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Originariamente inviata da MarcoM
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Io ho spesso l'esigenza di mixare la luce ambiente e quella del flash. Soprattutto per le macro, vengono meglio.
Pensavo di risolvere il problema usando comunque il ttl ma sottoesponendo manualmente l'emissione. Oppure utilizzando tempi un po' lunghini (su soggetti immobili) per far passare anche un po' di luce ambiente.
Invece mi dici che comunque se in ttl ti copre la luce ambiente ed è meglio andare di manuale?
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Io stesso sto facendo pratica, Marco, dunque un super esperto di flash potrebbe anche trovare un sistema ancor più raffinato...
Se usi il TTL è inevitabile che valuti tutte le sorgenti luminose: sia la luce ambiente, sia l'artificiale. Poi starà a te dosare l'artificiale. Però in priorità diaframmi avrai il tempo fisso di 1/60, in priorità tempi 1/250.
Escludendo il flash dalla misurazione avrai agio di scegliere l'accoppiata tempo/diaframma sulla sola luce ambiente, considerando dunque che il flash comporterà una sorta di sovraesposizione, locale o generale. Ovviamente più i tempi saranno lenti, più i diaframmi chiusi, e dunque maggiore dovrà essere il lampo...
La sovraesposizione la considero sul digitale e sul CCD un'opzione preziosa: il punto debole del CCD è la zona d'ombra, allorché la si voglia poi schiarire. Se dunque abbiamo una zona d'ombra più chiara non ci vorrà nulla a scurirla in post produzione, a volerlo, mentre il processo inverso potrebbe facilmente generare grana.
Proprio ieri, sempre costretto a stare a casa, ho pensato di fare un test al 17
, ottica che ho da un po' ma che non avevo esaminato con attenzione. Dunque macchina sul cavalletto. Al contempo ho voluto anche provare l'uso dei flash per rischiarare dove necessario.
Ho impostato due gruppi. Uno, d'un solo flash, per schiarire la parete sul fondo; l'altro composto da due flash, per schiarire i basamenti del tavolo.
Li ho usati tutti e tre col diffusore. Ho impostato la macchina in manuale: con la D200 puoi usare l'esposizione manuale e ti segnalerà in dettaglio sovra o sotto esposizione.
Ho scattato a tutti i diaframmi, da 2.8 sino a 16.
In questa foto a 2.8 (1/30 di tempo) il flash/muro è a 1/64 (e forse 1/32 era meglio), i flash/tavolo a 1/128:
Questa è scattata a f/16, a un secondo. Proprio per i tempi lunghi e il diaframma chiuso ho impostato i gruppi a potenza ben maggiore: flash/muro a 1/1, cioè piena potenza, flash/tavolo a 1/4:
Le proporzioni non corrispondono appieno, ma sostanzialmente le due foto hanno illuminazione analoga. Il gruppo flash/tavolo ha una potenza inferiore perché deve illuminare una zona più circoscritta e sono più vicini all'oggetto...
Come vedi l'illuminazione ambiente resta fondamentale e i flash svolgono una funzione di schiarimento locale. Avrei potuto forse dosare i flash/tavolo in modo da ottenere una luce più morbida e meno evidente, ma ciò che conta ai fini del nostro discorso è proprio imparare a dosare la luce e procedere manualmente per avere cognizione del fenomeno, senza dover dipendere dagli automatismi della macchina.
Ovviamente non si ottengono risultati alla prima, anzi per il primo scatto ci ho messo un po', ma trovata la prima impostazione le altre vengono di conseguenza: via via che chiudo il diaframma (o aumento i tempi, è lo stesso) devo aumentare la potenza dei flash. La soddisfazione è stata che provando ad applicare il D-lighting con Capture non ottenevo variazioni significative: insomma, l'esposizione era davvero abbastanza corretta ed equilibrata.
Col tempo conto di arrivare al risultato con un numero ridotto di tentativi. Il discorso della macro è identico, ma bisogna tenere conto che soggetti piccoli richiedono molta meno luce, così come meno luce è richiesta quando la fonte è prossima al soggetto. E le variabili fortunatamente si riducono, rispetto al mio esempio.
Hai da sbizzarrirti: soggetto fisso, e un bel po' di prove. Ti garantisco che col tempo arriverai alla prima...