Cerca nel forum:
Acquaportal - Forum e Community

  





Benvenuti sul Forum di AcquaPortal, la più grande community italiana di acquariofilia!
Sul Forum di AcquaPortal puoi discutere con altri appassionati di acquariofilia, tenere un tuo Blog personale, inserire foto e video, chattare, ed aiutarci a creare un grande database con schede di pesci, invertebrati e prodotti di acquariofilia.


Per entrar a far parte della comunità occorre registrarsi.
Per farlo premi su

Registrazione


Al momento della registrazione ti verrà richiesto di accettare il Regolamento che ti consigliamo di leggere attentamente.
Ti consigliamo inoltre di leggere le FAQ per apprendere le funzionalità principali del forum.
Se invece sei un utente registrato e hai dimenticato i tuoi dati di accesso devi effettuare il Recupero dati.




Pubblica un tuo articolo (Dolce) Hai costruito il tuo acquario o un accessorio? Hai avuto esperienze di allevamento o riproduzione? Stai pensando di scrivere un articolo sull’acquariofilia dolce per renderlo disponibile a tutti? Questa è la sezione adatta (per ulteriori info leggi il messaggio “In evidenza” all’interno).

Rispondi
Condividi Opzioni Visualizzazione
 
Vecchio 27-02-2014, 19:16   #1
limneo52
Avannotto
 
Registrato: Oct 2013
Città: Reggio Emilia
Acquariofilo: Dolce
N° Acquari: 4 vasche + 3 vasconi in giardino
Messaggi: 54
Foto: 0 Albums: 0
Post "Grazie" / "Mi Piace"
Grazie (Dati): 1
Grazie (Ricev.): 0
Mi piace (Dati): 0
Mi piace (Ricev.): 3
Mentioned: 0 Post(s)
Feedback 0/0%

Annunci Mercatino: 0
L'acquario per le piante; parte prima

L'acquario per le piante; parte prima

Il sogno per molti acquariofili alle prime esperienze è avere un acquario con molte piante, che crescano in maniera rigogliosa e armoniosa, creando un ambiente adatto a molte specie di pesci.
Prima di allestire un acquario, bisogna aver ben chiaro quello che si vuol realizzare, visto che le possibilità sono infinite.
Intanto bisogna aver presente che più è grande la vasca
e migliori saranno le possibilità di avere un ambiente stabile nel tempo, si parla di piantacquari da 100-300 litri,
fino ad arrivare a veri acquari olandesi da 500-1000 litri.

Molto spesso si pensa che per aver un risultato soddisfacente sia necessario usare molta tecnologia (luci potenti, diffusione di Co2, fondo fertile, fertilizzazione spinta), però si possono ottenere risultati discreti anche se limitati, con un semplice acquario di produzione industriale, senza apportare sostanziali modifiche.
Esistono infatti piante che non hanno particolari esigenze,
che crescono bene anche senza essere bombardate di Co2,
o con grandi apporti di fertilizzanti.
Basta ricreare in vasca un certo equilibrio tra Ph., Kh. e Co2.
Un esempio è questo acquario, senza fondo fertile, con due semplici T8 (18 Watt. 6500° kelvin),
allestito con solo due tipi di piante (Ceratophyllum demensum e Anubias bartieri), lasciate crescere in modo naturale senza interventi di potatura.




Con un minimo di attenzione alla qualità dell'acqua può anche ospitare pesci ritenuti da molti problematici.




Fino ad assistere alla loro riproduzione naturale.








Altro esempio:








Vediamo un acquario molto spinto come tecnologia.

Luci Hqi, notevole diffusione di Co2, fertilizzazione in colonna, fondo fertile e piante problematiche.








É evidente che tra i due estremi ci sono un'infinità di possibilità, come questo esempio( luci Hql, leggera diffusione di Co2, fondo fertile, moderata fertilizzazione).



O questo:





Ora, specialmente per il neofita, vediamo di stabilire
alcuni concetti per partire con le idee molto chiare.

Per non avere sorprese sgradite, bisognerebbe allestire l'acquario per soddisfare le esigenze di piante diverse.

Fondamentale è capire di che cosa hanno bisogno essenzialmente le nostre piante.
Le piante sono formate per oltre il 95% da tre elementi:
Ossigeno, Idrogeno e Carbonio.

Ossigeno ed Idrogeno compongono l'acqua mentre, il Carbonio, viene assimilato dall'anidride carbonica (CO2) disciolta in acqua.
Per cui poco meno del 5% sono gli elementi necessari per uno sviluppo soddisfacente.
Questi elementi si dividono in macro e micro.
I macroelementi sono Azoto, Potassio, Calcio, Magnesio,
Fosforo e Zolfo.
I microelementi sono Ferro, Cloro, Manganese, Boro, Zinco.

Tenendo sempre presente la legge del minimo (Liebig) e
la legge della tolleranza (Shelford), pochi di questi elementi dovranno essere aggiunti all'acqua con una fertilizzazione liquida in colonna, essendo un acquario ben avviato, normalmente saturo di Azoto e Fosforo dovuto alla decomposizione di sostanze organiche.
Il Calcio e il Cloro sono sempre presenti nell'acqua di rubinetto.
Alcuni microelementi sono presenti nei mangimi in commercio.
Per cui gli elementi necessari si riducono essenzialmente a
Potassio, Magnesio e Ferro.

Ci sono molte linee di prodotti commerciali per integrare questi elementi, o si può ricorrere a un protocollo di fertilizzazione personale e economico (PMDD).

Oltre a questi apporti, le piante hanno bisogno di luce, possibilmente da 0,3 a 0,5 watt/l. per piante poco esigenti,
fino ad arrivare a 0,5 – 1 watt/l. per piante che richiedono molta luce, con temperatura colore compresa fra 3000° e 6500° kelvin,(ottimale sarebbe abbinare temperature diverse).


In un acquario con molte piante, il filtraggio deve essere rapportato alla sua capienza, tenendo presente la grande
capacità di depurazione delle piante (fitodepurazione), deve essere un filtraggio biologico, interno o esterno, con un passaggio dell'acqua nei materiali filtranti relativamente lento e con un ritorno in vasca che non smuova eccessivamente la superficie, per non fare disperdere la preziosa anidride carbonica. Per cui la pompa del filtro deve avere massimo una portata oraria pari o doppia della capacità dell'acquario (es. acquario 200 L. pompa 200 o 400 L./h.), nel primo caso senza pesci o gamberetti.

L'apporto di Co2 deve essere costante, esistono molti sistemi, dal reattore di Co2 in vetro (per me proibitivo per il prezzo), fino ad arrivare alle varie soluzioni fai da te.
Io resto fedele al sistema con un diffusore a membrana, valvola di non ritorno, riduttore di pressione e bombola.

Altro fattore importante è la conducibilità e il Ph.
Premettendo che alcune piante crescono molto bene in ambienti alcalini, molte di esse richiedono un Ph. Leggermente acido (6,4-6,9) e una conducibilità non superiore a 400 micro siemens.

Per favorire l'assorbimento delle sostanze nutritive, determinare il potenziale Redox, cercando di portarlo il più possibile verso lo zero con una falda freatica o meglio un cavetto riscaldante sotto sabbia.

Da non sottovalutare il fondo e la sua preparazione.
Si può optare per un fondo fertile ricoperto da un fondo inerte.

Tralasciamo di parlare dei prodotti dedicati all'aquascaping, tipo Ada o Oliver Knott, alla portata di pochi appassionati, per il rigido programma di fertilizzazione,per il gusto estetico (non a tutti può piacere), per il tempo e l'impegno da dedicare all'acquario e non per ultimo, per il costo esagerato per allestire un acquario superiore ai 100 L.

In passato ho usato il Manado abbinato al suo fondo fertile Aquabasis, con buoni risultati.
Il Manado è un fondo decisamente molto leggero, per me non adatto per chi vuol creare terrazze e avvallamenti, le piante faticano inizialmente a radicare e basta il passaggio di un piccolo Ancistrus per vederle galleggiare.

Il mercato offre molte possibilità, tutte studiate dalle case produttrici, basta saperle abbinare bene.


Ci sono dei prodotti non studiati specificamente per uso acquariofilo che possono essere usati e sperimentati per fare un fondo adatto alle piante, studiandone le loro caratteristiche.

Prendiamone in considerazione alcuni trovati in vendita su internet:

SABBIA SILICEA (QUARZITE).


Granulometria 0,5/3 mm.

Granulometria 3/5 mm.

Sabbia e graniglia silicea pura all’83,32% (anche detta quarzite o graniglia quarzifera) ottenuta dal naturale disfacimento di rocce quarzifere, mediante rotolamento dei ciottoli all’interno dei fiumi della provincia di Pavia.

ANALISI CHIMICA MEDIA
Analisi chimica XRR effettuata con Spettrometro PANalyticalAxios; Analisi semiquantitativa eseguita con software IQ+ su perla di fusione; Rapporto di diluizione 1:10; Fondente BR A1222G Specflux; Determinazione di SO3, Na2O e K2O eseguita su polvere pressata.

PPC: 0,60%
Al2O3: 8,35%
CaO: 0,90%
Fe2O3: 1,44%
K2O: 2,40%
MgO: 1,00%
Na2O: 1,80%
P2O5: 0,03%
SiO2: 83,32%
SO3: 0,03%
TiO2: 0,10%
Rb2O: 0,02%
Somma: 99,99

POMICE VULCANICA.


Granulometria 3/5 mm.

il magma che ha originato la pomice era costituito da minerali di composizione chimica tale da permettere ai gas disciolti all’interno di espandersi molto rapidamente, così da formare una sorta di schiuma.
Il rapido raffreddamento successivo della lava ha determinato il repentino solidificarsi della parte liquida intorno alle bolle di gas generando l’aspetto di schiuma vetrosa della pomice.
L’interno della roccia infatti è costituita da un’enorme quantità di canalicoli di diametro medio molto piccolo intercomunicanti fra loro e con l’esterno.
CARATTERISTICHE CHIMICHE

1) ANALISI CHIMICA MEDIA:

Ossidi %
SiO2 62.5
Al2O3 17.5
K2O 9.5
Fe2O3 2.6
CaO 2.5
Na2O 2.2
TiO2 0.5
Mg 0.4

2) Ph: 6.5 – 7.0

3) SCAMBIO CATIONICO: 30 meq/100 g

LAPILLO VULCANICO .


Granulometria 3/5 mm.

Pomici e lapilli sono il prodotto di eruzioni vulcaniche esplosive formatesi a seguito di una violenta espansione dei gas dissolti in lave di composizione chimica acida: il rapido raffreddamento della roccia, ha impedito la cristallizzazione della stessa, intrappolando all’interno i gas e generando dei minerali alveolari espansi in maniera più o meno accentuata.
In fase di solidificazione infatti, i vapori presenti nel magma, improvvisamente rilasciati, hanno provocato il rigonfiamento dell’intera massa del magma ed è durante questa rapida fase di raffreddamento che si sono determinate le differenze nella struttura fisica dei vari inerti vulcanici: il lapillo vulcanico si è formato a partire da un magma con minor contenuto di silice.
La minor viscosità è il più lento raffreddamento della lava hanno facilitato la fuoriuscita di una certa quantità dei gas presenti nel magma.
Si sono formati dei minerali caratterizzati da vacuità di diametro medio maggiore rispetto a quelli della pomice ma di numero decisamente inferiore.

ANALISI CHIMICA MEDIA
SiO2: 56%
Al2O3: 16,5%
K2O: 4,9%
Fe2O3: 6,5%
CaO: 8,8%
Na2O: 0,8%
TiO2: 3,1%
MgO: 1,2%

CARATTERISTICHE TECNICHE
pH: 7.0;
SCAMBIO CATIONICO: 18 meq/100g.

ZEOLITE A BASE DI CABASITE E PHILLIPSITE.


Granulometria 3/5 mm.
Il materiale è completamente asciutto ed è sterilizzato per garantire al terreno una buona immunità da parte di agenti patogeni quali le muffe,
é assolutamente privo di sabbia o polvere di lavorazione, viene sterilizzato in forno a 200°C per 20 minuti, frantumato e quindi setacciato secondo granulometrie standard.
Gruppo di minerali costituito da 52 specie mineralogiche definite chimicamente “alluminosilicati idrati di elementi alcalini e/o alcalino-terrosi” (essenzialmente, Na, K e Ca) e strutturalmente costituenti con feldspati, feldspatoidi e minerali della silice la famiglia dei tettosilicati. In questa famiglia di silicati, le unità strutturali primarie, tetraedri [(Si,Al)O4], sono collegate tra loro nelle tre direzioni dello spazio a formare impalcature tridimensionali con conseguente rapporto tra catione tetraedrico (Si, Al) e ossigeno di 1:2.
A differenza di quanto si realizza in altre famiglie di silicati ove le stesse unità strutturali sono isolate (nesosilicati, es. olivine), collegate in un’unica direzione (inosilicati, es. pirosseni) o in due direzioni (fillosilcati, es. minerali argillosi), l’impalcatura tetraedrica tridimensionale dei tettosilicati dà origine a strutture “aperte” per la presenza di cavità extratretraedriche di volume crescente dai feldspati e minerali della silice ai feldspatoidi alle zeoliti.
L’impalcatura tetraedrica tridimensionale delle zeoliti è “molto aperta” (bassa densità tetraedrica) e, come tale, presenta ampie cavità interne (dal 20 al 50% del volume del cristallo) comunicanti tra loro e con l'esterno mediante canali di dimensioni molecolari (da 2.5 a circa 7 Å; 1 Å = 10–8 cm).
Allo stato naturale, cavità e canali sono occupati da cationi (Na, K, Ca) e da molecole d'acqua. I cationi, necessari per bilanciare le cariche elettriche negative dell'impalcatura tetraedrica dovute alla parziale sostituzione di Si4+ con Al3+, essendo debolmente legati all'impalcatura tetraedrica, godono di una certa libertà di movimento e possono uscire, attraverso i canali, dalle cavità e quindi dal cristallo solo se sostituiti da altri cationi comportanti lo stesso numero di cariche elettriche positive.
Tale proprietà, nota come "capacità di scambio cationico" (CSC), ha intensità (espressa in meq/g) crescente con l’aumentare del contenuto in Al nei tetraedri e varia da circa 2 meq/g nelle zeoliti povere in Al (clinoptilolite, ferrierite mordenite) a 3-4 meq/g nelle zeoliti ricche in Al (chabasite, phillipsite).
L'acqua, dal 10 al 20% in peso a seconda della specie zeolitica, può essere facilmente ed in modo più o meno continuo rimossa per riscaldamento al di sotto di 3000° C con nessuna o modeste modificazioni dell'impalcatura tetraedrica.
Le zeoliti così disidratate presentano un'ampia superficie interna (fino a qualche centinaio di m2 per grammo di sostanza) disponibile ad ospitare ancora molecole d'acqua od altre molecole dotate di polarità naturale od indotta. Il processo di disidratazione-reidratazione è reversibile pressoché all'infinito e l’assorbimento di molecole polari avviene secondo una rigida "selezione" basata "in primis" sulle dimensioni delle molecole e, secondariamente, sul loro grado di polarità.

CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE
DEFINIZIONE: SILICATO DI POTASSIO, SODIO E CALCIO
Roccia vulcanica ad elevata capacità di scambio cationico e di assorbimento d’acqua in virtù del prevalente contenuto in minerali “tettosilicatici ” chabasite e phillipsite e della tessitura litologica;
COMPOSIZIONE MINERALOGICA QUALI-QUANTITATIVA: (in % con deviazioni standard) determinata ai Raggi X con metodo Rietveld-RIR (Gualtieri, 2000): chabasite 60 ± 5; phillipsite 5 ± 3; k- feldspato 4 ± 2; biotite 2 ± 1; pirosseno 4 ± 1; vetro vulcanico 25 ± 5;
CONTENUTO IN CABASITE [(Na0.14 K1.03Ca1.00Mg0.17)[Al3.46 Si8.53O24] 9.7 H2O] E PHILLIPSITE: 65 ± 5%;
ANALISI CHIMICA MEDIA: determinata mediante Fluorescenza X e perdita per calcinazione
SiO2: 52.0%
Al2O3: 17.0%
K2O: 6.1%
Fe2O3: 3.6%
CaO: 5.7%
Na2O: 0.6%
TiO2: 0.5%
MgO: 2.3%
H2O (Struttura persa al di sopra dei 120°C): 12.0%
MnO: 0.2%
P2O5: 0.3%
ELEMENTI PESANTI: quantità (ppm) ceduta per eluizione secondo la procedura IRSA-CNR (1985): Pb 10; As 5; Cd 2; Zn 20; Cu tr;
pH: 6.9 – 7.1
CAPACITÀ DI SCAMBIO CATIONICO ELEVATA: 2.1 ± 0.1 meq/g con spiccata selettività nei riguardi di cationi a bassa energia di solvatazione (NH4, K, Pb, Ba)
ELEVATA CRIPTOPOROSITÀ STRUTTURALE: dal 20 al 50% del volume del cristallo;
DISIDRATAZIONE REVERSIBILE: disidratazione (processo endotermico) - reidratazione (processo esotermico) reversibile all’infinito e quindi potenzialità di attenuare i picchi positivi e negativi del grado di umidità e della temperatura ambientale;
SETACCIAMENTO MOLECOLARE;
RITENZIONE IDRICA: 30-40% (p/p) a seconda della granulometria;
RESISTENZA MECCANICA;
PERMEABILITÀ;
DENSITÀ APPARENTE: 0.70 g/cm3 – 0.90 g/cm3 a seconda della granulometria.

AKADAMA.




Granulometria 3/5 mm.




Granulometria 5/10 mm.
Akadama letteralmente significa "Terreno a palle rosse" ed è un'argilla di origine vulcanica raccolta alla profondità di 3 metri dal sottosuolo di foreste di Cryptomerie in Giappone. L'Akadama viene raccolta e asciugata, riscaldata per rimuovere organismi e parassiti e polverizzata in diverse grandezze.

L'Akadama può essere miscelata con pomice, lapillo vulcanico, zeolite e perlite per rendere il substrato più ricco di elementi nutritivi e maggiormente simile alle caratteristiche naturali in cui vivono le piante oppure può essere utilizzata pura come unica componente del terriccio.

CARATTERISTICHE TECNICHE
pH: 6.5 – 6.9.

KANUMA.




Granulometria 2/5 mm.


Granulometria 5/10 mm.

L'Akadama, argilla di origine vulcanica, viene raccolta alla profondità di 3 metri dal sottosuolo di foreste di Cryptomerie in Giappone, il Kanuma viene invece raccolto ad una profondità maggiore.
Il Kanuma viene raccolta e asciugata, riscaldata per rimuovere organismi e parassiti e polverizzata in diverse grandezze..
Il Kanuma può essere miscelata con pomice, lapillo vulcanico, zeolite e perlite per rendere il substrato più ricco di elementi nutritivi e maggiormente simile alle caratteristiche naturali in cui vivono le piante oppure può essere utilizzata pura come unica componente del terriccio.

CARATTERISTICHE TECNICHE
pH: 5.5.

KIRIUZUNA.




Il Kiriuzuna viene raccolta e asciugata, riscaldata per rimuovere organismi e parassiti e polverizzata in diverse grandezze..
Il Kiriuzuna può essere miscelata con akadama, pomice, lapillo vulcanico, zeolite e perlite per rendere il substrato più ricco di elementi nutritivi e maggiormente simile alle caratteristiche naturali in cui vivono le piante oppure può essere utilizzata pura come unica componente del terriccio.

CARATTERISTICHE TECNICHE
pH: neutro.

KETOTSUCHI.





Il keto è un fango humico/argilloso Giapponese ed è il componente fondamentale per i boschetti di bonsai posizionati su piastre di pietra o di altro materiale.
Grazie alla sua natura plastica, viene utilizzato per costruire il bordo al di sopra delle piastre entro il quale verrà poi adagiata la pianta con una miscela opportuna di akadama, kanuma, kiryuzuna o altri substrati a seconda della specie stessa della pianta.

TORBA BIONDA ACIDA DI SFAGNO.





ANALISI CHIMICA MEDIA
Carbonio organico(C) di origine biologica: 52%.
Azoto organico (N) : 0,2%.
Sostanza organica: 90%.
CARATTERISTICHE TECNICHE
PH (CaCl2) : 2,5-3,5.
Indice di Van Post(H) : 2-5


LEONARDITE.




Consentito in agricoltura biologica (in quanto non contiene prodotti chimici).

La leonardite è humus fossile concentrato contenente acidi umici fossili puri, formatisi da un’umificazione naturale di estese foreste nel corso di centinaia di milioni di anni. Deriva dalla decomposizione della vegetazione che si è formata nel periodo Carbonifero (era geologica compresa

tra i 290 e i 350 milioni di anni fa).

Il processo di fossilizzazione ha trasformato i resti vegetali

(accumulatisi in stagni ed acquitrini) in leonardite (carbonio ed acidi organici).

In scala crescente, il processo di fossilizzazione che passa dalla torba al carbone fossile passa attraverso questi stadi con via via maggior contenuto in carbonio: torba, leonardite, lignite, litantrace, antracite, carbone fossile.

Dal punto di vista agronomico, per la particolare ossidazione subita dalla leonardite, il prodotto risulta essere eccezionalmente attivo e in grado di ovviare al degrado di uno sfruttamento intensivo del suolo.

Infatti l’ottimo valore di sostanza organica totale ed il contenuto di carbonio organico biologico, rendono il prodotto un efficace ammendante.

La leonardite contiene acidi umici e fulvici i quali, come noto, sono dei complessi di molecole formatesi attraverso i processi di degradazione della sostanza organica.

Gli acidi umici e fulvici contenuti si combinano in modo graduale con le particelle del terreno formando complessi colloidali utili al miglioramento delle caratteristiche chimico fisiche del suolo.

Un esempio di utilità di questa roccia mescolata col terreno è il seguente: i terreni alcalini, anche se ricchi in ferro, lo trattengono e non permettono all'apparato radicale delle piante di assorbire questo importante nutriente e tanti altri, la leonardite attiva delle reazioni chimiche a livello dell'apparato radicale e permette alla pianta di assorbire tale sostanza e tante altre sostanze che in questo modo non devono più essere fornite alle piante forzatamente sotto forma di pesanti concimi.


Dopo un attento studio di questi materiali, nella seconda parte proverò ad esporre
la realizzazione di un piccolo piantacquario (100 litri).
limneo52 non è in linea   Rispondi quotando


Vecchio 29-07-2014, 15:57   #2
luca4
Ciclide
 
Registrato: Sep 2010
Città: Nettuno (Roma)
Acquariofilo: Dolce
N° Acquari: 2
Messaggi: 1.414
Foto: 0 Albums: 0
Post "Grazie" / "Mi Piace"
Grazie (Dati): 0
Grazie (Ricev.): 64
Mi piace (Dati): 0
Mi piace (Ricev.): 70
Mentioned: 10 Post(s)
Feedback 2/100%

Annunci Mercatino: 0
Bellissima e completa la tua esposizione sulle tipologie dei substrati
utilizzabili in acquario !!
Utilissima credo anche a far risparmiare delusioni e spese inutili per i neofiti che già
con il lapillo lavico e poco altro possono formare un fondo adeguato per la crescita della
maggior parte delle piante ,
ma anche per i vecchi appassionati , compio ad agosto 30 anni di acquariofilia attiva
e davvero non conoscevo la possibilità di di utilizzare oltre all'akadama (che a me non piace per il suo basso peso specifico e per i tanti cloni inadatti che si trovano in commercio ) gli altri
substrati per bonsai (di alcuni non conoscevo neppure l'esistenza !!).
Attendo con ansia la seconda parte !!!!
luca4 non è in linea   Rispondi quotando
Post "Grazie" / "Mi Piace" - 0 Grazie, 1 Mi piace
Mi piace Discus-ciclide1 Piace questo post
Rispondi

Tag
lacquario , parte , piante , prima

Regole d'invio
Non puoi inserire discussioni
Non puoi inserire repliche
Non puoi inserire allegati
Non puoi modificare i tuoi messaggi

BB code è attivo
Le smile sono attive
Il codice IMG è attivo
il codice HTML è disattivato

Vai a



















Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 14:39. Powered by vBulletin versione 3.8.9
Copyright ©: 2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Traduzione italiana Team: AcquaPortal Feedback Buttons provided by Advanced Post Thanks / Like v3.5.0 (Lite) - vBulletin Mods & Addons Copyright © 2024 DragonByte Technologies Ltd.
User Alert System provided by Advanced User Tagging v3.2.5 Patch Level 2 (Lite) - vBulletin Mods & Addons Copyright © 2024 DragonByte Technologies Ltd.
Copyright Zero Pixel Srl
Page generated in 0,26281 seconds with 16 queries