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Vecchio 23-05-2010, 22:22   #1
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Illegalità: come ci si comporta?

Ciao a tutti!
è un pò che mi frulla in testa la domanda...davanti a situazioni di illegalità come ci si deve comportare? Nella sezione anfibi (quella che frequento maggiormente) capita abbastanza spesso di leggere di persone che per le più disparate ragioni si ritrovano con specie di anfibi italiani dentro casa ( chi raccoglie girini per "salvarli", chi trova esemplari adulti vicino alle strade e se li porta a casa sempre per "salvarli", chi riceve in regalo adulti, girini o neometamorfosati perché erano vicino alla strada e volevo "salvarli" ecc...).
In base alle leggi in vigore, è vietato prelevare, detenere, spostare dal luogo di ritrovamento, rilasciare in natura, anfibi italiani.
Le leggi ci stanno e sono anche giuste; ci sono molte persone che non condividono i contenuti di tali leggi, ma questi sono cavoli loro; finché le leggi ci sono per come la vedo io vanno rispettate sempre e comunque. Che tipo di risposta si deve dare secondo voi alle persone che chiedono cosa devono fare con questi poveri animali "salvati" dal crudele ambiente selvaggio?
Personalmente cerco sempre di convincere queste persone a riportare gli animali nel luogo di cattura, e spesso in effetti gli anfibi vengono riportati dove sono stati presi....
poi ci sono quelli "de coccio" che si rifiutano categoricamente di riportare le povere bestiole dove le hanno prese... inutile sottolineare il fatto che nel 99,9999999999% delle volte questi anfibi fanno decisamente una brutta fine....
che ne pensate?
livia non è in linea  


Vecchio 23-05-2010, 22:44   #2
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Da poco mi sto dedicando (con enorme soddisfazione) alle tartarughe e sui forum dedicati queste discussioni sono quasi all'ordine del giorno.
Il discorso è complesso perchè, come dici giustamente, in molte occasioni con la scusa del salvataggio si "prelevano" abusivamente diversi animali che difficilmente si adattano alla cattività, ma può capitare di imbattersi in animali dispersi che non appartengono alla nostra fauna.
Nel caso delle tartarughe non è raro trovare esemplari non autoctoni che sicuramente sono state "liberate" o sono scappate a qualche allevatore, a questo punto cosa fare?
Lasciarle libere in un ecosistema diverso dal loro non è una buona idea, se sono inserite nel cites la detenzione è vietata, se la tartaruga è malridotta e si chiama la forestale non si sa che fine farà, le richieste di affido vanno raramente a buon fine.
Probabilmente è a questo punto che dopo aver riconosciuto la specie "scatta" la voglia di tenerla anche se illegalmente.
malù non è in linea  
Vecchio 23-05-2010, 23:09   #3
livia
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Il discorso delle specie alloctone è leggermente diverso però... non conosco la legislazione riguardante questi casi, quindi non mi pronuncio in merito (se qualcuno la conosce mi fa molto piacere imparare qualcosa), ma se parliamo di una specie alloctona stiamo parlando di una specie che non dovrebbe trovarsi in natura...l'esempio classico è quello delle trachemys, che hanno portato alla quasi totale scomparsa delle specie autoctone....se vado a togliere da un ecosistema una specie alloctona di danni all'ecosistema originario non ne faccio (anche se si potrebbe discutere anche di questo, oltre alle implicazioni di natura principalmente etica sugli abbattimenti selettivi ecc...), mentre se prelevo specie autoctone di danni ne faccio eccome...
Personalmente riguardo alla sorte degli esemplari alloctoni che vengono trovati in natura ho idee abbastanza estremiste, che possono essere tradotte con un "vanno tolte dall'ambiente naturale", tenute in appositi centri o, nei casi più disperati, uccise (direi che l'abbattimento deve essere l'ultima delle soluzioni applicabili, ma se non sono applicabili altri sistemi...)
Spero di non scatenare il solito putiferio...
Purtroppo gli "incidenti" capitano e spesso vengono rilasciati in natura animali capaci di fare non pochi danni agli ecosistemi in cui vengono inseriti; tempo fa ho letto non ricordo dove di piranha trovati nel Po...trovo sia veramente allucinante....tuttavia è praticamente impossibile impedire contaminazioni più o meno volontarie ai danni degli ecosistemi locali..possiamo però cercare di limitare i danni...
Se proprio è impossibile evitare l'inserimento di specie alloctone cerchiamo almeno di evitare il prelievo delle specie autoctone!
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Vecchio 23-05-2010, 23:26   #4
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concordo con quanto dice Livia.
Da pescatore conosco abbastanza da vicino i temi dell'alloctonia e in merito esistono leggi ben precise....cioè che animali alloctoni non DEVONO essere LASCIATI o RILASCIATI il libertà qualora vengano catturati. ci sono ambienti però dove le attività di cattura, anche di animali alloctoni, non sono permesse, in questo caso bisogna rivolgersi alle autorità competenti (spesso chimando la forestale si possono avere tutte le informazioni per sapere a chi e come rivolgersi o eventualmente per sapere dove poter portare l'animale catturato).

per quanto riguarda le specie autoctone c'è poco da dire. il discorso "l'ho preso per salvarlo" non sta in piedi. anche fosse vero che si toglie un animale da un imminente pericolo non lo si deve tenere in casa. esistono centri di raccolta e cura a volte gestiti dal wwf o da moltre altre associazioni e questi animali vanno portati lì, tenerli in casa è illegale, senza se e senza ma
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Vecchio 23-05-2010, 23:33   #5
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...l'esempio classico è quello delle trachemys, che hanno portato alla quasi totale scomparsa delle specie autoctone....
Anch'io lo credevo però ho letto che questa teoria è stata smentita da studi che descrivono la quasi impossibilità di riproduzione delle trachemys nelle nostre zone, il fatto che siano così in gran numero è frutto dei massicci e continui "rilasci" di chi le compra e della loro longevità, se tutto questo finisse si "estinguerebbero" finito il ciclo vitale.
Purtroppo le nazioni europee non hanno una legislazione unica, per esempio la Emys Orbicularis (autoctona) è di libera vendita nei paesi dell'est.
Se non c'è una volontà comune difficilmente si fermerà l'introduzione di specie alloctone e le specie autoctone si troveranno facilmente da importatori senza scrupoli (vedi recente servizio di striscia la notizia al NIRM).
Fortunatamente la maggior parte delle specie alloctone non riesce a sopravvivere o a riprodursi altrimenti sarebbero guai
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Vecchio 23-05-2010, 23:46   #6
damiano1982
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...l'esempio classico è quello delle trachemys, che hanno portato alla quasi totale scomparsa delle specie autoctone....
Anch'io lo credevo però ho letto che questa teoria è stata smentita da studi che descrivono la quasi impossibilità di riproduzione delle trachemys nelle nostre zone, il fatto che siano così in gran numero è frutto dei massicci e continui "rilasci" di chi le compra e della loro longevità, se tutto questo finisse si "estinguerebbero" finito il ciclo vitale.
Purtroppo le nazioni europee non hanno una legislazione unica, per esempio la Emys Orbicularis (autoctona) è di libera vendita nei paesi dell'est.
Se non c'è una volontà comune difficilmente si fermerà l'introduzione di specie alloctone e le specie autoctone si troveranno facilmente da importatori senza scrupoli (vedi recente servizio di striscia la notizia al NIRM).
Fortunatamente la maggior parte delle specie alloctone non riesce a sopravvivere o a riprodursi altrimenti sarebbero guai
sfortunatamente non è così...ci sono specie, in particolare pesci, che hanno sostituito quasi del tutto quelle che una volta erano le specie autoctone. vedi il siluro, la breme, il barbo europeo, il black bass (anche se ormai in molte zone viene considerato para-autoctono), il gardon etc etc. certo questi animali si sono potuti diffondere enormemente anche perchè le specie nostrane erano già stressate da inquinamento, antropizzazione di fiumi, laghi etc, ma resta il fatto che in tempi relativamente brevi sono diventate specie dominanti anche grazie alle loro capacità di adattamento...pensate un po' che potrebbe succedere se domani qualcuno buttasse in un fiume un po' di snakehead. nel caso delle tartarughe dalle guance rosse e di quelle gialle il problema è che pur non riproducendosi entrano in competizione diretta con gli esemplari di tartarughe nostrane, assai meno voraci e decisamente più timide, diventanto in breve la specie dominante.

per il resto concordo con te...purtroppo manca una legislazione europea comune e questo fa si che ci sia spazio per delinquenti che importano e vendono di tutto e di più
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Vecchio 23-05-2010, 23:54   #7
malù
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Grazie per la precisazione Damiano, il fatto è che molti dei pesci da te nominati si vedono da parecchio e per questo vengono erroneamente scambiati per specie autoctone.
malù non è in linea  
Vecchio 24-05-2010, 10:03   #8
damiano1982
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Grazie per la precisazione Damiano, il fatto è che molti dei pesci da te nominati si vedono da parecchio e per questo vengono erroneamente scambiati per specie autoctone.
purtroppo la lista di queste specie è lunghissima. gambusia, channel catfish, blue catfish, rodeo amaro, carassio, aspio, etc etc. ovviamente nella stragrande maggioranza dei casi la diffusione di questi animali non è certo da imputarsi a qualche acquariofilo superficiale, ma a semine e rilasci fatti spesso per manifestazioni di pesca agonistica, fatti da amministrazioni locali poco attente alla qualità del pesce seminato e, purtroppo, a volte fatti da pescatori molto poco intelligenti che per soddisfare la loro voglia di pescare pesci combattivi e di grossa stazza si divertono ad introdurre queste specie dove non sono presenti. (il siluro su tutti)
la gambusia ad esempio fu introdotta perchè grande divoratrice di larve di zanzara, ma si è diffuso e riprodotto a dismisura.
il siluro ad esempio è originario dei grandi corsi d'acqua dell'europa centro-orientale, ma è riuscito ad adattarsi bene anche a corsi d'acqua più piccoli come i nostri, riuscendo a colonizzare anche rogge, fontanili e canali di piccola dimensione e diventando in breve la specie dominante.

ma ci sono esempi anche con anfibi e crostacei...basti pensare alla rana toro americana, importata a scopo alimentare e poi diffusasi in vaste zone del nord Italia impoverendo brutalmente la popolazione di rane autoctone, o al famigerato gambero rosso della Louisiana, comunemente detto gambero killer, che soprattutto dalle mie parti (lago di massaciuccoli e zone limitrofe) ha fatto negli anni scorsi enormi danni anche all'agricoltura

questi dovrebbero essere tutti validi motivi per far ragionare la gente e fargli capire che le specie nostrane sono già in pericolo a causa di questi "intrusi" (per carità, non è colpa loro ma di chi li porta) e a causa di sempre più precarie condizioni ambientali, e che quindi andrebbero lasciate dove stanno e non dovrebbero abbellire l'acquario di nessuno.
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Vecchio 24-05-2010, 10:09   #9
bettina s.
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livia, credo che tu non possa fare altro che comportarti come stai facendo, anche se ti toverai a dover ripetere le stesse cose un milione di volte.
E' come quando si cerca di convincere a non ibridare le caridine, l'unica è dirlo molto severamente.
Poi si sa, che ognuno fa di testa tua, nel caso degli anfibi, insisterei sul fatto che l'animaletto "salvato" andrà di sicuro incontro a morte certa, mentre lasciandolo nel suo ambiente avrà una possibilità.
Ovvio che se trovo un tritone in mezzo alla strada, magari mi fermo e se riesco ad acchiapparlo, lo sposto venti metri all'interno della vegetazione, però deve finire lì.
Prospetta a queste persone quanto sia brutto veder morire una bestiola, spesso piuttosto lentamente, davanti ai propri occhi.
Non ne so molto dell'argomento, però so che spesso negli anfibi scatta un meccanismo di anorressia che li porta alla morte per inedia, se non si trovano nell'ambiente cui sono abituati, insomma prospetta loro il più catastrofico degli scenari., da parte mia frequenterò più spesso la sezione così ti do man forte. -05
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Vecchio 24-05-2010, 10:22   #10
damiano1982
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livia, credo che tu non possa fare altro che comportarti come stai facendo, anche se ti toverai a dover ripetere le stesse cose un milione di volte.
E' come quando si cerca di convincere a non ibridare le caridine, l'unica è dirlo molto severamente.
Poi si sa, che ognuno fa di testa tua, nel caso degli anfibi, insisterei sul fatto che l'animaletto "salvato" andrà di sicuro incontro a morte certa, mentre lasciandolo nel suo ambiente avrà una possibilità.
Ovvio che se trovo un tritone in mezzo alla strada, magari mi fermo e se riesco ad acchiapparlo, lo sposto venti metri all'interno della vegetazione, però deve finire lì.
Prospetta a queste persone quanto sia brutto veder morire una bestiola, spesso piuttosto lentamente, davanti ai propri occhi.
Non ne so molto dell'argomento, però so che spesso negli anfibi scatta un meccanismo di anorressia che li porta alla morte per inedia, se non si trovano nell'ambiente cui sono abituati, insomma prospetta loro il più catastrofico degli scenari., da parte mia frequenterò più spesso la sezione così ti do man forte. -05
quelli citati da te sono tutti validi motivi per tentare di convincere qualcuno a non tenersi animali del genere in casa, per altro spesso protetti, ma sarebbe anche ora che questa gente, se veramente apprezza il mondo animale, si mettesse in testa che la salvaguardia della bio diversità è una cosa importante e che il mondo va oltre le vaschette che abbiamo a casa.
purtroppo qui da noi questa cultura latita brutalmente e chissà se mai riuscirà a prendere piede...speriamo che le nuove generazioni siano più sensibili a questi argomenti.
damiano1982 non è in linea  
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comporta , illegalità

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