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Il ferro viene somministrato in vasca in due forme: libero e chelato.
Come ferro libero, esso può essere aggiunto ridotto (Fe2+) o ossidato (Fe3+).
Come ferro libero, esso viene ben assimilato da piante e alghe in poco tempo e, in caso di sovraddosaggio, immagazzinato in particolari "serbatoi" proteici, detti fitoferrine. Su quale sia il ferro assimilato, vi rimando alla risposta a Paolo.
A questo punto, però, c'è da dire una cosa; il ferro non può essere accumulato in grosse quantità nei vegetali perché tossico, e una pianta riesce a conservare una quantità di ferro che è, al massimo, pari a 3-3.5 volte il suo fabbisogno (al contrario di altri metalli, come ad es. lo Zn, che può raggiungere anche le 1000 volte, se non ricordo male). Oltre questo valore, il ferro non è più assorbito e resta in acqua.
Al contrario di quanto normalmente si narra, (((, il ferro in acqua subisce un'ossidazione (che NON E' immediata) la cui velocità dipende dal potere ossidante dell'acqua in vasca. Più è alto il tasso di O2, più il ferro si ossida rapidamente (è l'ossigeno a ossidare il ferro, non l'acqua).
Una volta che il ferro abbia raggiunto la forma ossidata di Fe3+, si lega a ioni OH- e origina idrossidi che, ai normali pH dei nostri acquari, sono praticamente insolubili e precipitano nel fondo.
A questo punto, il fondo accumula ferro in grande quantità perché l'acquariofilo, che rileva SOLO 0.1 ppm di ferro in acqua, crede di essere in carenza, e continua a pompare ferro in vasca, col solo risultato di fertilizzare il fondo e non le piante che, nel frattempo, hanno già fatto il pieno e, anzi, iniziano a rischiare gli effetti tossici di un accumulo di ferro.
Il ferro nel fondo, però, non ha finito il suo cammino. Col tempo, i batteri del fondo lo attaccano e lo riducono, riportandolo, all'insaputa dell'acquariofilo, nella colonna d'acqua dove, anche dopo aver sospeso da tempo la sua somministrazione, noi lo possiamo misurare anche in grosse quantità e per lungo tempo.
Ovvio che il ferro in acqua, dopo un po', subisce il fenomeno sopra descritto e riprecipita nel fondo.... e il ciclo riparte.
Il ferro chelato, invece, subisce un ciclo un po' più complicato, dato che prima di tutto deve essere liberato dai suoi chelanti (il ferro in acqua come chelato è sfruttato solo dalle piante e resta in soluzione anche per parecchi giorni, in funzione della stabilità del chelato formato).
Il ferro può essere liberato dai chelanti o dalle piante e i batteri o dalla luce (fotoriduzione). Nel caso siano le piante, è ovvio che ciò accade in occasione dell'assorbimento e la faccenda non ci riguarda. Nel caso di batteri o luce, invece, il ferro entra in acqua libero e entra nel ciclo descritto nel caso precedente.
Ho appena comprato il ferro mostrato copra, stasera lo diluisco con ro e da domani inizio a dosarlo fino a portare il fe a 0.3 e vediamo quanto dura...
per me non hai le basi per continuare a fare questo tipo di esperimenti, hai appena preso una botta, e ne vuoi subito riprendere un altra.
Mi ha fatto sorridre il fatto che tu abbia portata a 4 volte la dose in base a carenze.
scusa ma il rosso non è dato solo dal ferro, e inoltre, dubito che il tuo occhio riconosca carenze e motivi.
Ho fatto il test, e c'è una lieve differenza tra fondo e colonna d'acqua.
Uso in alternato compo e iron, per il compo uso le dosi dell'iron divise per 4, per l'iron quelle seachem avanzato.
Scusa ma che tipo di esperimento starei facendo??
Non mi sembra che portare il Fe a 0.4ppm tramite un ferro chelato sia una cosa per pochi eletti che richiede profonde basi da acquriofilo...
Il fatto che abbia sovradosato l'ho già spiegato anche prima, volevo sia vedere come reagiva la macranda, sia vedere fino a che punto potevo spingere. Come segno mi sarei aspettato alghe e non certo una crescita pazzesca delle piante, nessuna alga ma un sacco di ferro nel fondo.
E fidati che non so quante persone in questo forum avrebbero immaginato che un eccessivo dosaggio di Fe gluconato si depositasse nel fondo causando la morte dei crostacei...
So che il rosso non è dato solo da Fe, alcuni sostengono che valori molto bassi e prossimi allo 0 di No3 e Po4 determinino un rosso intenso in particolari piante...