Cari amici,
rieccomi nella discussione dopo aver ottenuto l'iscrizione alla sezione.
Vedo che siete andati avanti...
Inizio rispondendo a
mauro56 riguardo la mia interpretazione del disegno di legge sull'editoria.
Caro mauro56, è evidente che questo disegno di legge nasce con intenti ben più nobili che non "tappare la bocca ad internet".
E' tuttavia innegabile che alcune sue disposizioni, apparentemente marginali rispetto al corpus del disegno di legge, sono state scritte "tenendosi larghi" e con lo scopo, non credo casuale, di ampliare le maglie del controllo.
Più che all'art.7, che si limita a fare una precisazione di relativo rilievo (in sostanza l'applicazione di un'aggravante al reato di diffamazione, quella di cui al terzo commma dell'art.595 c.p.. Reato di diffamazione che già oggi, in alcune ipotesi, si potrebbe configurare a carico del proprietario di un sito, nella forma del concorso con l'autore dell'offesa), mi sembra che l'attenzione vada dedicata agli articoli 2 e 5.
Questi articoli infatti danno una definizione di "prodotto editoriale" e di "esercizio di attività editoriale" particolarmente larga, e che sembra ricomprendere anche attività che fino ad oggi non erano soggette ad alcuna forma di registrazione o controllo preventivo. Fra queste potrebbero rientrare anche i blog, i forum e quant'altro.
Era questo l'intento del Governo? Non lo so. Può essere. Certamente la libertà di informazione disturba molti, anche fra coloro che se ne erano fatti paladini.
Se mi chiedi se ci sia da preoccuparsi, ti rispondo di sì. Se mi chiedi come andrà a finire, ti rispondo che non lo so, ma spero e credo che un controllo di tal genere, nella pratica, risulterebbe comunque di difficile realizzazione.
Inoltre non dimentichiamo che l'art.6 comma 4 di questa proposta specifica che sarà il Garante a stabilire, con apposito regolamento, quali sono i criteri per individuare chi si deve iscrivere nel Registro. Senza contare che questa legge deve farsi tutto il percorso parlamentare, ammesso che ci arrivi.
Per quanto riguarda
xaipher, mi fa piacere leggere che condividi la mia analisi politica. Comprendo il tuo disgusto ed il dilemma che hai avuto sul votare o meno.
Anche io, come te, non conosco la soluzione.
I tempi non sono maturi per un radicale reset di questo modo di fare politica, ammesso che si possa parlare di fare politica quando si fa quadrato anche con gli avversari e si tenta di imbonire le masse con trovate elettorali e proclami inconsistenti.
L'Europa è stata la nostra salvezza, e la nostra rovina. Da un lato ci ha vincolati, impedendo derive personalistiche o antidemocratiche (nel senso più schietto del termine), dall'altro ci tiene su binari, soprattutto in economia e sistema politico, dai quali oggi è impensabile scostarsi e che temo condurranno, nel tempo, a risultati aberranti.
E alla fine, magari fra decenni, i nodi verranno al pettine. La Storia parla piuttosto chiaro, per chi la sa leggere.
Ora vi saluto, nella speranza di incontarvi alla cena del 10 novembre che ho proposto qui a Roma, dove potremo parlare di persona di questi argomenti, senza tuttavia esagerare perchè i nostri pesci ed in nostri acquari, almeno in questo contesto, hanno la precedenza
A presto