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Saper comprare (Marino)In questa sezione potrai chiedere DOVE reperire un animale o un prodotto acquaristico, fare segnalazioni su arrivi nei negozi, chiedere consigli su negozi on-line e non, proporre acquisti di gruppo e lasciare commenti sulle tue esperienze al riguardo.
1)io credo che davanti ad una richiesta di un cliente di poter avere il numero di cites dell'animale appena acquistato, qualsiasi negoziante dovrebbe fornirlo senza batter ciglio , a prescindere da cosa dica la legge .
2) lo strumento di controllo da parte del Corpo Forestale dello Stato Italiano è il registro cites .
3) le differenze tra il commercio di tigri e acropore , si evincono dall'appendice di appartenenza dell'animale. i coralli duri sono in appendice B secondo la convenzione di Washington , le tigri non saprei....
4) chi deteniene una tigre ha l'obbligo di avere il documento cites relativo, un acquariofilo che ha una vasca in casa no. questo dipende prorpio dalla diversa appendica di appartenenza.
5)il grossista e il negoziante sono abbligati ad annotare "carico" e "scarico " degli animali in appendice acquistati e venduti sull'apposito registro cites . esistendo delle rigide norme in termini di privacy nella colonna di scarico , alla voce "destinazione"l'operatore non puo' inserire i dati del cliente privato (almeno senza autorizzazione firmata dallo stesso per il trattamento dei propri dati) , ma si limita a registrare nr e tipologia del documento emesso, facendo riferimento al numero di carico relativo.
6) il negoziante, se il cites non viene espressamente richiesto dal cliente, non è tenuto a fornire cites all'acquirente proprio perchè non esiste nessun tipo di obbligo da parte del privato di possedere il documento cites , e soprattutto perchè non avendo l'autorità di richiedere i dati personali del cliente(nome, cognome, data di nascita, codice fiscale, indirizzo, luogo di detenzione dell'animale,...) per la stessa autorità preposta al controllo sarebbe impossibile effettuare accertamenti . l'importante è che il commerciante registri lo scarico non oltre i 30 gg , tempistica prevista dalla legge .
7)anche i coralli molli necessitano di cites , non lo richiede lEuropa e nemmeno il ministero Italiano, ma ad esempio dall'Indonesia devono uscire con un cites di substrates, ossia di wild scleractinia , proprio in riferimento allo strato di roccia sul quale poggiano , e la cui dimensione deve rispettare una determinata proporzione. gli actinodiscuc infatti sarebbero quasi tutti fuori legge, perchè la grandezza complessiva dei polipi è normalmente di molto inferiore alla dimensione della roccia .
8) bisogna rispettare la legge, ma esiste anche il diritto alla critica .
il mercato dei coralli vivi destinati gli acquari ornamentali è soggetto alla normativa cites che presenta enormi falle .
questa normativa non solo non viene applicata alla stessa maniera negli stessi stati aderenti alla convenzione di Washington (negli USA arrivano tridacne crocea wild dal Vietnam, in Svizzera pure, ma in Europa è vietato e si procede penalmente nei confronti dell'importatore), ma il piu' delle volte non tutela nemmeno le specie animali in questione perchè utilizzate magari in maniera massiccia negli stessi paesi d'origine per altri scopi .
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vasca grande ........e pesci piccoli !!!!!
awake, tutto ok.
Però non credo che come dici tu il privato non sia tenuto ad avere o conservare alcun documento CITES dell'animale che ha in casa.
Come dici le regole cambiano a seconda delle Appendici (I per animali considerati in grave pericolo di estinzione, II per animali mediamente a rischio estinzione).
Quindi qualunque sia l'Appendice di appartenenza si tratta sempre di animali a rischio (non di piccioni insomma...).
Quindi se io sono un privato e detengo a casa un animale esotico rientrante in CITES (e quindi a rischio estinzione) sono obbligato ad avere i documenti che ne attestino l'identificazione, la provenienza e l'autorizzazione al commercio.
Se mi viene un controllo e mi chiedono: "Dove l'hai preso? Che ci fai?"
Non posso rispondergli: "Che vi frega, sono un privato, non ho i documenti perchè c'è legge sulla privacy, non sono obbligato...."
Scatta denuncia, sanzione amministrativa e confisca.
Vaglielo a spiegare poi che il negoziante ti ha detto che non ti doveva dare niente....
alla voce "destinazione"l'operatore non puo' inserire i dati del cliente privato (almeno senza autorizzazione firmata dallo stesso per il trattamento dei propri dati) , ma si limita a registrare nr e tipologia del documento emesso, facendo riferimento al numero di carico relativo.
non ho capito cosa scrive il venditore alla voce destinazione..
per quanto riguarda le talee e le farm che fanno talee da colonie madri??
awake, tutto ok.
Però non credo che come dici tu il privato non sia tenuto ad avere o conservare alcun documento CITES dell'animale che ha in casa.
Come dici le regole cambiano a seconda delle Appendici (I per animali considerati in grave pericolo di estinzione, II per animali mediamente a rischio estinzione).
Quindi qualunque sia l'Appendice di appartenenza si tratta sempre di animali a rischio (non di piccioni insomma...).
Quindi se io sono un privato e detengo a casa un animale esotico rientrante in CITES (e quindi a rischio estinzione) sono obbligato ad avere i documenti che ne attestino l'identificazione, la provenienza e l'autorizzazione al commercio.
Se mi viene un controllo e mi chiedono: "Dove l'hai preso? Che ci fai?"
Non posso rispondergli: "Che vi frega, sono un privato, non ho i documenti perchè c'è legge sulla privacy, non sono obbligato...."
Scatta denuncia, sanzione amministrativa e confisca.
Vaglielo a spiegare poi che il negoziante ti ha detto che non ti doveva dare niente....
Quoto ... se ti beccano senza CITES ti inc....ano
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Inutile discutere con uno stupido: prima ti porta al suo livello e poi ti batte per esperienza!! Signore, dammi la pazienza, perchè se mi dai la forza faccio una strage!!
mi dispiace ragazzi ma state parlando senza cognizione di causa .non è assolutamente vero che il privato, nel caso della detenzione di coralli, ha l'obbligo di possedere il relativo documento cites, e di conservarlo , a meno che l'acquisto non sia finalizzato alla vendita. lo dice la legge, ripeto, non sono tigri o coccodrilli che appartengono ad appendici diverse da quella dei coralli duri. se poi, per una questione di scrupolo, il compratore vuole farne richiesta al negoziante e conservarlo ......... meglio . se questo da parte vostra vuol servire ad esercitare un maggiore controllo sul negoziante , puo' essere encomiabile da una parte , ma è totalmente inefficace dall'altra , per tutta una serie di motivi , soprattutto perchè il vostro nome non comparirà mai su nessun registro . se anche il negozio vi dovesse dare il cites, questo è irrilevante per il corpo forestale , proprio perchè fuori dal negozio non esiste piu' tracciabilità , quindi il controllo si esaurisce al registro del negoziante . ma poi, per logica, è anche comprensibile che sia cosi per diversi motivi . la maggior parte dei negozi hanno un registratore di cassa , emettono scontrino , e non sono obbligati dalla legge a fornire automaticamente il numero di cites del corallo venduto . anche qualora il compratore facesse richiesta del numero di cites, il negozio dovrebbe annotarlo sullo scontrino perchè non esiste nessun modello apposito da compilare. l'acquirente privato non ha obbligo di conservazione dello scontrino , o meglio lo ha per alcune centinaia di metri . poi come farebbe il corpo forestale ad effettuare il controllo a casa di un privato quando non esiste nessun documento che attesta l'esatto indirizzo di detenzione ?? è follia . e se poi uno smantella la vasca e regala 10 coralli ad un conoscente, cosa bisogna fare? andare in forestale,?dare l'indirizzo i casa dell'amico ,il quale poi magari dopo 6 mesi si trasferisce, oppure gli salta la corrente e allora deve andare a denunciare la morte degli esemplari ???? MA NON DICIAMO CAXXATE !
ripeto, esiste un REGISTRO ed il semplice hobbista non è per legge tenuto ad alla compilazione e i motivi mi paiono piu' che logici .
il corpo forestale, tra i tanti compiti che deve assolvere , non puo' preoccuparsi delle taleine che avete in vasca , anche perchè dubito che un qualsiasi privato possa importare illegalemente coralli vivi dai paesi tropicali, considerando la meticolosità dei controlli aeroportuali post 11 settembre . inoltre esistono per gli esportatori verifiche sanitarie negli aeroporti di partenza e ancor di piu' per gli importatori negli aeroporti di arrivo , quindi si presume che tutto il commercio avvenga nella completa legalità proprio perchè rigidamente controllato.
se volete possiano proporre una modifica alla legge , visto che il fine di ogni privato acquariofilo dovrebbe essere non solo quello dell'allevamento , ma anche quello della riproduzione ove possibile, chiediamo che ogni privato debba necessariamente avere un registro dove caricare gli acquisti, le riproduzioni, le cessioni, le morti , e che sia soggetto alle stesse regole che vigono per le attvità commerciali , ossia che ogni correzione operata sul registro debba essere vidimata dal corpo forestale , che l'omessa registrazione di dati (quindi anche un semplice carico) nei tempi previsti dalla legge, comporti le stesse sanzioni (il minimo è di 3000 euro) e che nel caso di detenzione non accompagnata da relativo certificato scatti il sequestro e denuncia penale per importazione illegale e contrabbando di animali protetti.
fate una petizione , mandatela al ministero e vediamo se poi sul mercatino non partono schiaffoni a 2 a 2 fino a quando diventano dispari .
qualcuno riportava il caso di un ragazzo che ha avuto problemi con la forestale dopo aver allestito la propria vasca in prossimità della vetrina del suo'ufficio . ecco, esiste una normativa che impedisce di esporre animali in vetrina, e trattandosi di attività commerciale,forse la ragione dei suoi problemi è semplicemente questa .
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vasca grande ........e pesci piccoli !!!!!
insomma non è ancora venuto fuori uno che riproduce i coralli per mestiere (una specie di farm) come si comporta col cites??
NE esistono in Italia ?
Comunque tutto cio' che ha scritto awake corrisponde a cio' che mi risultava quando mi sono informato la prima volta, l'unica differenza e' che il privato secondo me lo scontrino lo dovrebbe tenere con il CITES annotato sopra.
Vi ripeto che tra privati, se REGALATE invece di VENDERE E COMPRARE, nessuno puo' dirvi niente neanche in teoria. Il fatto di annotare CITES della madre nel caso di nascite e talee e' un discorso di serieta' di appassionato.
Riguardo ad importazioni clandestine, non so come chi quando le possano fare. Ma il fatto che
alcuni negozianti abbiano tutto questa reticenza a scriverti il numero di importazione sullo scontrino mi pare molto sospetto ed inspiegabile.
RIguardo ai Molli, come diceva Awake, in pratica il CITES serve per la roccia viva su cui sono ancorati, non per il molle in se.
non mi ricordo bene come funziona il discorso riproduzione per una serra italiana , ma a grandi linee mi sembra di ricordare che la procedura per il riproduttore è questa :
- acquisto dell'esemplare (corallo)e registrazione del relativo carico sul registro .
-riproduzione dell'esemplare(corallo).
-visita veterinaria per l'accertamento dell'avvenuta nascita(talee) e dichiarazione da inoltrare al corpo forestale .
- il corpo forestale richiede a sua volta al ministero il numero di cites relativo, facendo riferimento al certificato della colonia madre.
- rilascio da parte del ministero del certificato cites relativo alla prole
piu o meno credo che funzioni cosi . in poche parole prima di avere il certificato cites di una talea di montipora,se il tutto deve passare tramite il ministero ,e conoscendo le tempistiche italiane,la taleina nel frattempo o è gia schiattata oppure è diventata una colonia di 6 metri .
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vasca grande ........e pesci piccoli !!!!!