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Vecchio 17-06-2006, 13:29   #1
Alex Carbonari
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Introduzione all'allestimento di un plantacquario

Credo sia importante puntualizzare, per coloro che si avvicinano a questa disciplina, le peculiarità insite nella realizzazione e gestione di un plantacquario.

E’ ovvio, tanto per cominciare, che non si tratta di un acquario semplice e alla portata di tutti. A differenza di una vasca normale, infatti, gli aspetti legati alla cura degli allestimenti e alla coltivazione delle piante sono predominanti.
Appare chiaro che una tale premessa porta con se diverse implicazioni.
Innanzitutto la passione dell’individuo. Voler realizzare un progetto simile (sia esso zen che scape) vuol dire dedicargli molto tempo e molte cure, specie nelle prime settimane di vita. Ma credo che questo sia un concetto abbastanza scontato, no?
Meno scontato è l’aspetto tecnico e, di conseguenza, economico. Inutile nascondersi dietro un dito: questo è un hobby costoso e lo sappiamo tutti. Quando si parla di piante, però, le spese da affrontare sono decisamente superiori, per motivi abbastanza ovvi. Per quanto uno voglia tirare la cinghia, non può risparmiare sui fertilizzanti, non può risparmiare sulla luce, non può rinunciare alla CO2. Questo almeno è ciò che la mia brevissima esperienza mi ha insegnato. Acquistare un prodotto che costa 10€ in meno rispetto ad un altro può portare nel tempo a doverne sborsare il doppio (per non parlare del tempo sprecato) ed io ne so qualcosa.
Accettando questo, si può parlare di come spendere meglio i propri soldi, ma non credo si possa prescindere dal mettere le mani in saccoccia abbastanza a fondo.

Certo, esistono dei bellissimi acquari che possono essere mantenuti con un minimo di cure settimanali, ma secondo me a quel livello ci si arriva con l’esperienza e la pazienza che solo una lunga militanza nel campo può fornire. E, comunque, la base ci deve necessariamente essere.

Un’utopia, quindi, voler creare plantacquari low tech? Ni.
Tralasciando il metodo Walstad, denigrato e bocciato senza appello, dovremo cercare altrove le nostre risposte (non perché io non lo ritenga valido, ma semplicemente perché chi legge il forum sa a cosa mi riferisco).

Partiamo dall’inizio:

La vasca.
Il principio da applicare vale per tutti i litraggi, basta dimensionarli alle esigenze.
Un acquario aperto è decisamente consigliabile. Questo perché sarete con le mani in acqua per la maggior parte dei vostri interventi manutentivi, quindi tanto vale evitare di coprire il tutto. E poi è più bella!

La luce.
Qui sta a voi. Spingere sulla luce vuol dire forzare la crescita. E questo incide direttamente sulla fertilizzazione e sulla somministrazione di CO2. E’, quindi, palese che se sparate 200W su 100 lt scarsi dovrete pompare per evitare di trovarvi con elementi limitanti in acqua. Appare chiaro che l’appuntamento coi cambi diventa irrinunciabile, pena la comparsa di alghe e compagnia bella.

Questo, secondo me, è il fattore chiave che determinerà il futuro della vostra vasca. Limitarsi con la luce vuol dire camminare col freno a mano tirato e avere crescite magari senza problemi, ma lente. E in un plantacquario può rappresentare un problema, poiché le tendenze ed i fabbisogni vengono evidenziate con maggiore lentezza. Di conseguenza gli interventi da parte nostra saranno ritardati. Di buono c’è che, evitando di forzare, non correte il rischio di sovradosare e, in caso di vostra assenza, trovarvi con problemi da risolvere.
Questo è un concetto che non calza su di me, semplicemente per una scelta personale. Mi piace vedere subito le conseguenze delle mie azioni.

Il fondo.
Questo è un altro aspetto fondamentale. La mia testardaggine mi porta tuttora a pagare dazio in questo senso.
Avere un fondale fertile è un altro aspetto da non trascurare affatto. Certo, una confezione vi costa anche il doppio rispetto a del ghiaino normale, ma a lungo andare vi accorgerete della differenza e non rimpiangerete affatto quei soldi.

I fertilizzanti e CO2.
Qua non si scherza. Che siano PMDD o linee commerciali, questi non devono mancare. E non parlo del ferro chelato 2 volte a settimana.
Bisogna assicurarsi, nel tempo, di assicurare alle piante tutto lo spettro di nutrienti, sia macro (Azoto, Fosforo, Potassio) che elementi in tracce.
Avrete notato che ho messo insieme anche la CO2. Per quanto possa sembrare superflua, secondo me rappresenta una parte irrinunciabile dell’acquario di piante. Il carbonio è la base della fotosintesi ed il mattone su cui la pianta costruisce la propria struttura. Quindi va fornita. Sul metodo da utilizzare, poi, ci sono diverse correnti di pensiero. Molti usano quella fatta in casa, con buoni risultati, ma io preferisco affidarmi ad un impianto, anche se non professionale. Una bombola con riduttore e micronizzatore vi costa 50€ e sono soldi ben spesi.

L’acqua.
Qui non mi ritengo ferrato. Ci saranno persone molto più qualificate di me che potranno spiegarvi tutto sull’H2O e su come trattarla prima di immetterla in vasca.
Io apro il rubinetto e riempio. Sicuramente sono biasimabile, ma ho appurato i valori della mia acqua anni fa, accertandone i valori e l’assenza di cloro.
Ormai non uso più neanche il biocondizionatore.

Il filtro.
In un plantacquario potrebbe bastare una pompa di movimento o un filtro meccanico.
L’ultima tendenza orientale, però, è di sovradimensionare i filtraggi. Ma questo credo sia legato alla natura estrema degli allestimenti. Comunque un duetto o un eden o un pratiko fanno l’acqua più limpida.


Conclusioni:
Ora, alla luce di ciò che abbiamo detto, risulta evidente che un acquario di piante low tech appare molto più difficile da realizzare rispetto ad una vasca hi. E questo proprio per le esigenze di molte delle piante che ci troveremo a coltivare. Infatti si può drasticamente ridurre il “metabolismo” di una vasca, ma decisamente non si può stopparlo con scelte votate al risparmio. Si può realizzare un buon acquario spendendo e curandolo meno, ma il nodo centrale è che la base deve essere solida. E ciò implica degli investimenti in ogni senso, almeno all’inizio.
Se non si è disposti a questo, il mio consiglio è di rivolgersi verso qualcosa di meno impegnativo ma che ugualmente può dare grosse soddisfazioni. Ci sono piante che crescono benissimo con poca luce ed un minimo di fertilizzazione su substrati inerti e senza CO2 . Ovviamente a quel punto sta alle capacità del singolo trarre il massimo da una vasca simile, operando di fantasia. Basta guardare gli acquari di alcuni utenti, esempi lampanti di capacità creativa e grande dedizione.

Questo è il mio pensiero, spero di ricevere commenti e smentite!
Alex Carbonari non è in linea   Rispondi quotando


Vecchio 17-06-2006, 13:45   #2
franz88
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mi è piaciuto molto. bravo
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Vecchio 17-06-2006, 14:45   #3
TuKo
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Trovo che l'esposizione del tuo pensiero,sia molto affine alla sezione appena creata, e se una persona vuole cimentarsi in questa tipologia di vasche la tua "mini-giuda"(passami il termine), bene o male, da l'idea ad una persona a cosa sta andando incontro.
Potrebbe essere utile a chi si avvicina a questa filosofia di gestione, partire con vasche di piccolo litraggio es.30/40 litri?? ti chiedo questo perchè facendo le debite proporzioni i costi(dei fattori che tu hai nominato) saranno sicuramente inferiori se paragonati ad un 100 litri o no???
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Il Mondo non l'abbiamo ereditato dai nostri padri, ma ci è stato prestato dai nostri figli!!
TuKo non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 17-06-2006, 15:02   #4
balabam
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25 25 25 25 25 Trovo che l'esposizione del tuo pensiero,sia molto affine alla sezione appena creata, e se una persona vuole cimentarsi in questa tipologia di vasche la tua "mini-giuda"(passami il termine), bene o male, da l'idea ad una persona a cosa sta andando incontro.
sottoscrivo... mi pare un buon documento programmatico...
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Vecchio 17-06-2006, 15:35   #5
Alex Carbonari
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Potrebbe essere utile a chi si avvicina a questa filosofia di gestione, partire con vasche di piccolo litraggio es.30/40 litri??
Certo, volendo anche meno, però scendendo troppo col litraggio si rischia di avere problemi con la scelta degli arredi e delle piante. Fare vasche piccole è altrettanto difficile ed impegnativo rispetto a quelle di maggiori dimensioni

Quote:
chiedo questo perchè facendo le debite proporzioni i costi(dei fattori che tu hai nominato) saranno sicuramente inferiori se paragonati ad un 100 litri o no???
Se pensi che con una lampada a risparmio energetico riesci ad avere più di un w/l...
e poi riesci a risparmiare su fertilizzanti e co2
Alex Carbonari non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 17-06-2006, 17:26   #6
Massimo Suardi
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Io vorrei semplicemente aggiungere alcune cose:

A mio avviso l'idea di plantacquario che hai esposto è per lo meno limitata.

Le considerazioni esposte sono riferite ad una vasca esclusivamente spinta, con piante che amano questa conduzione, e giustamente hai proporzionato il tutto a queste esigenze.
Ricordiamoci però che l'acquario di piante può pprevedere anche piante, ed essere talvolta composto anche solo da queste, che prediligono ritmi più tranquilli, non bassi o blandi, ma tranquilli, e quindi tutto andrà commisurato alle esigenze.

per le dimensione della vasca, sono convinto che le vasche piccole siano molto molto molto più difficili da realizzare. Hanno un unico vantaggio, il costo inferiore, ma un veo plantacquario di piccole dimensioni richiede esperienza, competenza e STILE, dato che è DIFFICILE, e MOLTI non lo considerano, PROPORZIONARE le DIMENSIONI delle piante a quelle della vasca.
In un ambiente più grande questi errori si pagano meno.

Buon articolo di introduzione, da migliorare e implementare.
Massimo Suardi non è in linea   Rispondi quotando
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Vecchio 17-06-2006, 17:45   #7
Alex Carbonari
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da migliorare e implementare
implementiamolo allora!
Fatevi sotto, aspetto i pareri di tutti

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l'acquario di piante può pprevedere anche piante, ed essere talvolta composto anche solo da queste, che prediligono ritmi più tranquilli, non bassi o blandi, ma tranquilli, e quindi tutto andrà commisurato alle esigenze
Sono d'accordo ma fino ad un certo punto. Anche il moss, l'anubias o quant'altro a crescita lenta se messo sotto una buona luce, cresce più rapidamente (tenendo presente ciò che ho scritto sopra). Ovvio che si adatta molto bene ad una gestione meno esasperata rispetto ad altre piante
Alex Carbonari non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 18-06-2006, 01:08   #8
Dviniost
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Riguardo alla vasca forse sarebbe utile precisare che è meglio non avere vasche eccessivamente alte per il discorso illuminazione del fondo (a meno di non voler realizzare vasche aperte con HQI) e neanche eccessivamente strette per dare più spazio alla propria fantasia nel realizzare il layout e dare una maggiore profondità.
__________________
Ettore

>AP is burning!<
Dviniost non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 18-06-2006, 10:09   #9
Massimo Suardi
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Sono d'accordo ma fino ad un certo punto. Anche il moss, l'anubias o quant'altro a crescita lenta se messo sotto una buona luce, cresce più rapidamente (tenendo presente ciò che ho scritto sopra). Ovvio che si adatta molto bene ad una gestione meno esasperata rispetto ad altre piante
Io non ho detto quello.
Se hai intenzione di realizzare un layout con piante sciafile, e metti un substrato fenomenale tipo la power sand, un'illuminazione elevata, e fertilizzi con un regime spinto, le tue vasca avrà seri problemi.
Massimo Suardi non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 18-06-2006, 11:11   #10
Alex Carbonari
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Forse (e dico forse) col substrato, ma se illumini bene e fertilizzi adeguatamente, credo non ci siano problemi. Io nel 100 lt tengo anubias, microsorum, vescicularia, cryptocorine sotto luce diretta e buona fertilizzazione: problemi non ne ho, anzi, crescono molto e molto in fretta
Alex Carbonari non è in linea   Rispondi quotando
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allallestimento , introduzione , plantacquario

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