Ho letto tutto il 3D e mi spiace di leggere di questi disastri, in effetti questi due parassiti (cryptocarione e oodinium) sono molto insidiosi e difficili da debellare senza l'ausilio di trattamenti mirati, ad ogni modo, se posso dare un'aiuto lo faccio volentieri e quindi vi dico la mia.
Per dirla in maniera semplice e capibile, questi due parassiti sono presenti "sempre" nell'epidermide del pesce. Restano inerti al di sotto dello strato di muco protettivo che li trattiene dal riprodursi e proliferare.
Se il pesce subisce uno stress spesso riduce lo strato di muco che lo protegge e funge per lui come uno scudo e subito questi parassiti iniziano il loro ciclo riproduttivo e quelle che vediamo come puntini bianchi, non sono altro che cisti da cui, una volta mature, se ne libereranno anche migliaia. Ovvio che i pesci non in perfetta forma ed in più, le ridotte dimensioni della vasca (di fatto nelle vasche da oltre 1500 lt difficilmente il rilascio di qualche ciste dà inizio ad un'epidemia) sommate alla gran quantità di parassiti che si moltiplicano ogni giorno, danno il via ad una vera infestazione che porta ad ammalarsi anche i pesci che tenevamo in vasca da lungo tempo.
Avere una vasca ben popolata di coralli e ricca di benthons (quindi ben matura e per me si intende oltre i 12 - 15 mesi) riduce il rischio di infestazioni in quanto i parassiti che sono dei protozoi ciliati, con buona probabilità, vengono predati prima di riuscire ad attaccare un nuovo ospite.
C'è da dire poi che osservazioni accurate dei pesci ogni giorno, soprattutto a luci appena accese (è noto una relazione tra l'abbassamento del Ph e l'aumento degli attacchi dei parassiti sui pesci), prevengono le infestazioni dandoci modo di intervenire tempestivamente con il rimedio canonico di integrazioni quotidiane di succo d'aglio e vitamine nel cibo ed anche direttamente in acqua, iodio e vitamina C ovviamente solo in acqua (non dimenticando di sovralimentare i pesci). Questo rimedio mira quindi a rinforzare i soggetti in maniera che siano loro a ripristinare le condizioni per non essere più esposti ai parassiti e soprattutto prevenendo gli effetti secondari che questi portano, di fatto, il più delle volte, per non dire sempre, non sono i protozoi ad uccidere i pesci, ma le infezioni batteriche secondarie che attaccano i pesci trovando strada spianata dai buchi sull'epidermide creati dai protozoi.
Io, da ex negoziante ed appassionato da ormai più di 20, con questi parassiti mi ci sono trovato e mi ci trovo di fronte molto spesso ma raramente ho avuto effetti disastrosi.
E' chiaro quindi che il rimedio aglio-vitamine e iodio ha senso solo come prevenzione ed io la metto sempre in atto per una ventina di gg quando inserisco un nuovo soggetto che non posso quarantenare e come cura di casi non gravi e quindi escludendo le infestazioni pesanti.
Per le infestazioni pesanti le cose da fare a mio avviso sono solo due; la prima è lasciare i pesci in vasca, continuare con la sovralimentazione e la cura aglio-vitamine e iodio e sperare che qualcuno sopravviva mentre la seconda, avendone la possibilità, è munirsi di una vasca di quarantena dove poter curare i pesci in maniera mirata e quindi usando prodotti chimici come il famigerato rame che però, se ben usato, è rapido nella cura e non porta alcun danno.
La vasca di quarantena sarà una vasca sui 60 o 70 lt, biologica ed avviata da almeno un paio di mesi e con una densità piuttosto bassa attorno i 1020, per curare i pesci si può usare il rame come dicevo, ma bisogna assolutamente munirsi di un valido test per misurarne la concentrazione e quindi o si ha un fotometro o si ha un MerK, altrimenti lasciate perdere il rame!!!
Ad ogni modo io ho sempre ottenuto ottimi risultati esponendo i soggetti da quarantenare a dosaggi minimi 0,12 mg/lt e nei casi peggiori, crescenti nei giorni fino alla concentrazione di 0,16/0,18 mg/lt ed arrivato a questa concentrazione smettendo l'integrazione e lasciando che l'ossidazione naturale faccia il suo corso per circa 20 - 22 gg (periodo di incistazione del parassita) per poi filtrare con carbone il rame residuo.
Pesci che ho curato in questo modo mi sono vissuti a lungo (anche 15'anni) e quindi non credo che uno o due trattamenti di questo tipo facciano danni irrimediabili mentre sono fermamente convinto che superare le concentrazioni ed i tempi che ho indicato, pregiudichino irrimediabilmente le funzionalità del fegato dei pesci portandoli nel medio breve termine alla morte.
Detto questo, visto che qualcuno ha scritto che il cambio dalla vasca di quarantena alla vasca di destinazione riporta al'uscita di parassiti, posso dire il mio metodo che non mi ha mai dato questo problema.... A prescindere che un pesce curato, lo considero quarantenato dopo 3 o 4 mesi che lo tengo nella vasca di quarantena, ben alimentato ed abituato a mangiare di tutto, il problema del cambio di vasca quindi non si pone poichè durante la quarantena, i cambi d'acqua che faccio, li faccio riutilizzando l'acqua della vasca principale che solitamente, essendo una vasca di coralli, avrà nitrato appena presente e sarà solamente povera di Ca e Mg, elementi di relativa importanza per i pesci, basterà comunque integrarla con iodio ed un po' di oligoelementi al massimo....in questa maniera, nell'arco di pochi cambi avrò portato gradualmente il pesce alla più elevata salinità della vasca principale e poi, nei mesi, la vasca di quarantena avrà prettamente le stesse condizioni della vasca principale.
Concludendo questo mio prolisso intervento e sperando di non aver scritto qualche stupidaggine (al massimo se c'è qualche biologo o patologo mi corregga volentieri

), io resto dell'idea che è possibile prevenire queste "infestazioni" iniziando la cura naturale (sempre aglio iodio etc.....) da subito se non prima dell'inserimento di nuovi soggetti, cercando di non avere fretta nell'inserire pesci ed aspettando, quanto meno per i più sensibili, che la vasca sia molto matura e ben popolata di coralli e soprattutto, non dimenticando che ci sono comunque pesci, come ad esempio l'Acanthurus Nigricans e l'Achilles, da lasciare a chi possiede vasche enormi o una grande esperienza.
Daniele
