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Poi se invece mi chiedi che cavolo ci fa' una fotoresistenza collegata ad un termostato devo ancora scoprirlo. Può anche darsi che ad un certo punto non gli servisse più come termostato e lo abbia modificato (o cercato di farlo) in sensore di luminosità sfruttando il circuito di controllo preesistente.
Di componenti elettronici ne capisco poco/nulla. Non so se una fotoresistenza possa servire, ma sicuramente all'epoca c'erano nei termostati uguali a questo che tramite un qualche componente (possibile la fotoresistenza?) ti recreavano una differenza di temperatura notte/giorno. In pratica al buio ti tenevano la temperatura due gradi sotto al valore da te impostato.
Li ricordo bene in pubblicità/articoli di aquarium annate tra il 70 e il 80, oppure sul vecchio "Manuale tecnico dell'acquario d'acqua dolce" di De Jong e Giovenzana. Sempre che la memoria non mi tiri brutti scherzi...
Ciao, Andrea.
p.s. i testi citati, naturalmente, non possono che essere eredità paterna
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c'è chi si è sbagliato e c'ha messo troppo sale,c'è chi non avrà pace finchè non riuscirà a scoprire in quale maledetto barattolo hanno nascosto lo zucchero
nel senso che lo avrei anche avuto se mio padre non avesse svenduto tutto quello che aveva per l' acquario degli anni '80...
perchè aveva un acquario Sera dell' epoca con filtro esterno Sicce (quello col secchio verde) filtro sottosabbia... e accessori vari...
quello che ho di mio più vecchio credo che sia un mobydick della sicce con accessori... anche se un po' smontato (esperimenti)
una cosa interessante che mi è rimaste e che tengo come un cimelio (è anche utile) il libro pesci di mille colori di Ulrich Baensch, lo so che è in stampa forse ancora ora, ma il mio è la stampa del 1986 2° stampa, infatti è un po' martoriato povero...solo che quì si parla di tecnologia...
And76, questo l'ho pensato anch'io, ma non so se in mare/oceano, vista la massa di acqua interessata, ci può essere una differenza tale giorno/notte (forse in acqua bassa).
Forse c'entrava con il fatto che a lampade accese queste riscaldavano l'acqua, ma essendoci un termostato........
Comunque è possibilissima la tua interpretazione visto che H. de Jong era legato all'Acquario di Bologna e sul termostato c'è il marchio dell'Acquario di Bologna
Avremmo forse bisogno che intervenisse un salatino di vecchia data . Ora provo a contattare qualcuno
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Ciao, Fede
Non dobbiamo credere che siano intelligenti solo le persone che la pensano come noi.
Dare una mano agli altri è il modo migliore per tenersi in piedi. (Indro Montanelli)
Guarda, sull'utilità della cosa, in termini pratici, la penso come te, nel senso che non credo che servisse a nulla, tanto che non mi sembra di aver mai visto riproporre questa cosa in modelli più moderni.
Sono comunque sicuro che esistessero modelli del genere e riguardando la foto direi che mi sembra proprio un dei modelli in questione. L'altro che mi ricordo era dell'Hilena. Se trovo foto...
Per il resto se la fotoresistenza è quella collegata al filo bianco che esce sul davanti, immagino che sia stata un'aggiunta successiva, magari fai da te. Il modello che ricordo io era di forma uguale e la fotoresistenza poteva probabilmente essere quel "coso" tondo che si vede di fianco alla scritta biotherm. Magari la modifica artigianale è stata fatta proprio per sostuire l'originale a causa di un qualche malfunzionamento, oppure, tanto per dirne una per mettere la fotoresistenza stessa nel coperchio dell'acquario in modo tale da farla funzionare in base all'illuminazione della vasca stessa e non in base all'illuminazione della stanza/ambiente dove era posizionato il tutto.
Anche la sonda direi che è una aggiunta successiva decisamente fai da te. Per il collegamento dell'utilizzatore, mi sa che hai centrato in pieno il discorso. Da qualche parte dovrei avere un ph metro, a cui facevo gestire l'elettrovalvola per la co2, ed è uguale. La spina originale dovrebbe aver avuto un presa su cui collegare il riscaldatore.
Escluderei il cavo di terra, non mi pare di aver mai visto accessori con la terra.
Il modello che ricordo io era di forma uguale e la fotoresistenza poteva probabilmente essere quel "coso" tondo che si vede di fianco alla scritta biotherm. Magari la modifica artigianale è stata fatta proprio per sostuire l'originale a causa di un qualche malfunzionamento, oppure, tanto per dirne una per mettere la fotoresistenza stessa nel coperchio dell'acquario in modo tale da farla funzionare in base all'illuminazione della vasca stessa e non in base all'illuminazione della stanza/ambiente dove era posizionato il tutto.
Credo anch'io che la modifica sia stata fatta per portare la fotoresistenza in prossimità delle luci della vasca, ma penso che fosse già originariamente nel punto in cui esce il cavo bianco perchè il "coso" tondo è una spia luminosa
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Ciao, Fede
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Iniziamo con il Collecting marine tropicals di Jonklaas...
Non è antichissimo ( 1975 ), ma sicuramente un pezzo da collezione.
Il libro è interamente incentrato sul prelevamento in natura di pesci e coralli...
Tra le tecniche suggerite fa bella mostra anche il cianuro
Segue il libro di Roe sulle piante d'acquario (acquario di bologna), anch'esso vecchiotto classe 1964.
Termino con un vero cimelio, la data leggetela voi.
Con questo libro l'acquariofilia sbarca in Europa, il testo è in tedesco ed è una ristampa.
Belli eh?
Aggiungo anche libri che utilizzo tantissimo tutt'ora, a sottolineare la mia preferenza per alcuni ottimi libri (seppur datati) rispetto a tante altre sterili pubblicazioni recenti...
Encyclopedia of live foods di C.O.Masters, classe 1975 ( ottimo libro )
Breeding aquarium fishes di Axelrod, tutte e 3 le edizioni dal '67 al '73
Photography for aquarist, sempre di Axelrod del 1970
Plancton culture manual di cui posseggo la prima e l'ultima edizione ( 1987- 2007 )
E ne ho tanti altri... ormai è una passione a sè
Ultima modifica di Federico Sibona; 31-03-2011 alle ore 09:21.
Alessandro Falco, il Colin D. Roe dell'Acquario di Bologna sulle piante è uguale al mio, solo che io l'ho postato con la sovracoperta
Potresti fare una scansione del libro del 1857 e metterla a disposizione. Di quante pagine è?
Comunque penso che in quel periodo fossero tutti acquari con fauna europea (ma forse c'erano già i Carassius), prima di fare acquari con fauna tropicale dovevano passare ancora una ventina d'anni. Sembra che, per la loro robustezza che consentiva il lungo trasporto via nave, i primi pesci esotici siano stati i Macropodus opercularis
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Ciao, Fede
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