Io la vedo da sempre così
Una breve introduzione
I dinoflagellati sono organismi eucarioti unicellulari acquatici che si muovono grazie all'azione di due flagelli di lunghezza diversa chiamati sulcus e cingulum.
Questi organismi sono caratterizzati da una grande varieta' di morfologie, la maggior parte sono planctonici e fotosintetici ed insieme alle diatomee sono produttori primari nelle catene alimentari degli ecosistemi acquatici.
Tra tutti i dinoflagellati possiamo annoverare le zooxantelle,le alghe planctoniche, alcune specie che vivono come parassite in pesci o in protisti ed infine quelle alghe invadenti, pericolose ed antiestetiche che possono affliggere le vasche di noi acquariofili.
Dinoflagellati in Acquario
In acquario possiamo accorgerci della loro presenza perche' formano uno strato melmoso ricco di bollicine sulle superfici della vasca, rocce vive o altri substrati come pompe di movimento o skimmer.
Questo strato si presenta gelatinoso ,con un colore che varia dal marrone scuro al verde fino alla quasi trasparenza e spesso, oltre a fornire un aspetto poco gradevole alla vasca, la loro tossicita' si dimostra letale per alcuni nostri ospiti fitofagi come ricci o lumache che ne potrebbero ingeriscono una quantita’ rilevante.
Cosa fare quando si hanno problemi di dinoflagellati in vasca?
Premettendo che in natura non esistono specialisti alimentari per i dinoflagellati, ecco qualche buon consiglio per tenerli a bada:
- Anzitutto si dovrebbe drasticamente abbassare il carico organico in vasca diminuendo la somministrazione di cibo a pesci e coralli
- Si consiglia una schiumazione bagnata per eliminare più velocemente le fonti di inquinamento.
- Sarebbe opportuno interrompere la somministrazione di integratori normalmente usati e riportare l'acqua verso valori e condizioni ottimali (No3 e Po4 tendenti allo zero, giusta concentrazione di elementi come Potassio, Ferro, Iodio) attraverso cambi d'acqua regolari e ravvicinati con particolare attenzione al sifonamento e alla rimozione meccanica delle formazioni gelatinose.
- E’ d’obbligo rivedere il movimento e l'ossigenazione
- Alzare il Ph ed evitare sbalzi notturni
- Somministrare frequentemente ceppi batterici di alta qualita’
Inoltre buoni risultati si sono verificati con l’uso di lampade sterilizzatrici UV e Perossido di Idrogeno in associazione con una drastica diminuzione del fotoperiodo fin quando non si sia risolto completamente il problema.
La loro comparsa e' quasi sempre dovuta ad un eccezionale carico organico disciolto, scarso movimento, zone stagnanti, massiccia formazione di sedimenti, PH basso, ed in genere proliferano in associazione con cianobatteri o diatomee.