Io ho capito qualcosina, o forse sbaglio tutto e ricapitolando il tutto, ci e mi chiariamo le idee...
Per una società a fini commerciali gli utili sono necessari: la dichiarazione deve essere "CONGRUA", altrimenti partono gli accertamenti fiscali. Di questo aspetto sono sicuro perchè ne parlavo con una ragazza che fa la ragioniera...
Quindi, quoto Sjoplin, niente società salvo impelagarsi in grandi spese e grandi rischi....
Resta la tipologia "Enti non commerciali che svolgono attività commerciali", che so una <Onlus per la diffusione dell'acquariofilia responsabile>, oppure una <Associazione>, essendo queste due specifiche tipologie di enti non commerciali, i quali beneficiano di un regime forfettario supersemplificato se i ricavi non eccedono i 25.822 euro.
Ciò si traduce nella sola tenuta di un Libro IVA, che Sjoplin è in grado di effettuare e, a quanto ho capito, nel pagamento di un'aliquota del 10% sulla base imponibile.
Tuttavia, (riporto dal sito Agenzia Entrate):
<< Le attività commerciali marginali degli enti in esame vengono tassate come “reddito di impresa” e seguono le regole di determinazione dell’imposta previste per le “imprese commerciali”>>
Ovvero sono soggette all'applicazione di:
-imposte dirette
-iva
-irap
Quindi dobbiamo capire bene se si riesce a tenere molto basso il ricavo in modo da non pagare "tasse" eccessive, che andrebbero a compensare il risparmio fatto rivolgendoci ai grossisiti.
In particolare dovremmo capire se la distribuzione agli associati ad un prezzo pari al costo di beni dell'ente, si possa far rientrare nella seguente dicitura:
<<Non si considerano attività commerciali le attività per le quali sussistono congiuntamente le seguenti condizioni:
* non rientrano nelle attività di impresa;
* sono rese in conformità alle finalità istituzionali dell’ente;
* non esiste una specifica organizzazione;
* i relativi corrispettivi non eccedono i costi di diretta imputazione. >>
Bene, penso di aver confuso ulteriormente le acque...
Chi dipana questa confusione???