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Tale specie presenta un corpo marcatamente schiacciato e dalla forma romboidale, in cui spicca per grandezza la testa; la livrea è caratterizzata da cromatismi vivaci e variegati.
La possibilità di muovere gli occhi (posizionati nella parte superiore estrema del capo) indipendentemente l'uno dall'altro è utile al pesce per avere una visuale di ampio raggio dell'ambiente circostante.
La bocca, piccola rispetto al corpo, è munita di possenti denti dalla forma di scalpello, caratteristica che rende i morsi particolarmente letali per gli avversari.
Conformemente agli altri Balistidi, tale specie non è provvista di pinna ventrale, mancanza sopperita da un aculeo rigido; grazie al moto ondulatorio esercitato sulle pinne dorsali e quella caudale, tali pesci balestra possono effettuare movimenti natatori di notevole velocità. La pinna caudale e le pinne pettorali vengono usate per regolare i movimenti nelle varie direzione, alla stregua di un timone.
Gli esemplari giovani prosperano nelle acque costiere basse caratterizzate da fondali sabbiosi con qualche piccola formazione corallina, formando grandi branchi poco compatti in prossimità delle zone di scarsa profondità vicine alla costa. Si nascondono in piccole conchiglie vuote o fra le sparute formazioni coralline presenti nel fondale. Allarmati dalla vicinanza di altri pesci, possono (analogamente ai pesci adulti) rifugiarsi in piccoli antri marini o in strette fessure ricavate nei coralli. Gli esemplari adulti vivono nella barriera corallina e nei reef morti, in prossimità di zone pelagiche.
Per difendere il proprio territorio da un intruso adottano strategie diverse: dapprima tentano di intimorirlo mostrandogli il fianco, effetto che nelle intenzioni del pesce balestra, è amplificato da un fittizio ingrandimento del proprio corpo (ottenuto innalzando l'aculeo ventrale e il primo raggio spiniforme della prima pinna dorsale).
Se l'operazione non dà adito ad alcun risultato, emettono suoni secchi e vibranti in modo da frastornare il contendente per poi ferirlo con gli aculei presenti sul peduncolo caudale.
Servendosi degli aculei posizionati sul ventre e sul dorso, gli esemplari di tale specie possono agganciarsi rigidamente in fessure ricavate nelle formazioni coralline per nascondersi o riposare in zone soggette a forti correnti. A volte nel sonno, assumono posizioni strane: possono ribaltarsi verticalmente con la coda o la testa rivolte in basso, in un determinato punto del fondale, oppure piegarsi lateralmente su un corallo o un sasso
In cattività tollerano la presenza di pesci della medesima taglia, ma mostrano una notevole aggressività nei confronti di tutti gli esemplari appartenenti allo stesso genere; sconsigliata la convivenza con invertebrati. Condizione ideale per farli prosperare è un acquario di dimensioni ragguardevoli (non meno di 500 lt) , corredato di numerosi nascondigli.
Sono soggetti robusti raramente a infiammazioni cutanee, inoltre, alcune specie sopravvivono per diverse ore in ambienti esterni all'acqua, nel caso la loro epidermide sia ancora umida.
In definitiva, si tratta di una famiglia che soddisfa ampiamente le aspettative dell'acquariofilo, fatto corroborato dalla longevità elevata raggiunta da molti degli esemplari in cattività (10 anni e passa).
Alimentazione
In natura si alimentano di invertebrati (molluschi e crostacei) e pesci malati o moribondi a cui strappano per prima cosa i bulbi oculari.
Ricorrono a diversi espedienti per procacciarsi il cibo: dalla bocca emettono un forte getto d'acqua sul fondale sabbioso con l'intento di localizzare eventuali prede nascoste nel suolo; oppure carpiscono il mangime ad altri pesci; catturano i ricci sollevandoli con la bocca e li lasciano ricadere al suolo più volte finchè la zona orale priva di protezione non è suscettibile di essere attaccata.
In cattività non sono esigenti per il mangime: si alimentano di svariati elementi vivi, surgelati e secchi.
E' importante somministrare anche alimenti dotati di scorza dura ( crostacei con il loro guscio, granchi, gamberi, mitili e lumache) affinchè la crescita di alcuni denti venga limitata drasticamente.
Rhinecanthus assasi
Viene anche chiamato, se pur dalla livrea meno sgargiante, "pesce balesta picasso del mar rosso" in quanto è l'omologo del conspecifico dell'indopacifico Rinecanthus aculeatus.
Modalità lineare
