioso, caratterizzato da fondo sabbioso morbido (per permettergli di non ferirsi mentre “rovistano” sul fondo in cerca di cibo), dotato di luce soffusa (sarebbe ottimo mascherarla con piante galleggianti) e parecchi nascondigli dove questa specie ama rintanarsi durante le ore diurne.

Date le sue caratteristiche, non è un pesce da mettere in un acquario di comunità. Si dovrebbe preferire l’inserimento di piccoli gruppi (4/5 esemplari) in vasche monospecifiche di notevoli dimensioni (oltre i 150/200 cm) per permettergli di assumere i loro naturali comportamenti sociali ed evitare liti territoriali tra conspecifici (è meglio ospitare un solo esemplare a meno che non si disponga di un acquario particolarmente capiente).

Ultima precisazione: tenere sempre presente che il G. petersii , come tutti i mormiridi, è intollerante a molte sostanze chimiche normalmente usate in acquario per altre specie (soprattutto i medicinali).
Alimentazione
In natura i pesci elefante si nutrono principalmente di piccoli crostacei e vermi che trovano nel substrato, mentre in acquario si adattano bene al tubifex, larve di zanzara (Chironomus) liofilizzate, artemia ed anche mangime secco in pastiglie; può avere difficoltà nell'adattarsi al mangime secco a causa della conformazione della bocca che gli impedisce di arrivare alle scaglie in sospensione.
Bisogna anche tener presente che si nutre principalmente di notte, quindi è opportuno somministrare il cibo principalmente a luci spente.
Riproduzione
Non si segnalano eventi riproduttivi in cattività.
L’ipotesi più accredita circa l’impossibilità della loro riproduzione in acquario asserisce che vi siano dei fenomeni che portano all’involuzione del loro apparato bioelettrico [electric organ discharge (EOD)], che degenera fino al punto in cui non è più possibile la comunicazione tra esemplari e la conseguente impossibilità di riconoscimento tra sessi.
Foto di
rva.jp/zukan/bicfish
Gnathonemus petersii

Interessante articolo sulla biofisica di questa specie:
[astratto] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1300271/
[articolo intero] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/art...f/10354427.pdf

Video
Il G. petersii in vasca: http://www.youtube.com/watch?v=C9vG49jnE8k


  #1  
By Zeitgeist on 15-10-2010, 14:19
Tapetum lucidum

Il “Tapetum lucidum” del G. petersii: http://it.wikipedia.org/wiki/Tapetum_lucidum



[foto di E.Naus]
Rispondi quotando


  #2  
By Zeitgeist on 15-10-2010, 17:31
Evoluzione "Proboscide"

Caratteristica della specie è la comparsa tardiva della "proboscide", ossia dello sviluppo solo in età subadulta dalla protrusione della mascella inferiore di forma proboscidale:









[foto di La Pix - aqualandpetsplus.com]
Rispondi quotando
  #3  
By Zeitgeist on 21-10-2010, 23:24
L’organo elettrico

Oltre che nelle torpedini, anche nei Mormiriformi (Mormiridi e Gimnarchidi) è stata accertata la presenza di recettori elettrici: il G. Petersii presenta due organi dorsali e due ventrali che, derivanti dalla trasformazione dei muscoli caudali, sono situati sul peduncolo caudale ed assumono la forma di un piccolo cilindro. Quest'apparato è formato da un rivestimento esterno composto da tessuto connettivo fibroso ed un insieme interno di cellule muscolari specializzate che producono impulsi bio-elettrici, capaci di emettere ininterrottamente una debole corrente di alta frequenza e bassa intensità. Ogni organo contiene da 200 fino a 400 di queste cellule bio-elettriche che, con uno spessore di 0,001 millimetri, sono disposte una sopra l'altra per formare una colonna: ogni singola cellula può arrivare a creare una differenza di potenziale di 0,14 Volt ed è connessa in serie agli altri elementi della colonna mentre queste ultime sono disposte tra loro in parallelo. Infine queste placche bio-elettriche sono collegate tra loro tramite motoneuroni della linea laterale che partono dalla superficie posteriore.

Lo “Schnauzenorgan-response” e l’“electric sense” nel G. petersii: http://www.frontiersinzoology.com/content/6/1/21

Il funzionamento

Secondo alcuni studi il campo elettrico sviluppato da questi organi attiva dei recettori sensoriali chiamati mormiroblasti situati all'interno dello spesso strato mucoso che riveste l'epidermide. Sembra che i mormiroblasti agiscano da sensori di rilevamento dell'energia elettrica permettendo al pesce di usare l'apparato come un radar. Tramite scariche continue, il pesce crea un campo magnetico che si estende intorno al suo corpo con un raggio di 5/6 cm; questo campo gli permette di avvertire la presenza di elementi conduttori e non che vengono attraversati dall'elettricità. Ogni volta che un corpo con conduttività diversa dall’acqua gli si avvicina, le linee di forza del campo elettrico del pesce subiscono una modificazione:

- le linee del campo di forza convergono verso l'elemento: siamo in presenza di un corpo conduttore;
- le linee del campo di forza divergono dall'elemento: siamo in presenza di un corpo non conduttore.

Queste piccolissime variazioni (da 3 milionesimi fino a un miliardesimo di ampere) vengono captate dai mormiroblasti i quali inviano al cervello degli specifici segnali nervosi permettendo al pesce di avvertire la presenza di prede, predatori oppure ostacoli. Grazie alla capacità di reagire ai cambiamenti di distribuzione del potenziale elettrico sulla superficie corporea, lo Gnathonemus Petersii è in grado di orientarsi e nutrirsi in ambienti del tutto privi di luce o in acque molto torbide.
Dalla complessità di quest'apparato deriva lo straordinario sviluppo del cervelletto nei Mormiridi e l'importanza che riveste la funzione di orientamento e comunicazione nel caso specifico dello Gnathonemus Petersii.

Gli esperimenti hanno quindi dimostrato che il campo elettrico di cui questi pesci si circondano è determinante per le relazioni intra- ed interspecifiche, permettendo loro di "vedere", cioè di riconoscere gli individui della stessa specie, ma anche eventuali predatori, di evitare ostacoli ed individuare il cibo. Inoltre, è stato visto che durante il periodo riproduttivo gli organi elettrici sono più sviluppati, inducendo a pensare che abbiano importanza anche nella formazione delle coppie: infatti grazie al loro "radar" questi pesci normalmente solitari e territoriali riescono a trovarsi e comunicare.

Variabilità dell’EOD nei pesci “elettrici”: http://www.anovascience.com/mormyridcaptivitymodel.htm

L’esperimento

Sono stati condotti diversi esperimenti in acquario per stabilire la funzione degli organi elettrici nei Mormiriformi: immergendo in acqua due elettrodi collegati ad un amplificatore si è cercato di quantificare e quindi di interpretare la sequenza degli impulsi elettrici emessi da questi pesci. La tensione registrata è sempre risultata troppo bassa per essere in grado di stordire ed addirittura uccidere eventuali prede, come del resto per intimorire ed allontanare nemici e predatori. Questo è facilmente verificabile immettendo un pesce elefante in un acquario di comunità: gli altri pesci non risultano infatti minimamente turbati dalle scariche elettriche prodotte dal nuovo ospite; anche stimolando una maggiore frequenza degli impulsi da parte dell’animale, per esempio inducendolo a muoversi ed agitarsi con offerte di cibo, non si verificano cambiamenti di sorta. Se invece proviamo ad introdurre nell’acquario un altro pesce elefante, il primo Mormiride risponderà a questa invasione del suo territorio aumentando sensibilmente la frequenza delle scariche elettriche, alle quali l’intruso risponde a sua volta. Solitamente queste dimostrazioni di forza finiscono con l’abbandono del campo da parte del nuovo venuto, permettendo al legittimo proprietario del territorio di tranquillizzarsi ed emettere i suoi soliti impulsi in tranquillità.

Articolo sull' Echo Response: http://jeb.biologists.org/cgi/reprint/204/8/1401.pdf

Utilità

Alcuni studiosi credono che in principio quest'apparato si sia sviluppato esclusivamente come strumento di difesa e arma attraverso la quale il pesce stordiva e catturava le prede. In seguito l'intero apparato bio-elettrico dello Gnathonemus si è evoluto ed ha permesso al pesce di acquisire utili informazioni sull’ambiente circostante.La capacità che hanno certi pesci di orientarsi attraverso variazioni del campo elettrico rappresenterebbe quindi una forma di convergenza evolutiva sviluppatasi in specie sistematicamente lontane fra di loro (le torpedini, per esempio, sono Pesci cartilaginei, mentre i Gimnotidi ed i Mormiriformi sono Pesci ossei), che hanno però adottato la stessa soluzione per sopravvivere sui fondali melmosi, dove possono cacciare anche di notte.

Articolo in tedesco concernente l’elettrolocazione del G. petersii : http://www.heise.de/tp/r4/artikel/6/6059/6.html

Foto:



[http://it.wikipedia.org/wiki/File:Organo_Elettrico.jpg]

fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Gnathonemus_petersii & http://www.pianetablu.info [autore Maurizio Lodola]
Ultima modifica di Zeitgeist; 22-10-2010 alle ore 12:34.
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Tag
gnathonemus , petersii

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